A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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giovedì 17 ottobre 2013

DIECI PASSI PER UNA DIAGNOSI DSA


Settimana europea della dislessia, le iniziative in libreria

Dal 15 fino al 20 ottobre 2013 saranno allestiti dei corner in dieci librerie Giunti al 

Punto, dove saranno presenti operatori dei centri SOS dislessia per fornire informazioni e supporto sui Disturbi dell’Apprendimento


MILANO – Si apre oggi la settimana europea dedicata alla dislessia (dyslexia awareness). Per l’occasione, fino al 20 ottobre gli operatori dei centri SOS dislessia – sotto la direzione scientifica del professor Giacomo Stella – saranno presenti in alcunelibrerie Giunti al Punto, ogni giorno dalle ore 17 alle 19, per offrire a tutti i bambini a partire dai 7 anni uno screening di lettura gratuito per valutare eventuali rischi di dislessia. Le Librerie Giunti al Punto coinvolte nel progetto sono quelle di Rozzano (MI), Cornate d’Adda (MB), Modena centro, Modena centro commerciale I portali, Genova complesso Fiumara 2, Roma, Torino, Cesena, Tito Scalo (PZ), Carini (PA).

I PUNTI DISLESSIA – Presso i corner che le librerie Giunti al Punto dedicano alla dislessia e ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), genitori, insegnanti e professionisti potranno trovare le prime informazioni di base, volumi, software e materiali utili a comprendere e affrontare con le giuste strategie i DSA.
COSA SONO I DSA – I DSA (disturbi specifici di apprendimento) si manifestano con difficoltà legate alla rapidità e alla correttezza nella lettura, nella scrittura e nel calcolo. Il periodo più critico del loro manifestarsi coincide con quello scolastico. I disturbi più comuni sono così classificati: dislessia (difficoltà di lettura), disgrafia (scrittura incomprensibile), disortografia (incapacità di scrivere senza errori), discalculia (difficoltà con i numeri e con i calcoli).

L’OFFERTA DEI PUNTI DISLESSIA – Nei corner dei Punti Dislessia presso le librerie Giunti al Punto è possibile trovare: materiali informativi sui centri specializzati di Sos dislessia che si occupano di attività clinica e rieducativa dei bambini e degli adulti con disturbi specifici di apprendimento; volumi sui DSA editi da Giunti Scuola; i più aggiornati strumenti per la valutazione precoce, la diagnosi dei DSA, materiali di recupero e potenziamento, oltre a software compensativi, rieducativi e riabilitativi (Giunti O.S. e Anastasis).

Dislessia, pochi fondi e niente corsi: ma noi prof ce la mettiamo tutta

 Dopo aver ascoltato la voce degli esperti e lo sfogo dei genitori, torniamo sultema della dislessia. Stavolta però, a parlare è Cristina, un’insegnante della provincia di Firenze  da dieci anni è impegnata sul tema dei disturbi dell’apprendimento. Racconta come sia difficile parlare con i genitori che, presi dalla paura, all’inizio negano il problema. E di come sia necessaria una triangolazione stretta tra famiglia-scuola-ente locale.  Ma ora, con i tagli dei fondi,  i corsi di aggiormento che l’hanno aiutata così tanto non si organizzaranno più.

*****
Sono un’insegnante di scuola primaria in provincia di Firenze, e da dieci (dieci!) anni sono la referente per i Disturbi specifici di apprendimento.Nella mia regione da anni facciamo dei test ai bambini di prima e seconda per individuare precocemente i disturbi specifici, e alla fine della seconda, se i problemi persistono,vengono indirizzati alla Asl.
L’ufficio scolastico regionale ha proposto,negli anni passati, corsi di preparazione ed aggiornamento, che insieme a tante mie colleghe, ho seguito, e siamo state supportate da psicologi e neuropsichiatri e periodicamente ci formavano.
Le insegnanti non possono fare diagnosi, ma sicuramente l’esperienza fa riconoscere un problema.
Negli anni abbiamo individuato bambini con presunta Dsa ( Disturbi specifici di apprendimento) e indirizzati alla Asl, non senza difficoltà di accettazione da parte dei genitori. Ma anche per i genitori, nel mio comune è stato predisposto uno sportello di ascolto,e tanti sono quelli che vengono da noi scaricando la colpa sulle insegnanti incompetenti.
Alla fine, però, capiscono che il problema non può essere risolto solo a scuola, ma con una collaborazione scuola-famiglia-ente locale.
Purtroppo, per mancanza di fondi, quest’anno l’ufficio scolastico regionale non riproporrà i corsi di formazione e prevedo un futuro buio, ma vi assicuro che in Toscana è stato fatto molto.
Parlando con alcune mie colleghe di altre regioni, ho capito che mai hanno fatto test in classe, quindi ho capito che il siistema dipende dalla regione.
Adesso, però c’è una legge la 170, che obbliga gli insegnanti a seguire un Piano di studio personalizzato per i bambini con diagnosi di Dsa.E’ quindi arrivato il momento di colmare questo divario e gli enti locali che sono rimasti indietro devono muoversi nelle scuole per informare e formare gli insegnanti.
E devono farlo il più presto possibile per evitare che si ripeta il caso denunciato dal papà proprio su questo blog. Una diagnosi di dislessia a tredici anni è un caso limite, e sicuramente gli insegnanti della primaria e delle medie non erano preparati a riconoscere i Dsa. Oppure erano impossibilitati a fare diversamente senza una diagnosi specifica: una diagnosi che, comunque,  deve essere richiesta dal genitore, non dalla maestra o dal professore.

Cyberbully Pettegolezzi Online

Solo una considerazione,

per stare vicino ai miei ragazzi, ho accettato un lavoro lontano da casa faccio 2 ore di treno andata e 2 ore al ritorno. Bene, per passare il tempo ho scaricato un film da youtube "

Cyberbully, Pettegolezzi Online

Sono tre giorni e ancora non riesco a finirlo di vederlo.

Ritornando a noi, da poco sono riprese le scuole e già ci sono state riunioni, collegi docenti/genitori, mi domando: 

io sono stato nell'Associazionismo, ho conosciuto tante situazioni derivanti da situazioni ingiuste, da indifferenza, da egoismo, e pure non riesco a vedere ancora la fine del film. 
Lo conosco, ma è d'impatto ed è pura realtà. Un'atroce realtà sommersa, che chi ha il dovere di vigilare preferisce ignorare. Si, stiamo parlando di BULLISMO ON LINE, che non si può controllare ma che come un'onda travolge e sconvolge la vita di tanti ragazzi e ragazze. Ragazzi normalissimi, timidi, introversi, ragazzi che vedono le cose da un'altra prospettiva.  Ragazzi che preferiscono fare delle scelte proprie e non uniformarsi, ragazzi.
Danni indelebili che hanno portato anche a tragiche conclusioni; 

Vi chiedo: perchè non insistere affinchè nelle scuole si diffondano le conseguenze? Perchè invece del filmetto storico o culturale (senza niente togliere alla storia e alla cultura), non obbligare i ragazzi e i genitori a prenderne atto, facendo incontri, conferenze, volantini. PARLARNE.
Ci sono tante difficoltà che coinvolgono gli adolescenti, ma le conseguenze gratuite che si elargiscono sono immense, e già alcuni affrontano giorgio x giorno la loro vita.

Chiedo ufficialmente alle Associazioni, insegnanti, dirigenti, genitori, di monitorare e vigilare, di "intervenire" prima che si creino leggende.

Vi auguro una buona visione, magari con i vostri ragazzi che sicuramente saranno più sensibili degli adulti