Da AGI Salute(AGI) - Roma, 3 nov. - "I Disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa) non hanno al momento un'eziologia genetica certa, dato che non esiste un gene responsabile. Al convegno dell'Istituto di Ortofonologia (Ido) cerchero' di fare una disamina sui geni coinvolti in quadri clinici che si manifestano anche con Dsa e sulle loro implicazioni neurofisiologiche e cliniche". Lo ha detto Giancarlo Zito, neurologo del servizio diagnosi e valutazione dell'Ido, che affrontera' il tema delle 'Prospettive neurofisiologiche nei disturbi dell'apprendimento' al XV convegno nazionale dell'IdO, in programma a Roma sabato 10 novembre dalle 9 alle 18 all'Istituto comprensivo Regina Elena in Via Puglie n.4. "Esistono molte sindromi neurologiche a eziologia genetica certa, ovvero la cui espressivita' clinica dipende dall'alterazione di uno o piu' geni identificati (ad esempio la sindrome di Angelman o di Prader-Willi o ancora quelle forme di epilessia legate al malfunzionamento di canali ionici la cui espressione, come ogni proteina, e' intimamente legata a geni). Nei Dsa invece - ha aggiunto Zito - i potenziali geni coinvolti sono al momento pochi e comprendono ad esempio FOXP2, CNTNAP2 e CMIP. Bisogna analizzare cosa comporti sul piano clinico (fenotipo) un'anomalia strutturale di queste porzioni cromosomiche e perche' esistono dei disturbi che si mascherano da Dsa ma in realta' non lo sono". La disprassia verbale, la balbuzie o ancora il ritardo nel linguaggio "rappresentano un altro esempio di questo fenomeno - ha sottolineato il membro dell'equipe diagnostica dell'Ido - senza pero' poter affermare che proprio un determinato gene alterato porti alla particolare patologia, perche' non esiste una corrispondenza univoca tra l'alterazione di un gene ed il fenotipo corrispondente di Dsa". Secondo Zito, quindi, "non deve passare il concetto che i Dsa siano un disturbo a base genetica ereditabile con modalita' mendeliana, ma non si puo' negare che in molti quadri clinici che si manifestano come Dsa si verifichi con maggior probabilita' un'alterazione di uno dei geni sopra citati. Spesso si rileva una familiarita' nei Dsa che suggerisce la presenza di un coinvolgimento genetico, ma ripeto - ha concluso il neurologo - non e' possibile oggi costruire una relazione causale con specifici geni" .
Non è facile capire cosa può provare un ragazzo o una ragazza dislessico, ma di sicuro so cosa possiamo fare per sostenerli ogni attimo della loro vita. Il mio e il vostro impegno saranno una certezza per il loro futuro. Sul nostro blog pubblichiamo notizie, aggiornamenti, suggerimenti e interventi di genitori, clinici, personaggi della vita pubblica istituzionale e civile. Mandateci i vostri contributi, consolideranno e rafforzeranno i diritti dei nostri ragazzi
A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare
martedì 13 novembre 2012
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L'insegnante...
Tratto da Natura Matematica
"L'insegnante è la persona alla quale un
genitore affida la cosa più preziosa che possiede suo figlio: il cervello.
Glielo affida perché lo trasformi in un oggetto pensante. Ma l'insegnante è
anche la persona alla quale lo Stato affida la sua cosa più preziosa: la
collettività dei cervelli, perché diventino il paese di domani."
(Opera dell'artista @Igor Morski, dal nome "Placebo from supermarket
shelves")
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domenica 11 novembre 2012
"Il dono della dislessia" in uno spettacolo
La Nuova Ferrara del 07-11-2012
c
FERRARA. Il dono della dislessia. E' il titolo dello spettacolo teatrale multimediale, mix di letture animate e video, che andrà in scena mercoledì 14 novembre, alle 10.45, alla Sala Estense in piazza Municipale a Ferrara. Protagonisti i giovani attori Marta, Simona, Emily, Virginia, Gabriele, Filippo, Carlos, Vanessa, Raimondo e Mattia, che racconteranno le esperienze vissute dalla scuola primaria alle superiori nell'affrontare un disturbo complicato come la dislessia. Il reading teatrale porterà poi il pubblico alla scoperta dei volti inediti di biografie famose, di personaggi del mondo della scienza e del cinema che hanno sofferto di dislessia. Al termine le voci degli attori in erba si uniranno a quelle del video “Don't shoot me”, che mette in luce come rapportarsi con chi è dislessico richieda attenzione e spirito di conoscenza. Un disturbo che non compromette l'intelligenza e la creatività, ma colpisce la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e scorrevole. Lo spettacolo, promosso dall'Associazione Sos Dislessia, prende forma all'interno del progetto Giovani e Volontariato, fuori e dentro la scuola 2 sostenuto da Agire Sociale Csv, un percorso che ha visto insieme giovani con dislessia, genitori, volontari e insegnanti, per migliorare l'integrazione scolastica e sensibilizzare sul problema le scuole. L'idea nasce quattro anni fa nel gruppo di genitori e ragazzi che frequentano il corso per l'autonomia scolastica portato avanti da Sos Dislessia. “Il dono della dislessia” approda alla Sala Estense dopo un tour che ha toccato tre feste del volontariato, che si sono svolte nella provincia di Ferrara. Collabora l'Associazione New Millenium e partecipano i giovani della scuola di hip hop “My style is new style Lopez hip hop crew”. Testi, video e regia sono di Silvia Borsetti e Valentina Malagutti; luci e audio di Giacomo Orlandi e Gianluca Bernardi. Lo spettacolo, gratuito e aperto alla cittadinanza, sarà introdotto da un laboratorio interattivo, rivolto alle scuole, per una prima conoscenza della dislessia e disturbi specifici dell'apprendimento, che sarà tenuto da Valentina Malagutti, presidente di Sos Dislessia e dai due tutor Giulia Ghironi e Francesco Fiorini. Per informazioni Valentina allo 338.79 20 398 - http://www.ferrarasociale.org/aiutodislessia/
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FERRARA. Il dono della dislessia. E' il titolo dello spettacolo teatrale multimediale, mix di letture animate e video, che andrà in scena mercoledì 14 novembre, alle 10.45, alla Sala Estense in piazza Municipale a Ferrara. Protagonisti i giovani attori Marta, Simona, Emily, Virginia, Gabriele, Filippo, Carlos, Vanessa, Raimondo e Mattia, che racconteranno le esperienze vissute dalla scuola primaria alle superiori nell'affrontare un disturbo complicato come la dislessia. Il reading teatrale porterà poi il pubblico alla scoperta dei volti inediti di biografie famose, di personaggi del mondo della scienza e del cinema che hanno sofferto di dislessia. Al termine le voci degli attori in erba si uniranno a quelle del video “Don't shoot me”, che mette in luce come rapportarsi con chi è dislessico richieda attenzione e spirito di conoscenza. Un disturbo che non compromette l'intelligenza e la creatività, ma colpisce la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e scorrevole. Lo spettacolo, promosso dall'Associazione Sos Dislessia, prende forma all'interno del progetto Giovani e Volontariato, fuori e dentro la scuola 2 sostenuto da Agire Sociale Csv, un percorso che ha visto insieme giovani con dislessia, genitori, volontari e insegnanti, per migliorare l'integrazione scolastica e sensibilizzare sul problema le scuole. L'idea nasce quattro anni fa nel gruppo di genitori e ragazzi che frequentano il corso per l'autonomia scolastica portato avanti da Sos Dislessia. “Il dono della dislessia” approda alla Sala Estense dopo un tour che ha toccato tre feste del volontariato, che si sono svolte nella provincia di Ferrara. Collabora l'Associazione New Millenium e partecipano i giovani della scuola di hip hop “My style is new style Lopez hip hop crew”. Testi, video e regia sono di Silvia Borsetti e Valentina Malagutti; luci e audio di Giacomo Orlandi e Gianluca Bernardi. Lo spettacolo, gratuito e aperto alla cittadinanza, sarà introdotto da un laboratorio interattivo, rivolto alle scuole, per una prima conoscenza della dislessia e disturbi specifici dell'apprendimento, che sarà tenuto da Valentina Malagutti, presidente di Sos Dislessia e dai due tutor Giulia Ghironi e Francesco Fiorini. Per informazioni Valentina allo 338.79 20 398 - http://www.ferrarasociale.org/
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È dislessico: quale scuola?
Il Corriere della Sera del 10-11-2012
Ansia da pre-iscrizione, norme, diagnosi «Ci sarà uno stand per ogni problema»
MILANO. La dislessia fa il tutto esaurito. È successo l'anno scorso all'open day per famiglie dell'Associazione Italiana Dislessia ed è probabile succederà ancora domani per la nuova giornata aperta che si tiene in via Ettore Bugatti dalle 10.30 alle 16 (www.aidlombardia.it). La presidente Laura Sanvito anticipa che ci vorrà pazienza, ma tutti avranno una risposta. «Alla scorsa edizione abbiamo dovuto improvvisare l'ingresso con i numeri, come ai supermercati». E aggiunge: «Ce la mettiamo tutta e cercheremo di soddisfare ogni richiesta, ma voglio ricordare che è possibile incontrare gli specialisti, dietro appuntamento e sempre gratuitamente, anche durante l'anno». La onlus nata dai genitori Cosa c'è dietro questo affollamento domenicale? Inutile girarci intorno: i disturbi specifici dell'apprendimento, dislessia, disortografia (incapacità di scrivere correttamente le parole), disgrafia (difficoltà a riprodurre segni alfabetici e numerici) e discalculia (disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche) spaventano ancora molto. Sembrano «socialmente accettati», ma poi nella quotidianità madri e padri hanno a che fare con grandi difficoltà, e arriva l'ansia. Basta un esercizio di matematica ancora irrisolto dopo un paio di ore o una paginetta di storia che proprio non entra in testa. La paura di mamme e papà riguarda il futuro, perché nonostante la normativa (la legge è uscita due anni fa e ci sono trenta pagine di linee guida per gli insegnanti) non tutte le scuole sono davvero pronte ad accogliere bambini e ragazzi dislessici. L'Associazione Italiana Dislessia è una onlus creata da genitori con figli dislessici. E questa è la sua forza: fra pari c'è una comunicazione franca e diretta, senza disagio. Ed è la forza di questa giornata, dove non viene tralasciato niente. «Organizziamo l'open day come una fiera», racconta ancora la presidente, «con tanti piccoli stand per ogni tematica. A ogni sportello c'è un esperto che ascolta, consiglia, indirizza». Gli stand novità Ci sono stand più tradizionali, come quello dedicato alla diagnosi (al mattino sarà presente il neuropsicologo Enrico Profumo), pensato sia per chi ha solo un sospetto che per chi ha già un certificato in mano ma cerca chiarimenti, o quello della logopedia (dove farla, se farla anche in attesa di diagnosi, con che frequenza, le alternative per i ragazzi più grandi). E stand-novità, come lo spazio Università, affidato a studenti dislessici che raccontano le loro esperienze e sottolineano i servizi che gli atenei iniziano a offrire. Poi ci sono stand più tecnici, ad esempio uno dedicato all'informatica. «Il computer è il grande amico dello studente dislessico e ha una doppia potenzialità: strumento compensativo ma anche didattico», spiega Davide Ferrazzi, formatore in tecnologia didattica e inclusiva. Che precisa: «Sono bombardato da quesiti tecnici da parte delle famiglie, ma capitano sempre anche domande personali. Il figlio che non vuole usare il pc in classe per non sentirsi diverso, il bambino che l'ha avuto sul banco per i tre anni delle medie e al passaggio alle superiori ha trovato ostilità...». Costruire l'autonomia «Bisogna imparare a leggere il non detto», conferma Rosi Montani, docente e counselor, impegnata allo sportello scuole secondarie (medie e superiori). «Questo è il periodo delle iscrizioni, drammatico per molte famiglie. Noi abbiamo una sorta di database creato negli anni con i racconti dei genitori. Consigliamo come scegliere un liceo a seconda di interessi e tipo di diagnosi e suggeriamo le scuole più attente e sensibili, dove gli insegnanti hanno seguito corsi di formazione». «La domanda che ricevo più di frequente riguarda le abilità strumentali. L'obiettivo è arrivare, nel tempo, all'autonomia nello studio», conclude Lorenzo Calligaris, pedagogista che segue lo stand elementari. «Ma al di là delle singole risposte, l'open day crea una rete per i genitori e apre collaborazioni che diventano punto di riferimento importante nei momenti di difficoltà». Non è la fila che fa paura.
di Marta Ghezzi
Ansia da pre-iscrizione, norme, diagnosi «Ci sarà uno stand per ogni problema»
MILANO. La dislessia fa il tutto esaurito. È successo l'anno scorso all'open day per famiglie dell'Associazione Italiana Dislessia ed è probabile succederà ancora domani per la nuova giornata aperta che si tiene in via Ettore Bugatti dalle 10.30 alle 16 (www.aidlombardia.it). La presidente Laura Sanvito anticipa che ci vorrà pazienza, ma tutti avranno una risposta. «Alla scorsa edizione abbiamo dovuto improvvisare l'ingresso con i numeri, come ai supermercati». E aggiunge: «Ce la mettiamo tutta e cercheremo di soddisfare ogni richiesta, ma voglio ricordare che è possibile incontrare gli specialisti, dietro appuntamento e sempre gratuitamente, anche durante l'anno». La onlus nata dai genitori Cosa c'è dietro questo affollamento domenicale? Inutile girarci intorno: i disturbi specifici dell'apprendimento, dislessia, disortografia (incapacità di scrivere correttamente le parole), disgrafia (difficoltà a riprodurre segni alfabetici e numerici) e discalculia (disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche) spaventano ancora molto. Sembrano «socialmente accettati», ma poi nella quotidianità madri e padri hanno a che fare con grandi difficoltà, e arriva l'ansia. Basta un esercizio di matematica ancora irrisolto dopo un paio di ore o una paginetta di storia che proprio non entra in testa. La paura di mamme e papà riguarda il futuro, perché nonostante la normativa (la legge è uscita due anni fa e ci sono trenta pagine di linee guida per gli insegnanti) non tutte le scuole sono davvero pronte ad accogliere bambini e ragazzi dislessici. L'Associazione Italiana Dislessia è una onlus creata da genitori con figli dislessici. E questa è la sua forza: fra pari c'è una comunicazione franca e diretta, senza disagio. Ed è la forza di questa giornata, dove non viene tralasciato niente. «Organizziamo l'open day come una fiera», racconta ancora la presidente, «con tanti piccoli stand per ogni tematica. A ogni sportello c'è un esperto che ascolta, consiglia, indirizza». Gli stand novità Ci sono stand più tradizionali, come quello dedicato alla diagnosi (al mattino sarà presente il neuropsicologo Enrico Profumo), pensato sia per chi ha solo un sospetto che per chi ha già un certificato in mano ma cerca chiarimenti, o quello della logopedia (dove farla, se farla anche in attesa di diagnosi, con che frequenza, le alternative per i ragazzi più grandi). E stand-novità, come lo spazio Università, affidato a studenti dislessici che raccontano le loro esperienze e sottolineano i servizi che gli atenei iniziano a offrire. Poi ci sono stand più tecnici, ad esempio uno dedicato all'informatica. «Il computer è il grande amico dello studente dislessico e ha una doppia potenzialità: strumento compensativo ma anche didattico», spiega Davide Ferrazzi, formatore in tecnologia didattica e inclusiva. Che precisa: «Sono bombardato da quesiti tecnici da parte delle famiglie, ma capitano sempre anche domande personali. Il figlio che non vuole usare il pc in classe per non sentirsi diverso, il bambino che l'ha avuto sul banco per i tre anni delle medie e al passaggio alle superiori ha trovato ostilità...». Costruire l'autonomia «Bisogna imparare a leggere il non detto», conferma Rosi Montani, docente e counselor, impegnata allo sportello scuole secondarie (medie e superiori). «Questo è il periodo delle iscrizioni, drammatico per molte famiglie. Noi abbiamo una sorta di database creato negli anni con i racconti dei genitori. Consigliamo come scegliere un liceo a seconda di interessi e tipo di diagnosi e suggeriamo le scuole più attente e sensibili, dove gli insegnanti hanno seguito corsi di formazione». «La domanda che ricevo più di frequente riguarda le abilità strumentali. L'obiettivo è arrivare, nel tempo, all'autonomia nello studio», conclude Lorenzo Calligaris, pedagogista che segue lo stand elementari. «Ma al di là delle singole risposte, l'open day crea una rete per i genitori e apre collaborazioni che diventano punto di riferimento importante nei momenti di difficoltà». Non è la fila che fa paura.
di Marta Ghezzi
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Quale PC per uno studente con DSA?
Tratto da:
Papi 4 DSA
Nei gruppi che si occupano di Disturbi
Specifici dell'Apprendimento spesso ricompare la classica domanda di un genitore
alle prese con l'acquisto dello strumento compensativo per
antonomàsia:
"Ma che computer mi conviene prendere per mio figlio che lo deve portare a scuola ogni giorno?"

Gli studenti con DSA con il Laptop a scuola ci devono lavorare in modo piuttosto intenso e con una certa velocità di esecuzione: scrivono, leggono ed ascoltano testi e libri digitali, scrivono problemi e formule matematiche, disegnano forme geometriche, creano mappe mentali e concettuali, ecc.
"Ma che computer mi conviene prendere per mio figlio che lo deve portare a scuola ogni giorno?"
Notebook, Netbook o Tablet?

Gli studenti con DSA con il Laptop a scuola ci devono lavorare in modo piuttosto intenso e con una certa velocità di esecuzione: scrivono, leggono ed ascoltano testi e libri digitali, scrivono problemi e formule matematiche, disegnano forme geometriche, creano mappe mentali e concettuali, ecc.
Il Tablet non lo consiglio
Per svolgere tutti questi compiti in modo efficiente la tastiera ed il mouse diventano strumenti indispensabili, così come la porta USB per scambiare dati con l'insegnante (compiti, verifiche, ...). Hanno bisogno di software specifici e non tutti sono disponibili su Tablet. Per questa serie di motivi non consiglio l'acquisto di un Tablet.Pro e contro per Notebook e Netbook
Notebook
Pro: Monitor e
tastiera più grandi (15-17 pollici), lettore/masterizzatore di CD e DVD
incorporato
Contro: Peso più
elevato (4-5 Kg), minor durata della batteria (4 ore)
Netbook
Pro: Peso ridotto
(1-2 Kg), maggior durata della batteria (fino a 7 ore)
Contro: Monitor e
tastiera più piccoli (7-12 pollici), assenza di lettore/masterizzatore di CD e
DVD
La scelta dipende quindi da
cosa si vuole privilegiare: peso e durata della batteria o ampiezza dello
schermo e masterizzatore DVD?
La mia scelta
Per i miei ragazzi ho scelto
due Netbook con schermo da 10 pollici per una serie di
considerazioni:
- Il peso. Devono portare il computer sulle spalle ogni giorno oltre al resto del materiale (Libri cartacei di cui non si dispone della versione digitale, quaderni astuccio e diario, alimentatore, mouse, registratore, prolunga, ciabatta, riduttore, ...)
- La durata della batteria. Non sempre in aula si ha a disposizione una presa per collegare l'alimentatore.
- Monitor e tastiera. Sono più piccoli ma ci si abitua velocemente, inoltre quando sono a casa si possono collegare un monitor esterno (anche la TV) ed una tastiera ed utilizzare il Netbook come se fosse un PC fisso.
- Il lettore/masterizzatore CD e DVD. A scuola non serve! A casa solo per installare software o per fare copie di salvataggio dei dati. Ci sono dei masterizzatori esterni da collegare alla presa USB che costano sui 30/40 euro.
- Il costo. Un Netbook più una tastiera ed un masterizzatore esterni in generale costano meno di un Notebook.
Sistema operativo
Un ultima considerazione va
fatta anche sul sistema operativo da installare sul Laptop che sceglierete. La
maggior parte dei software che utilizzano gli studenti con DSA è disponibile
solo per Windows (versioni da XP in su), quindi Linux e iOS (Apple) purtroppo li
sconsiglio, ma il mondo dell'Information Technology è in continuo sviluppo,
pertanto è probabile che in un prossimo futuro si possano adottare soluzioni
migliori.
La vostra scelta
Adesso che avete una
panoramica delle differenze potete fare la vostra scelta in modo più consapevole
tenendo conto di quali sono le vostre preferenze.
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