di ROBERTA VISCO da Repubblica.it
Le prove Invalsi per l'esame di terza media hanno finalmente svelato quello che il ministro Mariastella Gelmini pensa dei professori italiani. Poco competenti, troppo di sinistra? Macché. Il ministro Gelmini ha una certezza: i professori italiani sono dei santi.
Arrivare a questa conclusione è semplicissimo. Come si sa, i test Invalsi sono una prova nazionale, uguale per tutte le scuole. Certo, magari i quesiti ogni tanto lasciano un po' perplessi. Certo, magari capita che le griglie per correggerli siano sbagliate, ma tutti possono sbagliare. Le prove Invalsi però un senso ce l'hanno. Non servono tanto per valutare le competenze dei singoli studenti, ma a controllare il livello dell'insegnamento nelle diverse aree geografiche d'Italia.
Immaginiamo che in una certa provincia molti ragazzi passino la prova con voti accettabili e in un'altra i più arranchino nel rispondere ai quiz: si arriverà per questo alla conclusione che nella prima viva un nutrito gruppo di giovani geni e che l'altra sia terra d'origine di una banda di scansafatiche? Ovviamente no. Si penserà invece, giustamente, che nella prima le scuole hanno funzionato bene, e nell'altra meno. Insomma, i test Invalsi con i quali i ragazzi italiani si sono misurati nei giorni scorsi più che per dare un voto agli allievi sono utili per valutare i professori.
Ottima idea, in Italia questa è una cosa che manca e se ne sente il bisogno. Però qui qualcosa non torna. Chi ha dovuto controllare,
aula per aula, il corretto svolgimento delle prove? Naturalmente i professori interni alla scuola, gli stessi che da quelle prove saranno "giudicati". Nessuno di loro avrà avuto la minima tentazione di dare un piccolo suggerimento agli allievi in difficoltà? Di orientare, solo di poco, lo svolgimento del test? No, di sicuro. Perché, al di là di quello che dice in pubblico per confondere le idee, la Gelmini ha una certezza: i professori italiani sono dei santi.
Ps: sappiamo per certo che qualche santo c'è stato, ma il Paradiso non è di questo mondo...
Le prove Invalsi per l'esame di terza media hanno finalmente svelato quello che il ministro Mariastella Gelmini pensa dei professori italiani. Poco competenti, troppo di sinistra? Macché. Il ministro Gelmini ha una certezza: i professori italiani sono dei santi.
Arrivare a questa conclusione è semplicissimo. Come si sa, i test Invalsi sono una prova nazionale, uguale per tutte le scuole. Certo, magari i quesiti ogni tanto lasciano un po' perplessi. Certo, magari capita che le griglie per correggerli siano sbagliate, ma tutti possono sbagliare. Le prove Invalsi però un senso ce l'hanno. Non servono tanto per valutare le competenze dei singoli studenti, ma a controllare il livello dell'insegnamento nelle diverse aree geografiche d'Italia.
Immaginiamo che in una certa provincia molti ragazzi passino la prova con voti accettabili e in un'altra i più arranchino nel rispondere ai quiz: si arriverà per questo alla conclusione che nella prima viva un nutrito gruppo di giovani geni e che l'altra sia terra d'origine di una banda di scansafatiche? Ovviamente no. Si penserà invece, giustamente, che nella prima le scuole hanno funzionato bene, e nell'altra meno. Insomma, i test Invalsi con i quali i ragazzi italiani si sono misurati nei giorni scorsi più che per dare un voto agli allievi sono utili per valutare i professori.
Ottima idea, in Italia questa è una cosa che manca e se ne sente il bisogno. Però qui qualcosa non torna. Chi ha dovuto controllare,
aula per aula, il corretto svolgimento delle prove? Naturalmente i professori interni alla scuola, gli stessi che da quelle prove saranno "giudicati". Nessuno di loro avrà avuto la minima tentazione di dare un piccolo suggerimento agli allievi in difficoltà? Di orientare, solo di poco, lo svolgimento del test? No, di sicuro. Perché, al di là di quello che dice in pubblico per confondere le idee, la Gelmini ha una certezza: i professori italiani sono dei santi.
Ps: sappiamo per certo che qualche santo c'è stato, ma il Paradiso non è di questo mondo...
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