A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

giovedì 18 aprile 2013

Oggi si scrive un altro pezzo della nostra storia


La nostra è un'Associazione apolitica, per cui non deve essere influenzata dal colore che ci governa o altro. Questo però non ci esime dal fatto che bisogna riflettere e considerare che la società esiste perché esistono le persone, e queste non sono oggetti o numeri. Ribadisco che è triste che bisogna costituire organismi e associazioni per aiutare e tutelare diritti inderogabili dei singoli individui, ma orgogliosi di farne parte sfidiamo le istituzioni a dimostrazione che fuori dei giochi a volte si fanno azioni che redono servizi e serenità per chi spesso non viene ascoltato.

Oggi si scrive un altro pezzo della nostra storia, e si spera che venga scelta una persona speciale.

Serve una persona fuori dai giochi meschini della politica, le mosse fatte dai grandi segretari di partito negli ultimi giorni confermano che nulla è cambiato. Bisogna svecchiare le presenze al governo, e di questo hanno il terrore. Per non perdere la poltrona si sono venduti anche la madre, ma "noi" dobbiamo far sentire la nostra voce e ribellarci alle loro trastole. Un accordo tra fazioni opposte è comprensibile solo in casi estremi ed è razionale solo per salvare un'economia, non per rimanere a Roma. Tutti adesso stanno dipingendo Napolitano come un santo, ma mi risulta che spesso non è stato sopra le parti e con molta facilità ha firmato decreti a spese dei cittadini.

Esiste una persona che può ricoprire tale ruolo, carico di responsabilità e che abbia veramente una coscienza morale e sociale agli occhi del nostro paese e del mondo?
Tutti possono sbagliare ma non sulla pelle delle famiglie.
Di sicuro non avverrà un miracolo, ma l'errore è che ci dobbiamo per forza di cose affidare a soggetti poco discutibili. E dal cappello chi uscirà?
Insegniamo sempre ad avere una coscienza sociale ai nostri figli.

Noi continueremo a dare e a fare del nostro meglio. 
Un Saluto a tutti. Bruno D'Acunzo

mercoledì 17 aprile 2013

Formazione ECM sui DSA con Giacomo Stella

A partire da fine aprile, Giacomo Stella tiene a Milano, Roma, Bari e Palermo dei corsi finalizzati a fornire gli strumenti e delle tecniche per l’individuazione precoce e l’intervento riabilitativo nei bambini con DSA.

I corsi, organizzati da SOS Dislessia insieme con Giunti OS, sono due:
La diagnosi clinica del disturbo del linguaggio, le linee di intervento e la relazione sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Il corso si propone di formare gli operatori sullo sviluppo del linguaggio e sulle principali manifestazioni del disturbo in età evolutiva con riferimento agli interventi in età precoce e alle possibili conseguenze sui disturbi di apprendimento. Verranno presentati casi clinici, strumenti di valutazione psicodiagnostica e linee di intervento per intercettare i cambiamenti di espressività del disturbo lungo la traiettoria evolutiva.

Le date: Milano, 27 e 28 aprile 2013; Roma, 25 e 26 maggio 2013; Bari, 29 e 30 giugno 2013; Palermo, 6 e 7 luglio 2013.
I Disturbi Specifici di Apprendimento: lo screening neuropsicologico, il trattamento sub lessicale e la rieducazione specialistica

Il corso si propone di formare gli operatori sui principi metodologici dello screening neuropsicologico oresentando casi clinici, i principali modelli e i più recenti strumenti di indagine precoce su lettura, scrittura e calcolo adatti per le diverse epoche critiche per l’identificazione. Verranno, infine, proposte alcune attività di rieducazione specialistica delle varie abilità considerate.

Le date: Milano, 21 e 22 settembre 2013; Roma, 28 e 29 settembre 2013; Bari, 9 e 10 novembre 2013; Palermo, 23 e 24 novembre 2013.

Per entrambi i corsi, è stato richiesto l’accreditamento ECM per: psicologi, neuropsichiatri infantili, neurologi, pediatri, foniatri, logopedisti, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, educatori professionali. Iscrizioni ECM a numero chiuso.

Crediti ECM per le figure professionali coinvolte: 16

È possibile partecipare ai corsi come uditori (per insegnanti, pedagogisti, referenti DSA) senza accreditamento ECM e con quota di iscrizione agevolata

Per saperne di più
Vai alla pagina dedicata

Insegnanti di scuola elementare impegnati in un progetto per individuare i disturbi dell'apprendimento

Iniziato nel mese di febbraio, il progetto screening Dsa Valdarno coinvolge i docenti delle scuole elementari, ma anche medici, specialisti e genitori. L'obiettivo è di individuare i disturbi specifici dell'apprendimento, come la dislessia, per poter fornire risposte adeguate e in tempo

Gli insegnanti delle scuole elementari del Valdarno aretino impegnati in un progetto per individuare i disturbi dell'apprendimento nei bambini. Si tratta del progetto Il “Screening DSA Valdarno”, nato dalla collaborazione fra gli Istituti comprensivi del Valdarno aretino e i loro docenti, il dipartimento di scienze dell'educazione del "Giovanni da San Giovanni" , i genitori, gli specialisti dell'AID Toscana e della Asl 8 del Valdarno, i pediatri, la Conferenza dei Sindaci e la Conferenza dell'istruzione.

Una stretta rete che sta iniziando a dare i primi frutti, attraverso una serie di risultati sia per gli studenti sia per la ricerca pedagogica. Nel mese di febbraio si è svolto il primo rilevamento nelle classi, e in base ai risultati ottenuti sono stati attivati i corsi di potenziamento. Si tratta di un percorso di rilevazione che proseguirà con durata triennale, coinvolgendo le classi prime e seconde delle scuole elementari tutto il Valdarno aretino.

Si tratta, in sostanza, di una rilevazione sull'acquisizione, da parte degli studenti, della scrittura e della lettura, una rilevazione che ha tutte le caratteristiche per integrarsi nel normale iter scolastico. Quello che si cerca di fare è di promuovere in tutti i docenti la cultura dell’osservazione, per una riflessione metodologica e una conseguente rivisitazione delle modalità didattiche di primo approccio all’acquisizione strumentale della scrittura.

Il prossimo incontro si svolgerà il 15 maggio con un laboratorio linguistico-fonologico della durata di 2 ore e 30 minuti.

Cervello, ricercatori Stanford scoprono “il pallino della matematica”

Descritta sul Journal of Neuroscience, la scoperta potrebbe aiutare a comprendere meglio la dislessia per i numeri e l'incapacità di elaborare le informazioni numeriche (discalculia). Lo studio è stato condotto su un gruppo di volontari epilettici dei quali è stata monitorata l’attività cerebrale

di Redazione Il Fatto Quotidiano 

E’ formato da circa 1-2 milioni di cellule nervose e ha le dimensioni di circa mezzo centimetro: è il ‘pallino della matematica‘, l’area del cervello che permette di riconoscere i numeri e per la prima volta è stata localizzata esattamente da un gruppo dell’università americana di Stanford.

Descritta sul Journal of Neuroscience, la scoperta potrebbe aiutare a comprendere meglio ladislessia per i numeri e l’incapacità di elaborare le informazioni numeriche (discalculia). L’area identificata è situata nel Giro temporale inferiore, una regione superficiale della corteccia esterna del cervello già nota per il suo coinvolgimento nel trattamento delle informazioni visive. Quest’area si attiva quando vediamo i numeri. Di meno se i numeri vengono pronunciati. “E’ il primo studio in assoluto a mostrare l’esistenza di un gruppo di cellule nervose nel cervello umano che si specializza nell’elaborazione dei numeri”, ha osservato il neurologo Josef Parvizi, che ha coordinato la ricerca.

Per Giorgio Vallortigara, direttore del Centro Interdipartimentale Mente/Cervello (Cimec) dell’università di Trento “è interessante aver trovato un’area cerebrale che risponde in maniera preferenziale alla rappresentazione visiva delle cifre, ossia i numerali”. Questo vuol dire, secondo Vallortigara, che è una specializzazione tipica dell’uomo.

“E’ una grande dimostrazione – ha sottolineato Parvizi – di come il cervello cambia in risposta all’educazione, nessuno nasce con la capacità innata di riconoscere i numerali”. Lo studio è stato condotto su un gruppo di volontari epilettici dei quali è stata monitorata l’attività cerebrale mentre osservavano immagini relative ai numeri, utilizzando gli stessi elettrodi che aiutano a individuare i punti d’origine delle crisi epilettiche. Per assicurarsi che tutte le aree individuate davvero fossero sensibili ai numeri e non solo a generiche linee, angoli e curve, i test sono stati attentamente calibrati per distinguere le risposte cerebrali alle presentazioni visive dei numeri classici insegnati nelle scuole occidentali (le cifre arabe), in contrasto con linee ondulate e le lettere dell’alfabeto.

“E’ interessante notare – ha osservato Parvizi – che l’area che elabora i numeri si trova all’interno di un più ampio gruppo di neuroni che si attiva alla vista di simboli visivi che hanno linee con angoli e curve”. Sembra, ha proseguito Parvizi, che “l’evoluzione abbia progettato questa regione del cervello per rilevare stimoli visivi, come linee che si intersecano a vari angoli. Il tipo di intersezioni a cui una scimmia deve dare un senso rapidamente quando oscilla da un ramo all’altro in una giungla fitta”.

Università: sportello per studenti dislessici

dislessia appunti scrivere
L'ateneo di Pisa offre supporto psicologico e pratico ai ragazzi con disturbi specifici di apprendimento

Sono numeri limitati, ma in decisa crescita, quelli dello Sportello dedicato agli studenti dislessici e con disturbi specifici di apprendimento che l'Università di Pisa ha attivato da alcuni mesi. I primi dati, ancora parziali, sono stati presentati durante il convegno su "Dislessia evolutiva e apprendimento della lingua straniera", organizzato dall'Università e dal Centro Linguistico d'Ateneo.
Nell'ambito dell'incontro è stata anche presentata la testimonianza di una studentessa, Silvia Bellucci, che ha raccontato le difficoltà affrontate durante il suo percorso di formazione, che a un certo punto l'avevano indotta all'idea di abbandonare gli studi, fino alla scelta rivolgersi allo Sportello dell'Ateneo. "Le difficoltà provocate dalla dislessia - ha concluso Silvia - possono essere superate con il giusto metodo e con l'applicazione, oltre che con il sostegno di persone e strutture specialistiche, in modo che ogni persona possa esprimersi ed essere valutata sulla base delle sue effettive capacità".

Lo Sportello, voluto dai prorettori per la Didattica, Paolo Mancarella, e per gli Studenti, Rosalba Tognetti, si basa sull'esperienza maturata a partire dall'inizio degli anni 2000 in alcune università italiane ed è nato al termine di una sperimentazione avviata da diversi anni all'interno del Centro di ascolto dell'Ateneo. Attualmente il servizio si avvale di due operatori, che lavorano in collaborazione con l'Istituto Stella Maris di Calambrone. La collaborazione del prestigioso Istituto riguarda anche la possibilità di effettuare una visita per la diagnosi e la certificazione della dislessia.

Lo Sportello - situato al Polo Fibonacci in Largo Bruno Pontecorvo 3 - ha l'obiettivo di gestire le problematiche legate alla dislessia, attraverso un tipo di supporto sia psicologico che pratico. In particolare, si occupa degli interventi di mediazione con i docenti in vista degli esami orali o scritti, del tutorato specifico per le attività didattiche (per esempio, la redazione di appunti e la registrazione delle lezioni), delle informazioni sulle procedure di immatricolazione e sui test d'ingresso, degli incontri individuali di consulenza didattica e del supporto tramite ausili tecnologici di compensazione. Sono stati inoltre formati otto tutor/studenti della graduatoria part-time che collaborano con il servizio. 

Per informazioni: dsa@adm.unipi.it
 050/2213434 o 050/2213609

Dislessia, un aiuto agli insegnanti

Il Rotary fornirà un software a 62 quinte elementari

di MICHELE COSTANTINI - SAVONA

Presentato ieri in Comune a Savona il progetto pilota a livello nazionale «Una didattica per tutti con le mappe», per superare i disturbi specifici della dislessia. L'iniziativa promossa dal Rotary club di Savona in collaborazione con il Comune, l'Ufficio scolastico provinciale e l'Associazione italiana dislessia, prevede la fornitura a oltre 62 quinte elementari del Savonese, dopo la formazione di 60 docenti all'uso del software, fornito alle scuole su chiavetta Usb.
Il software incorpora due strumenti per una didattica tecnologicamente evoluta, che coinvolge sia gli scolari con disturbi specifici di apprendimento (Dsa), che tutti gli altri componenti della classe, attraverso l'uso di mappe concettuali che valorizzano i punti di forza dei bambini con Dsa, minimizzando quelli di debolezza. «Il progetto "Una didattica per tutti con le mappe"- precisa Elsa Ferrua presidente del Rotary di Savona - proseguirà e si svilupperà anche nel prossimo anno scolastico, con l'obiettivo di fornire gli stessi strumenti a 50 classi della prima media della scuola dell'obbligo». In questa seconda fase si affiancheranno anche i Rotary di Alassio, Albenga e Varazze (Riviera del Beigua). Il progetto e il lavoro sinora svolto, sarà oggetto del convegno pubblico in programma domani alla Sala Sibilla del Priamar con la partecipazione di Giacomo Stella, psicologo e professore ordinario dell'Università di Modena e Reggio e ispiratore della legge nazionale sulla dislessia. 
Al convegno di domani, con inizio alle 9 e aperto alla cittadinanza, interverranno: Livio Virtù dirigente scolastico e referente dell'Ufficio integrazione Usp; Maria Josè Baldizzone responsabile della Struttura Semplice di Nppee dell'Asl 2 Savonese; Monica Bertelli psicologa con Elettra Cerruti logopedista e Luca Grandi responsabile del Centro ricerche Anastasis. A conclusione, docenti insieme ad alcuni bambini coinvolti nel progetto, esporranno le loro esperienze e le loro considerazioni. «Siamo molto orgogliosi di questo progetto - afferma l'assessore comunale alla Promozione sociale Isabella Sorgini - in grado di aiutare i ragazzi con disturbi specifici di apprendimento, anche nell'ottica di integrazione e collaborazione con i propri pari».

martedì 16 aprile 2013

Maturità 2013: quarta prova, ma non ci sarà test invalsi. Le novità

Nuova prova per maturandi: cosa prevede e reazioni

Grandi novità in arrivo per gli studenti dell'ultimo anno di scuola superiore che si apprestano a sostenere gli esami di maturità il prossimo giugno 2013.

Qualche giorno fa, infatti, lo stato maggiore dell'Invalsi (l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) ha presentato la cosiddetta quarta prova degli esami di stato che, in aggiunta alle tre prove scritte e al colloquio pluridisciplinare attuali, dovrà essere sostenuta dai maturandi.

Tre in particolare i campi di istruzione che verranno valutati dal nuovo quizzone: capacità di letto-scrittura, capacità matematiche e competenze in inglese. Ma al superiore, diversamente da ciò che avviene nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado, sono presenti diversi indirizzi: licei, istituti tecnici e istituti professionali e, per questo motivo, il test avrà una parte di domande comuni a tutti gli indirizzi e una parte specifica per ogni indirizzo di studio.

La prova verrà somministrata a metà anno, quest’anno a maggio, e avrà un duplice obiettivo: una finalità orientativa per i ragazzi alle prese con la scelta universitaria e selettiva; e la possibilità per le università di utilizzare gli esiti del test Invalsi per selezionare le matricole.

Nel 2015, le prove verranno somministrate soltanto attraverso strumenti informatici. Ma i sindacati non ci stanno e contro il nuovo test Invalsi, i Cobas hanno già indetto uno sciopero generale della scuola che si terrà il 7 maggio per materne ed elementari, il 14 per scuole medie e il 16 per le scuole superiori.

Dislessia, manifestazioni e diagnosi



La dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA). Con questo termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia.

La caratteristica di questa categoria è la specificità, ovvero il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale, pertanto per avere una diagnosi di dislessia, il bambino non deve presentare: deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici.

In Italia la dislessia è poco conosciuta, benché si calcoli che riguardi il 3-4% della popolazione scolastica (fascia della Scuola Primaria e Secondaria di primo grado). Ilbambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara.

La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura: disortografia (cioè una difficoltà di tipo ortografico, nel 60% dei casi) e disgrafia (difficoltà nel movimento fino-motorio della scrittura, cioè una cattiva resa formale, nel 43% dei casi), nel calcolo (44% dei casi) e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e, di solito, vivaci e creativi.




Come si manifesta

Si manifesta con una lettura scorretta (numero di errori commessi durante la lettura) e/o lenta (tempo impiegato per la lettura) e può manifestarsi anche con una difficoltà di comprensione del testo scritto indipendente sia dai disturbi di comprensione in ascolto che dai disturbi di decodifica (correttezza e rapidità) del testo scritto.

Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l'inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d). A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni; lettura dell'orologio) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa.

In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nella capacità di attenzione e di concentrazione. Spesso il bambino finisce con l'avere problemi psicologici, quale demotivazione, scarsa autostima, ma questi sono una conseguenza, non la causa della dislessia.




La diagnosi

La diagnosi viene posta alla fine del II° anno della scuola primaria. Già alla fine del I° anno della scuola primaria, tuttavia, profili funzionali compromessi e presenza di altri specifici indicatori diagnostici (ritardo del linguaggio e anamnesi familiare positiva per DSA) possono anticipare i termini della formulazione diagnostica.

La diagnosi viene effettuata da un'equipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatra Infantile, Psicologo, Pedagogista e Logopedista, cioè da specialisti esperti, mediante specifici test. La diagnosi permette di capire finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli errori più comuni come colpevolizzare il bambino ("non impara perché non si impegna") e l'attribuire la causa a problemi psicologici, errori che determinano sofferenze, frustrazioni.

Il professionista dovrebbe redigere un referto scritto indicando il motivo dell'invio, i test utilizzati e la diagnosi conclusiva. Ottenuta la diagnosi si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica della didattica a favore dei ragazzi dislessici e contenute nelle direttive Ministeriali (legge 8/10/2010), come ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso della calcolatrice e/o del computer.

Tali provvedimenti devono poter essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di Stato. I dislessici hanno un diverso modo di imparare ma comunque imparano.



A cura di:

Dott.ssa Maria Grazia De Iaco - Specialista in Neuropsichiatria infantile

DSA: puntare allo sviluppo globale della persona


Lo ha sottolineato Nicola Cuomo, docente dell’Università di Bologna, uno dei relatori del convegno di Carpi dedicato agli studenti con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento), incontro svoltosi nell’àmbito della Rassegna “Nati per Vincere? La disabilità fa cultura”, che ha potuto contare su una platea numerosa e qualificata, fatta di genitori, insegnanti e studenti

Il tavolo dei relatori all’incontro di Carpi sui disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)

L’Università di Modena e Reggio Emilia è all’avanguardia in Italia per l’accoglienza e la didattica dei ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). «Ad oggi, infatti, ci sono ben settantasette studenti, e non sono certo pochi, per una Università di medie dimensioni come la nostra», ha sottolineatoGiacomo Guaraldi, referente per l’Accoglienza degli Studenti Disabili e con DSA dell’Ateneo emiliano, durante l’incontro Apprendere o comprendere? La scuola e i ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento, svoltosi il 10 aprile scorso a Carpi (Modena), nell’àmbito della quarta edizione di Nati per Vincere? La disabilità fa cultura, rassegna che intende sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della diversità, partendo dallo specifico àmbito della disabilità, voluta dalle associazioni locali Il Tesoro Nascosto (Associazione Genitori Figli con Disabilità) e ANMIC di Modena (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), con la collaborazione del Comune di Carpi, delle Istituzioni scolastiche, del CIP Emilia Romagna (Comitato Italiano Paralimpico) e della Polisportiva San Marinese.

I DSA, com’è noto, sono stati resi riconoscibili, qualche anno fa, anche dalla specifica Legge170/10, che ha fornito alla scuola gli strumenti per poter accompagnare gli studenti nel loro percorso di studi, dalle materne all’università.
All’incontro di Carpi – moderato dal giornalista RAI e presidente dell’Associazione Il Tesoro Nascosto Nelson Bova – ha partecipato anche Elisabetta Genovese, docente all’Università di Modena e Reggio Emilia e tra coloro che presero parte al Tavolo Tecnico per la stesura della citata Legge 170/10. «Proprio oggi ci ha chiamato il Ministero – ha rivelato durante l’incontro, di fronte a una platea numerosa e qualificata, fatta di genitori, insegnanti e studenti – per chiederci consigli sull’accoglienza degli studenti con DSA».
L’apprendimento per i ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento passa per la semplificazione dei testi letterari, della matematica, delle scienze, delle lingue: le cosiddette“mappe cognitive o concettuali”. «Ma l’esistenza durante e dopo la scuola non è fatta di mappe concettuali, non è una vita semplificata artificialmente», ha fatto notare Nicola Cuomo, altro relatore invitato all’incontro, docente associato in Pedagogia Speciale all’Università di Bologna. «Tutta l’esistenza – ha dichiarato – è fatta di strategie che ognuno deve costruirsi attraverso l’emozione della loro scoperta, azione che porterà all’emozione della conoscenza».
«Insistere sul problema non risolve il problema – ha continuato Cuomo -, aggirare l’ostacolo e dare allo studente strumenti alternativi con un linguaggio diverso da quello della razionalità invece sì. Questa infatti è una modalità che aiuta non solo lo studente con problemi, ma anche e soprattutto l’intera classe e l’intero contesto».

Concordi che un conto siano le norme e un altro la loro applicazione pratica, sono stati poi sia il dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Aldini-Valeriani di Bologna, Salvatore Grillo, sia il “padrone di casa”, ovvero il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Carpi DueAttilio Desiderio.
«Dobbiamo dirci con chiarezza – ha ammesso Grillo – che per molti insegnanti la presa in carico di uno studente con DSA è qualcosa che comporta un grande impegno e che tantifanno di tutto per evitare questo aggravio di lavoro».
Da tutti i relatori, poi, è arrivato congiuntamente un appello rispetto all’importanza non solo della diagnosi, ma anche del contesto in cui si propongono gli interventi di supporto. Dal canto suo, Genovese ha spiegato come il percorso normativo abbia permesso di «dare uniformità ai processi diagnostici e alle azioni di intervento sui DSA. Benché infatti il nostro Ateneo fosse già all’avanguardia rispetto al tema DSA, dall’entrata in vigore della Legge 170/10, una sempre maggior consapevolezza e sensibilità ha aiutato molti nostri studenti a esplicitare i loro disturbi, e permesso a noi di attivare nuove strategie didattiche per aiutarli».
«Come accennavo – ha aggiunto Guaraldi – ad oggi seguiamo settantasette studenti con DSA, provenienti da tutta Italia, e facciamo in modo che essi acquisiscano le stesse competenze dei colleghi e a cambiare non sia il percorso di studi, assolutamente non agevolato o semplificato, ma solo le modalità e i tempi, tassativamente non superiori del 30%».
In tal senso Cuomo ha affermato che, «se semplificata, una sfida perde di valore e di ricchezza e fa perdere allo studente la stima degli altri e in se stesso». Il docente ha richiamato poi l’attenzione sulla persona e sul contesto nel quale la diagnosi di DSA si inserisce, ribadendo più volte come «si debba puntare allo sviluppo globale della persona, aiutandola ad accrescere altre competenze utili a superare lo svantaggio». «Siamo chiamati a scegliere – ha affermato in particolare – se addestrare o piuttosto formare i ragazzi, preferendo interventi educativi vissuti invece che subìti».

Tutti i relatori hanno convenuto inoltre sul fatto di definire i primi dieci anni di vita di un bambino come quelli decisivi e più importanti. «Diamo un’importanza crescente agli insegnanti in funzione del grado di scuola dove insegnano – ha fatto notare Cuomo – e invece i più importanti per la costruzione dell’architettura cognitiva di una persona sono proprio gli anni da zero a dieci e quindi determinanti sono gli insegnanti che li accompagnano in quel periodo durante il loro percorso di crescita. Dovremmo quindi ripensare, a beneficio di tutti, l’intero sistema scolastico, ribaltando le nostre prospettive e preferendo una scuola-laboratorio, una scuola del fare».
«E occorre – ha aggiunto Genovese – ripensare anche l’ambiente fisico in cui si fa scuola, costruendo aule con una migliore acustica, utilizzando strumenti che permettano una migliore interazione insegnante-classe, anche basandoci sulle ricerche scientifiche più recenti».

L’incontro è stato arricchito dalla partecipazione delle operatrici specializzate del Servizio Educativo Re Mida della Cooperativa Sociale CEIS Formazione, che hanno presentato il proprio progetto di supporto alla didattica e di sostegno all’autonomia, all’autostima e alla crescita globale degli adolescenti con DSA.
La conclusione è stata affidata invece alla testimonianza, articolata ed efficace, di Vittorio Melotti, dislessico plurilaureato dell’Ateneo modenese e oggi consulente dell’ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) per i DSA. (N.B. e S.B.)


Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@iltesoronascosto.org.