A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

martedì 19 febbraio 2013

Universita': studiare senza barriere all'Ateneo di Siena

Adnkronos

Siena, 18 feb. - (Adnkronos) - Studiare senza barriere e' possibile all'Universita' di Siena: l'Ateneo infatti e' impegnato nell'offrire servizi e percorsi didattici personalizzati adatti agli specifici bisogni dei suoi studenti, attraverso l'Ufficio accoglienza disabili e servizi Dsa. In occasione dell'iniziativa di orientamento ''Universita' aperta'' mercoledi' 20 e giovedi' 21 febbraio l'Ufficio accoglienza disabili e servizi Dsa sara' a disposizione dei ragazzi e delle loro famiglie per fornire tutte le informazioni sui servizi offerti per facilitare i rapporti con le strutture universitarie e con i docenti.

L'ufficio mette a disposizione servizi di trasporto, accompagnamento, assistenza per lo svolgimento di pratiche, supporto nello studio e fornitura di strumenti didattici adeguati per gli studenti con disabilita' motoria o sensoriale. E' attivo un servizio di supporto per gli studenti con dislessia per fornire gli strumenti necessari ad abbattere gli ostacoli che impedirebbero di affrontare in maniera serena e proficua il percorso di studi, dagli strumenti informatici per lo svolgimento di esami, la frequenza alle lezioni e alle altre attivita' formative, all'aiuto dei tutor per l'organizzazione nelle attivita' di studio.

Inoltre, attraverso lo sportello Informhabile, sono disponibili informazioni e assistenza per avvicinarsi allo sport e praticarlo con l'ausilio di personale formato. L'Ufficio accoglienza disabili e servizi Dsa si trova presso il palazzo del Rettorato dell'Universita' di Siena, in via Banchi di Sotto 55. E' aperto dal lunedi' al venerdi' dalle 8 alle 14; il martedi' e giovedi' anche dalle 15 alle 17.

18 febbraio 2013

In 7 scuole a Roma si sperimenta EdiTouch, il tablet compensativo per la dislessia

Disturbi dell’apprendimento come la dislessia richiedono strumenti compensativi per l’insegnamento a scuola. Vi avevamo parlato di EdiTouch, un tablet progettato per la DSA, e ora che parte la sua sperimentazione in 7 scuole romane – coinvolgendo 230 bambini e le loro famiglie – ne parliamo in questa intervista a Marco Iannacone, ideatore di EdiTouch.



intervista a Marco Iannacone a cura di Simone Bonesini


Marco, ci racconti un po’ della sperimentazione di EdiTouch che avete avviato a Roma? In che cosa consiste?

Si tratta di una sperimentazione di cui sono davvero orgoglioso: per la prima volta in Italia (credo) verrà testata in maniera scientifica l’efficacia di uno strumento informatico (il nostrotablet EdiTouch) e di strategie didattiche specifiche per essere d’aiuto allo studio dei bambini dislessici. Il progetto prevede l’assegnazione in comodato d’uso di oltre 230 tablet EdiTouchad altrettanti bambini certificati DSA, che lo utilizzeranno per circa 18 mesi a casa e a scuola per svolgere le normali attività di studio.

Parli di «strategie didattiche»: quindi non fornite solo il tablet?

EdiTouch è solo uno strumento: ovviamente, da solo non fa nulla. È importante quindi non soltanto imparare a usarlo tecnicamente, ma definire un processo di apprendimento efficace che ne preveda l’utilizzo nei momenti e con i contenuti appropriati.

Per questo è fondamentale il contributo anche di insegnanti e genitori. Il progetto comprende quindi la formazione tecnica di tutti gli insegnanti, dei genitori e del personale specialistico a supporto (logopedisti e neuropsichiatri), oltre che degli studenti che lo dovranno utilizzare (tra bambini e adulti sono oltre 500 persone!).
Dal punto di vista tecnico insieme ai tablet nel progetto verranno usati scanner multifeed, LIM, chiavette usb, ecc.

Sembra un progetto molto articolato: avete fatto tutto da soli?

Oh, no! Noi ci occupiamo solo della parte tecnologica. Il resto del progetto è guidato dal personale dell’ASL Roma D, da neuropsichiatri e logopedisti e dagli insegnanti. Non potrebbe essere altrimenti.
Nei prossimi mesi il proseguimento della formazione e l’assistenza tecnica su EdiTouch verranno forniti dalla Cooperativa Onlus Il Geco di Milano (attraverso i suoi psicologi).

Ma come è nata la sperimentazione su Roma? È stata una tua idea?

In realtà l’idea è stata di Debora Vilasi, coordinatrice del Servizio di Prevenzione dell’ASL Roma D (e, tra l’altro, anche lei mamma di una bambina dislessica). Venuta a fine agosto a conoscenza di EdiTouch, mi ha contattato per capire se c’era spazio per fare qualcosa insieme. Ha poi coinvolto Lorenzo Toni – (vulcanico) neuropsichiatra che da anni collabora con loro – e insieme abbiamo iniziato a ipotizzare un possibile scenario di lavoro.

Gli ostacoli erano tanti ma Vilasi è riuscita a risolverli tutti, anche grazie al personale impegno del Direttore del Dipartimento Prevenzione e Protezione della ASL, Claudio Fantini. Anche la collaborazione degli insegnanti è stata fondamentale.

Veniamo alla domanda scomoda: chi ha pagato tutto questo? I contribuenti?

Il progetto è stato finanziato da una fondazione privata (che preferisce non essere menzionata), ma ha contribuito in parte anche la ASL Roma D.

E l’universitá di che cosa si occupa?

L’Università di Roma ha messo a punto – insieme a Lorenzo Toni – il metodo scientifico attraverso il quale verrà verificata l’efficacia della metodologia e dello strumento nei prossimi 18 mesi.
Sono stati stilati dei questionari per alunni, insegnanti e genitori per valutare prima dell’avvio del progetto la situazione di partenza ed è stato costituito un comitato scientifico che sovraintende e verifica le attività. Inoltre si è individuato anche un gruppo di confronto di alunni DSA che non usi il tablet, in modo da avere un termine di paragone.

Quali sono gli obiettivi che vi date?

Il primo obiettivo è senza dubbio quello di cercare di aiutare questi 230 bambini.
Come ha detto la preside di una delle scuole in cui stiamo avviando questa sperimentazione: «Se anche solo il 10% dei bambini che prendono parte a questo progetto riuscirà a guadagnare autostima e autonomia riuscendo ad affrontare lo studio con maggior efficacia, per noi sarà un grande risultato!».

In secondo luogo, mi piacerebbe cogliere l’opportunità per capire che cosa possiamo fare per migliorare EdiTouch, non solo risolvendo eventuali bug (ricordo, infatti, che è un prodotto ancora in fase di sviluppo), ma anche sviluppando nuovi applicativi o portandovi specifici contenuti che possano servire ai ragazzi nello studio.
Per finire, insieme all’ASL abbiamo l’ambizione di identificare in EdiTouch le caratteristiche di uno strumento compensativo e facilitatore per la didattica, accessibile a tutte le famiglie, da proporre anche a livello dell’Unione Europea e dell’Area Mediterranea.


La home page del tablet con le icone dei programmi preinstallati

Ti potrebbero interessare anche questi articoli