Secondo Marco Rovelli (l'Unità) questo è un "libro-bomba".
E in effetti il saggio di Girolamo Di Michele, La scuola è di tutti, distrugge in un colpo solo la retorica semplicistica di quanti criticano l'educazione di Stato per magnificare quella privata. Lo fa a suon di argomentazioni documentate, usando tutto il potere della cultura
di Gabriele Salvatori
È stato Piero Calamandrei – l’11 febbraio 1950, nel discorso al terzo congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale – a sottolinearne il valore e la centralità all’interno di uno stato democratico. Quella riflessione, che metteva in relazione un buon servizio statale, un’adeguata diffusione del sapere e una robusta democrazia, è valida ancora oggi. Dunque non esagera chi dice che la riforma Moratti prima e quella Gelmini poi sono state progettate con l’intento di fiaccare il centro nevralgico del sistema democratico?
Considerati gli argomenti attentamente selezionati e accumulati nel tempo a discapito dalla condizione dell’istruzione italiana, le prospettive verso le quali si sono mossi queste riformate, le considerazioni sul valore dell’istruzione e quelle sulle necessità degli apprendenti, si può sostenere che – nelle alte sfere – hanno discusso e stanno discutendo di scuola pubblica eccezionali incompetenti o ammaestrati demagoghi (o, ancora, tutti e due). In basso, tra coloro che la scuola la fanno, girano altre voci, si leggono altri dati, si fanno altre osservazioni. Tra queste, quella di Girolamo De Michele.
La scuola è di tutti passa in rassegna i fatti e le intenzioni che nutrono le mistificazioni sulla condizione e le prospettive della scuola: la scellerata imposizione del maestro unico contro le indicazioni della pedagogia e le necessità cognitive e affettive del bambino della ragione; la lettura dei dati Ocse, adattata alle teorie apocalittiche; la leggenda dell’emergenza educativa; la corsa alla semplificazione, dei contenuti, degli approcci, del concetto di studente; l’indiscreto fascino dell’educazione privata.
Attraverso questa indagine, la scuola pubblica italiana si riappropria della sua dignità. Al pari delle scuole europee e come ogni altra istituzione vive con difficoltà il confronto con la società dell’informazione e della tecnologia, ma ha in sé tutte le caratteristiche per affrontare e governare la sfida. Soprattutto se per riformarla venissero interpellati coloro che la vivono giorno dopo giorno e ne difendono il ruolo e le potenzialità.
Marco Rovelli dalle pagine dell’Unità, citando Michel Foucault, ha definito La scuola è di tutti un libro-bomba: una pratica che trova il suo senso nell’uso. E tale è. L’opera di Girolamo De Michele è un ottimo strumento, costruito meticolosamente. Le tesi dell’autore sono sostenute da una robusta bibliografia e argomentate con l’ausilio di citazioni, riferimenti, indirizzi internet e documenti. Di fatto La scuola è di tutti attraverso il metodico rimando alle fonti chiama in causa un reticolato di competenze e saperi che sbriciolano le testi semplicistiche e superficiali di chi – in ambito istituzionale e non – vuole riformare la scuola distruggendone il valore sociale e culturale.
Sempre Calamandrei sosteneva:”[...] La scuola corrisponde a quegli organi che nell'organismo umano hanno la funzione di creare il sangue”. La scuola è di tutti è una conferma. Da leggere e diffondere.
Considerati gli argomenti attentamente selezionati e accumulati nel tempo a discapito dalla condizione dell’istruzione italiana, le prospettive verso le quali si sono mossi queste riformate, le considerazioni sul valore dell’istruzione e quelle sulle necessità degli apprendenti, si può sostenere che – nelle alte sfere – hanno discusso e stanno discutendo di scuola pubblica eccezionali incompetenti o ammaestrati demagoghi (o, ancora, tutti e due). In basso, tra coloro che la scuola la fanno, girano altre voci, si leggono altri dati, si fanno altre osservazioni. Tra queste, quella di Girolamo De Michele.
La scuola è di tutti passa in rassegna i fatti e le intenzioni che nutrono le mistificazioni sulla condizione e le prospettive della scuola: la scellerata imposizione del maestro unico contro le indicazioni della pedagogia e le necessità cognitive e affettive del bambino della ragione; la lettura dei dati Ocse, adattata alle teorie apocalittiche; la leggenda dell’emergenza educativa; la corsa alla semplificazione, dei contenuti, degli approcci, del concetto di studente; l’indiscreto fascino dell’educazione privata.
Attraverso questa indagine, la scuola pubblica italiana si riappropria della sua dignità. Al pari delle scuole europee e come ogni altra istituzione vive con difficoltà il confronto con la società dell’informazione e della tecnologia, ma ha in sé tutte le caratteristiche per affrontare e governare la sfida. Soprattutto se per riformarla venissero interpellati coloro che la vivono giorno dopo giorno e ne difendono il ruolo e le potenzialità.
Marco Rovelli dalle pagine dell’Unità, citando Michel Foucault, ha definito La scuola è di tutti un libro-bomba: una pratica che trova il suo senso nell’uso. E tale è. L’opera di Girolamo De Michele è un ottimo strumento, costruito meticolosamente. Le tesi dell’autore sono sostenute da una robusta bibliografia e argomentate con l’ausilio di citazioni, riferimenti, indirizzi internet e documenti. Di fatto La scuola è di tutti attraverso il metodico rimando alle fonti chiama in causa un reticolato di competenze e saperi che sbriciolano le testi semplicistiche e superficiali di chi – in ambito istituzionale e non – vuole riformare la scuola distruggendone il valore sociale e culturale.
Sempre Calamandrei sosteneva:”[...] La scuola corrisponde a quegli organi che nell'organismo umano hanno la funzione di creare il sangue”. La scuola è di tutti è una conferma. Da leggere e diffondere.
Dal film Entre les Murs di Lauren Cantet, 2008
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