A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

sabato 28 dicembre 2013

Bruon Anno a tutti voi!

 
Auguro a tutti i ragazzi e ragazze uno stupendo 2014 suggerendovi di fare un passo per volta e vivendo ogni istante al meglio.
Tanti Auguri a tutti voi
Un abbraccio
Bruno

giovedì 17 ottobre 2013

DIECI PASSI PER UNA DIAGNOSI DSA


Settimana europea della dislessia, le iniziative in libreria

Dal 15 fino al 20 ottobre 2013 saranno allestiti dei corner in dieci librerie Giunti al 

Punto, dove saranno presenti operatori dei centri SOS dislessia per fornire informazioni e supporto sui Disturbi dell’Apprendimento


MILANO – Si apre oggi la settimana europea dedicata alla dislessia (dyslexia awareness). Per l’occasione, fino al 20 ottobre gli operatori dei centri SOS dislessia – sotto la direzione scientifica del professor Giacomo Stella – saranno presenti in alcunelibrerie Giunti al Punto, ogni giorno dalle ore 17 alle 19, per offrire a tutti i bambini a partire dai 7 anni uno screening di lettura gratuito per valutare eventuali rischi di dislessia. Le Librerie Giunti al Punto coinvolte nel progetto sono quelle di Rozzano (MI), Cornate d’Adda (MB), Modena centro, Modena centro commerciale I portali, Genova complesso Fiumara 2, Roma, Torino, Cesena, Tito Scalo (PZ), Carini (PA).

I PUNTI DISLESSIA – Presso i corner che le librerie Giunti al Punto dedicano alla dislessia e ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), genitori, insegnanti e professionisti potranno trovare le prime informazioni di base, volumi, software e materiali utili a comprendere e affrontare con le giuste strategie i DSA.
COSA SONO I DSA – I DSA (disturbi specifici di apprendimento) si manifestano con difficoltà legate alla rapidità e alla correttezza nella lettura, nella scrittura e nel calcolo. Il periodo più critico del loro manifestarsi coincide con quello scolastico. I disturbi più comuni sono così classificati: dislessia (difficoltà di lettura), disgrafia (scrittura incomprensibile), disortografia (incapacità di scrivere senza errori), discalculia (difficoltà con i numeri e con i calcoli).

L’OFFERTA DEI PUNTI DISLESSIA – Nei corner dei Punti Dislessia presso le librerie Giunti al Punto è possibile trovare: materiali informativi sui centri specializzati di Sos dislessia che si occupano di attività clinica e rieducativa dei bambini e degli adulti con disturbi specifici di apprendimento; volumi sui DSA editi da Giunti Scuola; i più aggiornati strumenti per la valutazione precoce, la diagnosi dei DSA, materiali di recupero e potenziamento, oltre a software compensativi, rieducativi e riabilitativi (Giunti O.S. e Anastasis).

Dislessia, pochi fondi e niente corsi: ma noi prof ce la mettiamo tutta

 Dopo aver ascoltato la voce degli esperti e lo sfogo dei genitori, torniamo sultema della dislessia. Stavolta però, a parlare è Cristina, un’insegnante della provincia di Firenze  da dieci anni è impegnata sul tema dei disturbi dell’apprendimento. Racconta come sia difficile parlare con i genitori che, presi dalla paura, all’inizio negano il problema. E di come sia necessaria una triangolazione stretta tra famiglia-scuola-ente locale.  Ma ora, con i tagli dei fondi,  i corsi di aggiormento che l’hanno aiutata così tanto non si organizzaranno più.

*****
Sono un’insegnante di scuola primaria in provincia di Firenze, e da dieci (dieci!) anni sono la referente per i Disturbi specifici di apprendimento.Nella mia regione da anni facciamo dei test ai bambini di prima e seconda per individuare precocemente i disturbi specifici, e alla fine della seconda, se i problemi persistono,vengono indirizzati alla Asl.
L’ufficio scolastico regionale ha proposto,negli anni passati, corsi di preparazione ed aggiornamento, che insieme a tante mie colleghe, ho seguito, e siamo state supportate da psicologi e neuropsichiatri e periodicamente ci formavano.
Le insegnanti non possono fare diagnosi, ma sicuramente l’esperienza fa riconoscere un problema.
Negli anni abbiamo individuato bambini con presunta Dsa ( Disturbi specifici di apprendimento) e indirizzati alla Asl, non senza difficoltà di accettazione da parte dei genitori. Ma anche per i genitori, nel mio comune è stato predisposto uno sportello di ascolto,e tanti sono quelli che vengono da noi scaricando la colpa sulle insegnanti incompetenti.
Alla fine, però, capiscono che il problema non può essere risolto solo a scuola, ma con una collaborazione scuola-famiglia-ente locale.
Purtroppo, per mancanza di fondi, quest’anno l’ufficio scolastico regionale non riproporrà i corsi di formazione e prevedo un futuro buio, ma vi assicuro che in Toscana è stato fatto molto.
Parlando con alcune mie colleghe di altre regioni, ho capito che mai hanno fatto test in classe, quindi ho capito che il siistema dipende dalla regione.
Adesso, però c’è una legge la 170, che obbliga gli insegnanti a seguire un Piano di studio personalizzato per i bambini con diagnosi di Dsa.E’ quindi arrivato il momento di colmare questo divario e gli enti locali che sono rimasti indietro devono muoversi nelle scuole per informare e formare gli insegnanti.
E devono farlo il più presto possibile per evitare che si ripeta il caso denunciato dal papà proprio su questo blog. Una diagnosi di dislessia a tredici anni è un caso limite, e sicuramente gli insegnanti della primaria e delle medie non erano preparati a riconoscere i Dsa. Oppure erano impossibilitati a fare diversamente senza una diagnosi specifica: una diagnosi che, comunque,  deve essere richiesta dal genitore, non dalla maestra o dal professore.

Cyberbully Pettegolezzi Online

Solo una considerazione,

per stare vicino ai miei ragazzi, ho accettato un lavoro lontano da casa faccio 2 ore di treno andata e 2 ore al ritorno. Bene, per passare il tempo ho scaricato un film da youtube "

Cyberbully, Pettegolezzi Online

Sono tre giorni e ancora non riesco a finirlo di vederlo.

Ritornando a noi, da poco sono riprese le scuole e già ci sono state riunioni, collegi docenti/genitori, mi domando: 

io sono stato nell'Associazionismo, ho conosciuto tante situazioni derivanti da situazioni ingiuste, da indifferenza, da egoismo, e pure non riesco a vedere ancora la fine del film. 
Lo conosco, ma è d'impatto ed è pura realtà. Un'atroce realtà sommersa, che chi ha il dovere di vigilare preferisce ignorare. Si, stiamo parlando di BULLISMO ON LINE, che non si può controllare ma che come un'onda travolge e sconvolge la vita di tanti ragazzi e ragazze. Ragazzi normalissimi, timidi, introversi, ragazzi che vedono le cose da un'altra prospettiva.  Ragazzi che preferiscono fare delle scelte proprie e non uniformarsi, ragazzi.
Danni indelebili che hanno portato anche a tragiche conclusioni; 

Vi chiedo: perchè non insistere affinchè nelle scuole si diffondano le conseguenze? Perchè invece del filmetto storico o culturale (senza niente togliere alla storia e alla cultura), non obbligare i ragazzi e i genitori a prenderne atto, facendo incontri, conferenze, volantini. PARLARNE.
Ci sono tante difficoltà che coinvolgono gli adolescenti, ma le conseguenze gratuite che si elargiscono sono immense, e già alcuni affrontano giorgio x giorno la loro vita.

Chiedo ufficialmente alle Associazioni, insegnanti, dirigenti, genitori, di monitorare e vigilare, di "intervenire" prima che si creino leggende.

Vi auguro una buona visione, magari con i vostri ragazzi che sicuramente saranno più sensibili degli adulti


mercoledì 9 ottobre 2013

Un saluto, dopo un percorso che ha lasciato una traccia

Cari amici e amiche,
con questo post vi informo che questo blog ufficialmente sarà solo un spazio mio personale dove, tempo permettendo, continuerò a pubblicare informazioni e aggiornamenti. Presto troverete sul web un'altro sito che rappresenterà ufficialmente l'Associazione D.S.A.- Dislessia, un limite da superare. 
Con passione, insieme ad altre persone, ho fondato questa Associazione che in breve tempo aveva riscosso notevole interesse sia sul web che sul territorio. A guidarla adesso è  una cara amica Titty Gaeta, gode di tutta la mia stima ed è una persona buona e motivata, Per chi volesse ancora contattarmi resta sempre la mia pagina su facebook  e il mio Blog che cambierà solo (leggermente) il nome. 
Con affetto Bruno D'Acunzo 

martedì 8 ottobre 2013

Dislessia, quando l'aiuto arriva dalla tecnologia

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La Asl Roma D presenta nuovi dati. L'esperienza di Edi Touch, il tablet ideato da Marco Iannacone


Secondo uno studio pubblicato su “Science”, fino al 10 per cento della popolazione è colpita dal disturbo specifico dell'apprendimento (Dsa), pari a 2-3 alunni per classe. In Europa, tra i bambini con disturbo dell’attenzione, i dislessici rappresentano una percentuale compresa tra il 33 e il 45 per cento, mentre l'11 per cento è affetto da didasculia. Sul futuro per la dislessia e su quali strumenti tecnologici possano venire in aiuto se ne è discusso in un workshop, organizzato dalla Asl Roma D al Borgo di Ostia Antica, vicino Roma.


Il Dipartimento di prevenzione della Asl romana, attraverso 8 presidi sanitari scolastici in 7 istituti del XIII Municipio, ha avviato un intervento di rete scuola – famiglie - Asl per gli alunni con diagnosi di Dsa, varando il progetto “Un futuro per la dislessia” e avvalendosi di un nuovo ausilio didattico denominato “EdiTouch”, il tablet per bambini dislessici ideato da Marco Iannacone, ingegnere informatico con un figlio affetto dal disturbo e di cuiPanorama.it ha cominciato da tempo a raccontare la bellissima storia.


La Asl, con il supporto di uno sponsor privato senza oneri aggiuntivi per la pubblica amministrazione, ha promosso un ambiente di apprendimento facilitatomettendo a disposizione in comodato d’uso 270 tablet completi di software specifici e con testi digitali. Personale qualificato ha formato gli stakeholders sulle diverse abilità di apprendimento dei Dsa e sull’utilizzo degli strumenti compensativi digitali.


“L’obiettivo primario del nostro progetto è di restituire ai ragazzi la curiosità e il desiderio di scoprire ed apprendere e per far questo è necessario muovere tutte le molteplici risorse che la rete degli attori istituzionali mette a disposizione – sottolinea Lorenzo Toni, neuropsichiatra infantile della Asl RM D -. Parte essenzialmente innovativa del nostro progetto non è solo l’aver introdotto soluzioni di didattica digitale come un tablet che contenesse un pacchetto di software adatto per lo studente con DSA ma soprattutto l’aver pianificato una “alfabetizzazione informatica” capillare di alunni, genitori e insegnanti, caratteristica carente nelle altre esperienze simili in letteratura”.


EDI TOUCH, I TABLET E LA ROBOTICA


Al workshop si fa il punto su varie tecniche di supporto per la dislessia. Paolo Tripicchio, ingegnere della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, ha sviluppato un braccio robotico che collegato ad un tablet e messo sul braccio di un bambino lo aiuta a correggere le difficoltà di disgrafia. Si tratta di un esperimento laboratoriale e non vi è ipotesi di possibile commercializzazione a breve.


Lucia Colleroni, PhD in Neuroscience, ha sviluppato un metodo di insegnamento delle attività di pre lettura alla scuola materna la cui applicazione ha mostrato, attraverso i risultati di una sperimentazione durata oltre 6 anni, minori problemi e difficoltà di lettura nei bambini: di fatto tra gli alunni che escono dalle materne che applicano questo metodo non vi sono dislessici. Questo perchè il suo insegnamento di avvicina molto al modo con cui i bambini imparano a parlare e quindi risulta di più facile comprensione per il cervello.


Una recente ricerca statunitense pubblicata dall'Harvard-Smithsonian Center ha mostrato come la tradizionale lettura su dispositivi digitali risulta più semplice ed efficace rispetto a quella su carta per le persone affette da dislessia. Lo studio, condotto su più di 100 studenti dislessici, si poneva l’obiettivo di valutare la velocità di lettura e il grado di comprensione di un testo letto sia attraverso un e-readers sia sulla carta. I risultati lasciano pochi dubbi: utilizzando il tablet le performance sono state nettamente migliori rispetto all’uso della carta.





“EdiTouch ha ottenuto il patrocinio della Società italiana di psicologia clinica e psicoterapia ed è il primo tablet appositamente studiato a supporto dei bambini dislessici, offre funzionalità e strumenti che aiutano e incoraggiano i bambini ad apprendere e comprendere meglio argomenti visti a scuola – racconta a Panorama.it Iannacone -. Lo sviluppo di EdiTouch è nato dal basso come il tentativo di un padre di realizzare uno strumento che potesse aiutare suo figlio nell’affrontare le difficoltà che incontrava nello studio. Successivamente un'analisi più approfondita ha mostrato che il nostro strumento riesce ad indirizzare una serie di limiti che si riscontrano nell’utilizzo degli strumenti compensativi tradizionali per i bambini con Dsa nelle scuole primarie”.

mercoledì 2 ottobre 2013

Incontrare i genitori

ASSOCIAZIONE

“D.S.A.- Dislessia, un limite da superare”

Sede legale via Santa Maria della Libera, 24 - Napoli

Cari Soci,
Vi comunichiamo che venerdì 11 ottobre alle ore 17:00 a Napoli, presso la sala della Chiesa Santa Maria della Libera sita in via Belvedere, 113(Vomero), si terrà un incontro dell’Associazione "D.S.A. – Dislessia, un limite da superare”

Sarà questa l’occasione per fare chiarezza e confrontarsi su come affrontare nel miglior modo possibile la scuola, affinchè si creino i presupposti per una collaborazione sinergica scuola/famiglia.

Gli argomenti che tratteremo saranno:

Ø Piano Didattico Personalizzato ( strumenti compensativi e misure dispensative) con particolare attenzione per chi dovrà sostenere l’esame di Stato.

Ø Richiesta di colloquio con Consiglio di Classe.

Ø Diritto all’utilizzo del registratore in classe per gli studenti DSA.

Ø Richiesta delle copie delle verifiche svolte in classe per il monitoraggio dei risultati conseguiti: quando farlo e perché.

Ø Indennità di frequenza.

Ø L’importanza della partecipazione dei Soci alle attività dell’associazione.

Ø Spazio dedicato alle Vostre domande.

In riferimento allo spazio dedicato alle domande, Vi consigliamo di riflettere su quelle frasi che i docenti asseriscono abitualmente e alle quali non sempre sappiamo prontamente replicare (es. “non si direbbe che è dislessico, è un ragazzo intelligente”- “quando vuole ce la fa, altrimenti perché a volte va benissimo e altre no” – “suo figlio se ne approfitta”- “non è giusto nei confronti dei compagni fargli usare……”)

Cercheremo insieme delle risposte!

Aspettiamo Voi, ma anche altri genitori o docenti o persone che possano essere interessate alla tematica dei D.S.A..

Sarebbe gradita una comunicazione di partecipazione, ma se deciderete anche all’ultimo momento, sarete i benvenuti.

Un caro saluto

Titti Gaeta
Presidente Associazione “D.S.A.-Dislessia, un limite da superare"


domenica 22 settembre 2013

Didattica. La non vilenza in rete. Dislessia e dispassia

Tra i nuovi links: strumento web-based che crea istantaneamente slideshow basati su hashtag, un blog gestito da un docente di matematica e fisica nei licei, un blog che raccoglie le risorse CLIL, un sito di Poesia, di fiabe, favole, racconti e tradizioni
Scoperto il marcatore biologico della dislessia
Agenzia Italiana del Farmaco - Un team di ricercatori ha scoperto un marcatore biologico della dislessia. Lo studio dimostrerebbe il legame esistente tra meccanismo biologico e il disturbo dell'apprendimento che riguarda un bambino su dieci, provocando difficoltà a leggere, scrivere ed elaborare calcoli.

Che cos'è la disprassia? Classificazione, segni e possibili interventi

red - La disprassia è un disturbo che colpisce lo sviluppo delle capacità motorie. Le persone con disprassia hanno problemi di pianificazione e completamento delle attività motorie che possono riguardare semplici compiti motori, come salutare con la mano, oppure movimenti più complessi, come lavarsi i denti.

Scuola Polare Estiva per Insegnanti (SPEs)

red - Il Museo Nazionale dell’Antartide in collaborazione con il MIUR – Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e per l’autonomia scolastica organizza la III edizione della Scuola Polare Estiva per Insegnanti (SPEs)

Quattro video utili per le iniziative di non violenza in rete

red - La Polizia di Stato, Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Liguria e l'Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria hanno precedentemente stipulato un Protocollo di Intesa con l'obiettivo di organizzare seminari informativi/formativi per gli insegnanti sulla gestione del web, al fine di evitare demonizzazioni del potente mezzo di comunicazione, ma nel contempo educare i ragazzi, con l'indispensabile supporto delle famiglie, a conoscere i rischi che si nascondono nella Rete e ad assumere atteggiamenti responsabili che li minimizzino.


Il Laboratorio Famiglia DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) cerca 12 computer in dono
Città della famiglia - Stai cambiando i computer nella tua azienda, ente, istituzione, famiglia? Donali al Laboratorio Famiglia DSA di Vallecrosia aiuterai tanti bambini dislessici fra gli 8 ed i 14 anni. Sono circa 160 i bambini dislessici delle scuole elementari e medie del distretto di Ventimiglia.


Nuovi links

Brickflow

Brickflow è uno strumento web-based che crea istantaneamente slideshow basati su hashtag (#).

Il laboratorio di Archimede

Il laboratorio di Archimede è un blog gestito da un docente di matematica e fisica nei licei. In esso sono raccolti esercizi e compiti proposti dal docente durante le diverse esperienze di insegnamento in varie scuole, configurandosi come un utile servizio studenti edocenti. Inoltre, si possono trovare articoli di divulgazione scientifica su temi scientifici, soprattutto inerenti alla fisica.


Vizavi
Vizavi è il sito dell’insegnamento bilingue francofono in Italia. Esso nasce da un progetto regionale dell’ambasciata di Francia in Italia. Il portale offre informazioni sull’Esabac, compresa la formazione in programma non solo in Italia ma anche in Romania, Bulgaria, Moldavia, Spagna, Portogallo.


CLIL Risorse
CLIL Risorse è un blog che raccoglie le risorse CLIL più significative per le lingue francese, inglese, tedesco e spagnolo.

Parole d'Autore

Parole d'Autore è un sito di Poesia, di fiabe, favole, racconti e tradizioni. Cliccando su ciascuna sezione l'utente avrà a disposizione un indice generale relativo alla categoria tramite il quale potrà selezionare il materiale di interesse. Particolarmente indicato per le attività didattiche della scuola primaria.

Didattica. Risorse online per la dislessia. indagine Mat Media

A Bologna si parla di CLICL. Tra i nuovi links: il laboratorio nazionale per la didattica della storia ed un sito realizzato dal Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Siena

Parliamo di CLIL, un convegno a Bolzano pre promuovere questa metodologia
red - Si è tenuto oggi a Bolzano il convegno "Parliamo di CLIL", al quale hanno preso parte oltre 350 docenti delle scuole in lingua tedesca e italiana, del Trentino e non solo. "Questa grande partecipazione - sottolinea l'assessore alla scuola italiana Christian Tommasini - dimostra il grande interesse verso il tema del plurilinguismo".

Alcune risorse online per la dislessia

red - Di seguito sono raccolte alcune informazioni e risorse utili per aiutare gli studenti dislessici presenti nelle classi e viene resa disponibile una sitografia adattata da La dislessia nella classe di inglese, del Dr. Michele Daloiso, pubblicata nel 2012 da Oxford University Press.

Circolare della Direzione Generale degli Ordinamenti Scolastici volta a diffondere i risultati dell'indagine MatMedia
red - Con la circolare prot.n. 4489 del 2 settembre, la Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici del MIUR sottolinea la rilevanza dell’indagine nazionale sulla prova scritta di matematica realizzata con il contributo della Mathesis attraverso il sito www.matmedia.it e invita gli UU.SS.RR. a favorirne la più ampia diffusione.


Nuovi links


Landis
Il Laboratorio Nazionale per la Didattica della Storia è un'associazione culturale che opera negli ambiti tematici e metodologici della formazione e della ricerca storico sociale, con particolare riferimento all'insegnamento e alla didattica della storia. Sul sito si possono reperire diversi materiali e spunti di riflessioni utili per le attività didattiche.

Dislessia: ansia di separazione dai genitori tra le cause

La dislessia è una sindrome appartenente ai Disturbi specifici di apprendimento (Dsa) e si manifesta principalmente nella difficoltà a leggere velocemente e correttamente ad alta voce.
La letteratura scientifica in materia attribuisce alla componente cognitiva e neuropsicologica, piuttosto che a quella affettiva e psicologica, l’origine di questi disturbi.
Un recente studio italiano, denominato “La dimensione affettiva del disturbo specifico dell’apprendimento”, tenta di ribaltare questa visione, affermando che l’ansia di separazione dai genitori sarebbe tra le componenti principali che determinerebbero la difficoltà psicologica alla base della dislessia nell’80% dei casi.
A condurlo sono stati i ricercatori del dell’Istituto Wartegg di Roma, dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), assieme ai colleghi del Dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università degli Studi di Padova.
I ricercatori hanno studiato un gruppo di 61 bambini con Dsa in cura all’Ido e il rapporto con i loro genitori, confrontando poi i dati con quelli relativi ad un gruppo di controllo, costituito da altrettanti bambini normodotati e relativi genitori.
Il 40% dei soggetti dislessici ha dimostrato poco adattamento alle richieste dell’ambiente sociale in termini affettivi, il 37% ha mostrato ansia e il 25% ansia di separazione dai genitori e dai luoghi di riferimento. Al contrario le percentuali relative ai bambini appartenenti al gruppo di controllo non sono andate sopra il 10%.
Nei bambini con Dsa oltre il 50% dei genitori ha manifestato un attaccamento “disorganizzato ed irrisolto – si legge nello studio – proprio perchè porta dentro di sè delle situazioni difficili nei legami con le proprie figure genitoriali”.
Secondo la ricerca dunque, un rapporto irrisolto con un genitore può portare ad avere figli con Disturbi specifici di apprendimento che soffrono di ansia.

Dislessia: più semplice leggere da ebook e tablet

La  fa parte dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, DSA ed è spesso un problema sottovalutato, nonostante si stimi che ne soffra il 5% della popolazione scolastica.
In aiuto delle persone che sperimentano questo disturbo arrivano i risultati di un recente studio statunitense, secondo i quali i dislessici manifesterebbero meno difficoltà nella lettura usando gli ebook.
La ricerca, che porta la firma di Matthew Schneps del Science Education Center di Boston, è stata condotta su un campione di 100 pazienti affetti da dislessia, che hanno mostrato meno fatica a seguire la lettura di un libro elettronico rispetto a uno cartaceo.
Secondo l’autore dello studio, la ragione potrebbe essere molto semplice: ebook e dispositivi elettronici, avendo righe più corte e quindi meno parole per riga, risulterebbero più semplici da leggere.
La dislessia, lo ricordiamo, provoca infatti difficoltà nel riconoscimento e nella distinzione dei grafemi contenuti nelle parole, provocando l’incapacità di orientarsi sul rigo di lettura.

venerdì 28 giugno 2013

"I nostri perché: la didattica nei campus" approfondimento con Giulia Lampugnani

.Gianluca Lo Presti & testimonianza genitore parlano di Dislessia e DSA in televisione .


BES: Piano rinviato e sperimentazione per il prossimo anno

Il Miur, dopo un animato incontro con i sindacati scuola che chiedevano chiarimenti sui BES, sui relativi adempimenti di fine anno e sulla destinazione delle risorse, è uscito con una nota urgente (prot. 1551 del 27.6.2013) con la quale rivede alcune impostazioni della circolare n. 8 del 6 marzo scorso sugli alunni con Bisogni Educativi Speciali.
Nei giorni scorsi Tuttoscuola, nel riferire le difficoltà di molte scuole per definire il Piano annuale di inclusività (PAI) 2013-14 per i BES entro il 30 giugno, rilevava come quella scadenza, in un mese carico di mille adempimenti, fosse poco logica e fuori tempo.
Considerando anche che i BES avevano fatto il loro ingresso ufficiale nel sistema scolastico soltanto da pochi mesi, Tuttoscuola aveva suggerito di soprassedere, per quest’anno, alla definizione del Piano e di rivedere, per il prossimo anno, una scadenza anticipata con alcuni correttivi e chiarimenti, come, ad esempio, la destinazione corretta dei posti di sostegno (solo per disabili o anche per i BES?).
Il Miur ha di fatto sospeso il termine del 30 giugno per la definizione del Piano, anche se ha utilizzato una formula indiretta, prevedendo che in questa prima fase di attuazione, tenuto conto del sovrapporsi di vari adempimenti collegati con la chiusura del corrente anno scolastico, ciascun Ufficio Scolastico Regionale,nell’ambito della propria discrezionalità e sulla scorta delle esigenze emergenti nel proprio territorio di competenza, definirà tempi e modi per la restituzione dei PAI da parte delle Istituzioni scolastiche.
La nota ministeriale chiarisce un passaggio controverso della circolare n. 8, precisando, molto opportunamente, che Resta fermo che il PAI non sostituisce le richieste di organico di sostegno delle scuole, che dovranno avvenire secondo le modalità definite da ciascun Ambito Territoriale.
Infine la nota, tenendo conto della complessità indotta dai BES sull’organizzazione scolastica, dispone, ragionevolmente, che il prossimo anno scolastico dovrà essere utilizzato per sperimentare e monitorare procedure, metodologie e pratiche anche organizzative.

tuttoscuola.com venerdì 28 giugno 2013

giovedì 27 giugno 2013

PROF. ...

Bellaria. In un libro l’impegno della città sul fronte dei disturbi specifici di apprendimento.

BELLARIA. E’ stato distribuito in questi giorni nelle scuole dell’infanzia statali, comunali e parrocchiali di Bellaria Igea Marina, il volume B.E.A. (Benessere Apprendimento Scuola): la pubblicazione raccoglie il lavoro condotto negli ultimi anni da un gruppo di insegnanti di Bellaria Igea Marina, in collaborazione con esperti del settore, sul tema dei disturbi specifici di apprendimento (D.s.a.).

Nell’autunno sono anche in programma incontri con i genitori e tutta cittadinanza, per illustrare quella che è una vera e propria eccellenza, non solo locale ma nazionale, del settore scolastico di Bellaria Igea Marina, articolata sia in un lavoro di prevenzione presso la scuola dell’infanzia e con i bambini di prima elementare, sia in un sostegno concreto negli anni scolastici successivi, verso quei bambini che palesano difficoltà nell’apprendimento.

“L’Amministrazione ha creduto fortemente in questo progetto, come testimonia l’impegno economico di oltre 11.000 euro in due anni: un’esclusiva del nostro Comune nel territorio provinciale e regionale – spiega con soddisfazione l’Assessore alla Scuola Filippo Giorgetti – Crediamo che una società sia quanto più sviluppata ed evoluta, quanto più sappia essere attenta e propositiva nei confronti delle fasce più deboli, soprattutto nel campo della formazione e della crescita. Il progetto che Bellaria Igea Marina porta avanti in tema di D.s.a. traduce la volontà di offrire pari opportunità a tutti gli alunni, e per questo coinvolge ogni plesso e ordine di scuole sul nostro territorio, dalle Scuole dell’infanzia, comunali, paritarie e statali, alle Scuole Medie di Primo Grado.”

Un approccio, quello scelto dal Comune di Bellaria Igea Marina nei confronti delle difficoltà di apprendimento, ispirato a precisi orientamenti sociali e culturali.

“L’Amministrazione crede nella cosiddetta comunità educante, in cui tutte le componenti di una società collaborano al fine di crescere e dare opportunità alle nuove generazioni, investendo così sul proprio futuro a partire dal mondo della scuola e della famiglia quali ambienti privilegiati ma non esclusivi, integrati e non alternativi per lo sviluppo e la formazione dei più piccoli. Un approccio equo e consapevole, per far star bene a scuola i nostri bambini, cercare di combattere l’abbandono scolastico, prevenire forme di disagio giovanile e per sostenere le famiglie, perché in caso di difficoltà di apprendimento è tutto il sistema famiglia ad essere coinvolto e ad avere bisogno di supporto: anche per questo”, conclude Giorgetti, “un sentito ringraziamento va ai docenti ed agli specialisti che portano avanti il progetto”.

mercoledì 26 giugno 2013

Le Iene – TROMBETTA: Fonzie e la dislessia – Puntata del 2 giugno 2013 (video)

L'attore americano Henry Winkler tratta con la consueta ironia e leggerezza il tema della dislessia, disturbo che non gli ha impedito di diventare.....il Fonzie di Happy Days!


Il video inizia spiegando cosa è la dislessia, un disturbo dell’apprendimento di cui hanno sofferto personaggi famosissimi tra cui Leonardo, Enstein, Mohammed Alì, J. Lennon, Kennedy etc.
Tra essi anche l’attore Henry Winkler, meglio conosciuto come…Fonzie! Nell’ intervista a Le Iene si presenta così: “ho 67 anni, cammino senza bastone e sono più alto di quanto facevo Happy Days!” .
Racconta di aver scritto dei libri per bambini spiegando loro la sua vita da dislessico, le sue difficoltà scolastiche e ricordando quando gli dicevano di essere stupido. Invece – spiega l’attore – la dislessia non è una malattia, ci si nasce ma è solo un disturbo neurologico. Anche lui ha dovuto superare i problemi che incontrava soprattutto nell’imparare i copioni durante i provini, ma ricorda come la soluzione fosse memorizzare la parte il più velocemente possibile e per il resto …improvvisare! A questo punto Trombetta gli propone di fare un finto provino, indossando il famoso giubbotto di pelle (ma Fonzie inaspettatamente dichiara di non indossare più pelle da anni) e leggendo un copione e, a sua insaputa, viene inserita l’ultima frase: “con le moto sono una pippa!” ed infatti egli ammette di non aver mai saputo andare in moto.

Poi l’attore ricorda con nostalgia i colleghi di Happy Days che definisce “una famiglia” ed in proposito gli viene chiesto di fare un gioco e di spendere una parola per ognuno dei colleghi: si parte da Howard Cunningham, ma Henry dice subito “sad”-triste perchè lui è morto; definisce Marion “la donna migliore del 21° secolo”; Joanie “l’ho conosciuta che aveva solo 9 anni”; Potsie “un uomo d’affari e regista di molte serie tv”; Ralph, un uomo meraviglioso; Alfred, un eremita ed infine Ricky che diceva da sempre di voler diventare regista e oggi è uno di quelli di maggior successo: anzi, Henry si candida ad essere uno dei protagonisti del suo prossimo film!
L’attore diventa invece riservato su domande più intime, ad esempio su quante donne abbia avuto, o se qualcuna gli abbia mai chiesto di “farlo col giubbotto” ma Fonzie risponde che un gentleman non dice mai queste cose. Stessa bocca cucita sui consigli per conquistare una ragazza, ma l’attore non esita a rispondere sui 3 suggerimenti da dare a un bimbo dislessico: “ricordati che sei forte” – “ricordati che nonostante i risultati che ottieni a scuola sei intelligente”; “non dimenticare mai qual è il tuo sogno ed inseguilo ogni giorno!”

Per vedere il video completo
clicca qui.

Marco Iannacone| Combattere la dislessia a scuola con l’uso dei tablet: Qualche suggerimento e nuove opportunità

I ragazzi dislessici non hanno problemi intellettivi pertanto, se opportunamente aiutati, possono completare con successo il percorso di studi ed inserirsi nel mondo del lavoro al pari di qualsiasi altro studente.

Si è concluso da poco il Forum sulla Pubblica Amministrazione dove si è parlato anche di Scuola Digitale con interventi da parte del MIUR.

Sono molteplici le iniziative intraprese negli ultimi anni con l’obiettivo di traghettare la scuola verso il mondo digitale ed altri sono previsti per gli anni a venire.

Senza alcuna presunzione di poter definire io delle priorità (non sono un professore ne’ uno specialista dell’argomento) sento il dovere di segnalare alcuni suggerimenti ed opportunità sulla base dell’esperienza lavorativa accumulata sul campo nell’ultimo anno.

Scusate, non mi sono ancora presentato: sono un moonlighter (
def. su wikitionary) che da circa un anno sta lavorando alla realizzazione di un tablet a supporto dei bambini dislessici a partire dalla scuola primaria.

A dicembre 2012, abbiamo iniziato una sperimentazione in 7 scuole romane nelle quali il nostro tablet (EdiTouch) e’ stato fornito a 230 bambini con DSA affinché lo utilizzassero a casa e a scuola nelle attività di studio. Il progetto – coordinato e supervisionato dalla ASL Roma D e dall’Università di Roma – ha visto la formazione tecnica di Insegnanti e genitori e prevede un monitoraggio per 18 mesi dell’utilizzo di EdiTouch al fine di verificarne l’efficacia e fornire indicazioni al suo miglioramento che ne consenta una evoluzione che consenta di coprire le esigenze degli studenti.

Gli
strumenti digitali sono davvero abilitanti per i ragazzi dislessici ed è essenziale che – pensando ad iniziative in questo campo – si tenga conto anche delle loro esigenze; propongo qui alcune integrazioni e modifiche minime a leggi e regolamenti esistenti che avrebbero però un impatto estremamente alto in termini di benefici per studenti con bisogni educativi speciali (BES).

Il riconoscimento dei Bes e il docente di sostegno: due realtà inconciliabili?

24-06-2013 - Tiziana Amoroso

Il docente curricolare dovrà implementare il PDP in caso di mancata certificazione.

Con la direttiva emanata il 27 Dicembre 2012 " Strumenti d'intervento per alunni con Bisogni educativi speciali (BES) e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica" ed il recente decreto del 6 Marzo 2013, sono stati riconosciuti gli interventi didattici mirati, di competenza degli insegnanti di sostegno, per poter attuare il Piano Didattico Personalizzato per i BES.

Fin qui niente di preoccupante ma, se da un lato il riconoscimento di questa categoria porta ad interventi educativi specifici attraverso l'utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi, dall'altro la paura è che il docente di sostegno, garantito grazie all'applicazione della Legge quadro 104 del 1992 e dalla Legge 170/2010 non sarà più necessario, in quanto, saranno chiamati gli stessi docenti curricolari ad implementare i Piani didattici personalizzati .

Nella categoria dei BES rientrano i DSA (disturbi specifici di apprendimento e che non hanno ottenuto certificazione delle ASL nell'arco dell'anno scolastico), gli stranieri e chi proviene da situazioni familiari e sociali svantaggiate. Il docente di sostegno sarà chiamato ad intervenire solo in casi gravi, cioè nell'ipotesi di una disabilità legata ad una menomazione che crea handicap. Gli insegnanti curricolari che verranno coinvolti nella compilazione del PDP sono quelli che operano soprattutto nella scuola secondaria di I e II grado, perché nelle scuole primarie attraverso attività di screening effettuate dalle stesse ASL è facile intervenire in modo immediato (per quanto riguarda i DSA) e la necessità dell'insegnante di sostegno è ancora avvertita perché è intervenendo in modo specifico da piccoli, che molte problematiche si possono "risolvere".

Purtroppo ancora oggi, riconoscere una difficoltà da parte dei genitori in un proprio figlio è materia assai difficile e le famiglie, circondate forse da medici superficiali, ritengono di aiutare il proprio bambino celandone la condizione e i docenti si trovano di fronte delle problematiche che oggi devono saper affrontare.

Lo spartiacque sembra diventare proprio il passaggio dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado nella quale viene "svelata" , assai tardivamente, la disabilità da una diagnosi di un neuropsichiatra. Nelle scuole secondarie, infatti, ci troviamo di fronte a ragazzi (circa il 10,7%) ai quali non è stato diagnosticato in tempo un disturbo come la dislessia e discalculia, oppure stranieri che non avendo necessità di una certificazione, hanno comunque il diritto di avere le garanzie derivanti dalla legge 170/2010 e di una programmazione e valutazione (L. 122/09) personalizzate.


martedì 25 giugno 2013

Audiobook sotto il sole di Cervia

È la novità dell’estate 2013, unica in Italia, e coniuga relax, innovazione e cultura. La nuova tendenza delle spiagge di Cervia è il piacere di ascoltare un audiolibro, stesi al sole, in mezzo al mare o con i piedi nella sabbia.

CERVIA. Spiaggia, sole, mare, occhi chiusi e nelle cuffie una voce calda che legge un buon libro. Succede a Cervia con Audiobook sotto il sole di Cervia, dove relax e cultura si incontrano in spiaggia, per un’alta qualità della vacanza. L’iniziativa fa già tendenza, organizzata da CNA Ravenna e Cooperativa bagnini di Cervia. La novità della Riviera romagnola per l’estate 2013, celebra la spiaggia con il wi-fi gratuito più lunga d’Italia, grande successo della rete wireless Galileo, in tutto 9 km di costa, servizio nato dalla collaborazione tra Coop bagnini, Acantho (Società del Gruppo Hera) e Comune di Cervia.

È il piacere di ascoltare In spiaggia il libro che vuoi, gratis, nei 200 gli stabilimenti balneari che da Milano Marittima e Cervia, si estendono a sud fino a Pinarella e Tagliata. Ogni stabilimento offre a tutti i clienti il collegamento gratuito alla rete e da quest’anno la proposta si arricchisce di una nuova magia per rilassarsi al sole in un modo nuovo: ascoltando un audiolibro!

Con l’Audiobook sotto il sole di Cervia puoi ascoltare tutti i libri che avresti voluto leggere, richiedendo la card gratuita al bagnino e scaricando il tuo audiolibro direttamente su smartphone o tablet. Il resto lo fa la rete veloce wi-fi di Acantho, in pochi minuti sarà possibile avere l’audiolibro nelle cuffie, comodamente stesi al sole, in totale relax, con i piedi nella sabbia o passeggiando in riva al mare oppure insieme ai più piccoli scegliendo dall’ampio catalogo di favole che questo strumento offre.
I titoli in catalogo dell’editore digitale GoodMood, tra i maggiori del Paese, sono più di 400 (la metà degli 850 titoli complessivamente distribuiti in Italia). Tra questi più di 20 sono scaricabili gratuitamente nelle spiagge di Cervia, alcuni tradotti in lingua inglese, tedesca e persino in russo, per incontrare le esigenze dei turisti. Dopo il primo libro gratuito gli altri titoli sono scontati del 20%.

Sono realizzati con la stessa cura con cui si produce un film e per questo motivo chi li ascolta prova l’esperienza di trovarsi proprio al centro della storia. Questi audiolibri non sono semplice narrazione ma dei feri e propri “film da ascoltare” caratterizzati da alcuni elementi come: il testo interpretato da più voci, in un adattamento del libro originale (dai romanzi ai gialli, dalla manualistica ai grandi classici), come nella tradizione del radiodramma; e il sound design studiato per sottolineare ogni passaggio, ricreando gli ambienti in cui si svolgono le varie vicende. Rumoristi, attori e musiche per un libro narrato alla perfezione. Disponibile anche una collana di Fiabe per accompagnare genitori e figli nel magico mondo delle favole narrate. Le Fiabe hanno una durata variabile da 10 a 25 minuti, e possono trasformare piacevolmente il modo di viaggiare con i propri figli, stimolando la creatività e la fantasia. Tra i più ascotlati la Regina del Giallo Agata Christie, nel catalogo ci sono 7 titoli in esclusiva per l’Italia, e Dracula di Bram Stocker, un vero e proprio capolavoro di interpretazione e sound design.

Dopo la presentazione nazionale di Audiobook sotto il sole di Cervia nell’ambito del Salone internazionale del libro di Torino sarà la splendida cornice del Magazzino del Sale di Cervia ad ospitare il 28 giugno un grande evento per celebrare il primo anno dell’iniziativa.

L’Audiobook sotto il sole di Cervia nasce dalla voglia di avvicinare sempre di più il grande pubblico alla letteratura, alla narrativa, alla saggistica e alla filosofia e prende spunto dal grande successo che molti titoli hanno avuto sui principali portali come iTunes o Amazon. L’intento è quello di trasformare il pubblico dei non-lettori in un pubblico di ascoltatori, disposti a farsi raccontare la letteratura in modo nuovo e coinvolgente e la diffusione di smartphone e tablet sta moltiplicando le possibili occasioni d’utilizzo degli audiolibri.

È un modo assolutamente nuovo di fruire la letteratura, mai sperimentato in Italia, ma ampiamente consolidato in molti altri paesi del mondo. Alcuni numeri: se il mercato degli audiolibri in Italia vale complessivamente circa 2 milioni di euro di fatturato all’anno, nella vicina Germania supera i 90 milioni di euro, in Inghilterra vale oltre i 100 milioni di sterline, e negli stati Uniti supera il miliardo di dollari.
http://www.galileocervia.com/IT/goodmood/audiobook.aspx

lunedì 24 giugno 2013

Dislessia, ogni anno diagnosi "dsa" per 100 nuovi bambini

PIACENZA. Nell'anno scolastico 2012-2013 su 2.500 alunni delle Elementari (la scuola primaria) ben cento sono risultati con problemi di dislessia o comunque con una diagnosi di "dsa" (disturbi specifici dell'apprendimento). A renderlo noto è la sezione piacentina dell'Associazione italiana dislessia (Aid) che a Piacenza opera in stretta collaborazione con il Centro risorse dislessia e disturbi dell'apprendimento, integrato nell'Istituto comprensivo di San Nicolò (dirigente scolastico Adriana Santoro). All'Istituto comprensivo di Cadeo si trova invece il Centro territoriale di supporto tecnologico.
A Piacenza l'Aid ha sede presso la Casa delle associazioni di via Musso, dove i soci si ritrovano in gruppi di aiuto per risolvere i problemi dei propri figli. Dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia sono i disturbi specifici dell'apprendimento riuniti sotto la sigla "dsa". «L'importante è sapere che non sono una malattia - spiega Giuseppina Lunardi, presidente Aid Piacenza - ma semplici disturbi. Chi legge, ad esempio, per capire deve sempre decodificare le lettere e metterle assieme come in un puzzle». Il Centro dislessia da dieci anni a questa parte ha attivato un monitoraggio nella scuola primaria dei casi di "dsa". Dei 2.500 bambini di prima elementare monitorati nel 2012-2013, il 15-20% è stato trovato con qualcuno dei disturbi dell'apprendimento. Rimonitorati in seconda elementare, circa il 4% è risultato appartenere al gruppo dei "dsa". La diagnosi vera e propria avviene tuttavia solo in terza elementare, quando il bambino ha ormai automatizzato l'apprendimento. «In dieci anni abbiamo trovato mille bambini affetti da disturbi "dsa"», evidenzia la Lunardi.
«Con lo screening e le prove didattiche allo sportello del Centro si individuano gli "indici di rischio" - mette in chiaro Giuseppina Clini, coordinatrice del centro di San Nicolò -. Gli alunni vengono successivamente inviati ai servizi specialistici per un approfondimento. I bambini con difficoltà di apprendimento possono presentare un solo indice di rischio o più indici contemporaneamente. E' importante che, in presenza di alcuni segnali derivanti dalle prove e dal monitoraggio effettuati, si intervenga precocemente, mettendo in atto le procedure per arrivare alla corretta definizione del problema».
Più si ritarda più aumentano le conseguenze negative. «Un bambino con disturbi nell'apprendimento - continua la Clini -, se non riconosciuto può avere gravi problemi in termini di autostima. Non di rado, infatti, si giunge tardivamente ad una diagnosi perché ci si sofferma a cercare la causa dei problemi psicologici riscontrati nel bambino, o si attribuisce la difficoltà a uno scarso impegno».
Il rifiuto per tutto ciò che riguarda la scuola, la mancanza di interesse, i frequenti "mal di pancia" mattutini, la chiusura in se stessi, l'aggressività o al contrario l'apatia, la sensazione di inadeguatezza, l'ansia esagerata, la frustrazione nell'incapacità continua di eseguire i compiti richiesti, «sono i sintomi più evidenti - è sicura la coordinatrice - che dovrebbero portare la famiglia ad interpellare uno specialista, il quale, nella maggior parte dei casi, chiarisce l'origine dei disturbi. E' importante interpretare correttamente i disagi psicologici, non come causa di disturbi specifici dell'apprendimento ma, al contrario, come la conseguenza». Non tutti sono reattivi nei confronti del problema dislessia. In certe scuole (medie e superiori prima di tutto) si fa fatica - viene spiegato - ci sono insegnanti per i quali la dislessia non esiste o che, di fronte al problema, si dichiarano non competenti.

di Federico Frighi

mercoledì 19 giugno 2013

GLI ESAMI DI TERZA MEDIA DEGLI ALUNNI CON DISABILITA' O DSA

L'alunno con DSA e piano didattico personalizzato è equiparato all'alunno con disabilità

Giugno: la scuola finisce, ma per chi è in terza media le vacanze si faranno attendere ancora un po', dato che rimane l'ultimo ostacolo degli esami finali. In questo pezzo vogliamo fare il punto sulle modalità con le quali si svolgeranno le prove finali per gli alunni con disabilità o
disturbi specifici dell'apprendimento.

Poco, a dire il vero, è per ora cambiato rispetto allo scorso anno. In attesa di disposizioni concrete sull'applicazione della recente e controversa circolare sui BES (
circolare Direttiva Ministeriale del 27/12/2012) constatiamo nulla è cambiato rispetto al passato e che molto occorre ancora fare per affermare politiche scolastiche realmente inclusive.

ALUNNI DISABILI E PEI - Innanzitutto ricordiamo che per gli alunni con disabilità sono previste prove di esame specifiche, relative agli insegnamenti impartiti. Le prove possono essere differenziate, basandosi sul PEI piano educativo individualizzato dello studente. Il loro valore è lo stesso di quelle ordinarie, per ciò che riguarda il superamento della prova d'esame finale.

DSA E STRUMENTI COMPENSATIVI - Nel caso di alunni con DSA (Disturbi Specifici di apprendimento), si prevede la possibilità di utilizzare strumenti compensativi previsti dal piano didattico personalizzato (PDP). Per questi alunni è prevista la possibilità di dare più tempo per la conclusione delle prove, e può essere previsto l'uso di strumenti informatici. Per la comprensione di quanto richiesto dall'esame, un componente della commissione può leggere i testi delle prove scritte, inoltre al candidato può essere consentito l'uso di dispositivi per l'ascolto in formato mp3 dei testi registrati.

DSA E LINGUE STRANIERE - Per quanto riguarda le lingue straniere, è prevista una prova orale al posto di quella scritta nel caso in cui il candidato con DSA non abbia seguito un percorso didattico individuale, ma quello ordinario, con la sola dispensa dalle prove scritte di lingua straniera.
I candidati con DSA con percorso didattico differenziato e con esonero dall'insegnamento della lingua straniera, valutati in base ad esso, possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate al solo rilascio dell'attestato di credito formativo. Questo secondo quanto previsto dal D.P.R. n. 323/1998.
Ricordiamo quindi che gli alunni con DSA con piano didattico differenziato ed esonero dagli esami di lingua straniera, sono sostanzialmente equiparati agli studenti con disabilità che svolgono esami in base al loro PEI. E questo vale sia per le scuole secondarie superiori che inferiori.

ATTESTATO - Agli alunni con disabilità o con DSA che non conseguono la licenza è rilasciato un attestato di credito formativo, utile per l'iscrizione e per la frequenza delle classi successive, come previsto dall'
OM n. 90/01 in applicazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 215/87 sul diritto di tutti gli alunni a frequentare anche le scuole superiori.
Dallo scorso anno, nei quadri finali pubblicati con gli esiti dell'esame, nel caso in cui lo studente non consegua il diploma, ma solo l'attestato, viene indicata la dicitura "Esito positivo", così come per la licenza. Così come per la scuola superiore, dall'anno scroso vieene usata questa dicitura al posto di "non licenziato".

Dsa, Aquino (Aid): ''C'è ancora una grande parte di sommerso''

ROMA. Si stima che sia del 4 per cento l’incidenza dei Disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia) rispetto alla popolazione scolastica in Italia. Lo ricorda Giuseppe Aquino, psicologo e membro del consiglio direttivo dell’Aid, Associazione italiana dislessia, mettendo subito in evidenza la realtà del sommerso: “Poiché di Dsa non se ne sapeva molto fino a poco tempo fa, c’è ancora una grande parte di sommerso in questa percentuale, oltre il 2 per cento”. Per questo l’Aid punta alla sensibilizzazione, e ''molto lavoro è stato fatt"'. Ma molto resta da farne, concorda Viviana Rossi, ex insegnante e dirigente scolastica anche lei nel direttivo dell’Aid, che conta 5 genitori, 2 docenti e 2 tecnici (psicologo e neuropsichiatra): ''Dovrebbe essere prevista formazione obbligatoria per tutti, senza che i singoli docenti debbano pagarsi questo o quel corso".

In questa direzione l’associazione ha stilato un protocollo triennale con il Miur e sostenuto dalla Fondazione Telecom Italia dal titolo “A scuola di dislessia”: 16 mila insegnanti sono stati formati, sia grazie alla piattaforma telematica messa a disposizione dal ministero sia con incontri sui territori. Il protocollo è scaduto pochi giorni fa, il 31 maggio, ma se ci fossero nuove risorse, dicono dall’Aid, si potrebbe rinnovare. La formazione ha riguardato finora la scuola primaria e la secondaria, anche se la legge 170 del 2010 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico) considera anche la scuola dell’infanzia e l’università (“A volte allievi con Dsa hanno un quoziente intellettivo altissimo, perché non dovrebbero accedere all’università trovando persone preparate e strumenti didattici adatti?”, dice Rossi).

Afferma Giuseppe Aquino commentando i dati recenti del Miur che registrano un incremento delle certificazioni di Dsa: “Con la legge 170 è subentrata maggiore attenzione e formazione in ambito scolastico, e grazie ai percorsi che abbiamo messo in campo come Aid è più facile per i docenti capire i segnali di rischio del disturbo, con il risultato che c’è un invio maggiore ai servizi”. Perché i dati mostrano un aumento delle certificazioni soprattutto alle scuole superiori? Per Aquino “nella primaria c’è sempre stata attenzione, per questo l’aumento si registra soprattutto alle medie e secondarie” che, con i nuovi strumenti a disposizione, si sono fatte più attente. Un incremento fisiologico, dunque, che coincide con un progresso in termini di consapevolezza. (ep)

martedì 18 giugno 2013

Consigli per i genitori dei bambini dislessici - Progetto TIPS .

Le scatole e l'Invalsi

Senti collega, io dovrei spiegare le equazioni. E’ un argomento un po’ ostico ed è necessaria la massima attenzione. Tu e Marco usate forbici, colla e pennarelli e il rumore che fate crea distrazione per gli altri. Penso sia il caso.…” Penso sia il caso.… che vi togliate dalle scatole! Questo era il senso. Questa era la richiesta: uscire dalla classe e andare in un altro luogo, l’aula di sostegno. Era maggio del 1990: una vita fa.

E’ una vita che faccio l’insegnante di sostegno alle medie, questa cosa può capitare. In verità prima, anni fa, capitava più spesso, ora quasi mai. I colleghi di matematica e anche quelli delle altre materie sono più sensibili, più preparati, più coinvolti. Dopo 23 anni da quella volta mi è successo di nuovo, qualche giorno fa. Stavolta però non è stato un collega di matematica, né di un’altra materia, è stato l’INVALSI.

“I DSA, i disabili e tutti gli altri BES possono anche svolgere le prove (tanto poi comunque non vengono conteggiate!), ma se hanno bisogno di lettura ad alta voce o dell’affiancamento di un docente di sostegno, devono svolgere la prova in un altro luogo!” Bene, le parole delle note e delle circolari INVALSI non erano propriamente queste, ma il senso concreto del messaggio e delle disposizioni era proprio quel “Toglietevi dalle scatole!” di ventitré anni fa. Non è un bel segnale, no!
Le etichette e i BES

Già tutte le preoccupazioni da BES (Bisogni Educativi Speciali) bastavano! A scuola, da tre mesi, non si parla d’altro, pure i collaboratori scolastici, il dirigente e il personale di segreteria ne parlano.

Questo è positivo, certo. Si parla di BES e di inclusione, questo è un fatto nuovo. Chi conosce la scuola perché la frequenta e ci lavora ogni giorno riesce però a leggere tra le righe di una direttiva o di una circola ministeriale e a coglierne gli effetti concreti e nefasti.

Individuazione, progettazione e attuazione dell’intervento didattico personalizzato, questi sono i tre momenti del processo previsto per i BES. L’individuazione prevede una suddivisione dei BES in tre fasce, ben visibili nella bozza di Piano Annuale dell’Inclusività proposta dal ministero:

le disabilità certificate (Legge 104/92 art.3, commi 1 e 3)

i disturbi evolutivi specifici (DSA, ADHD, DOP, FIL, altro)

lo svantaggio (Socio - economico, Linguistico - culturale, Comportamentale – relazionale).

In pratica, solo per la prima fascia, quella dei disabili in situazione di gravità, dovrebbero essere previsti il sostegno didattico e specializzato, con insegnante di sostegno, e il Piano Educativo Individualizzato (PEI). Per le altre due fasce non ci dovrebbe essere il sostegno di un docente specializzato, ma l’intervento degli insegnanti disciplinari che stilano e attuano un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Quegli alunni che ieri venivano chiamati “psicofisici”, sigla per gli organici degli insegnanti: “EH”, transiterebbero quasi in massa nei disturbi evolutivi specifici, senza sostegno specializzato. Non so dare percentuali precise a livello nazionale, posso parlare delle scuole della mia provincia: le situazioni di gravità non superano il 20%. Ciò vuol dire che c’è un 80% di alunni che rischia di perdere il sostegno specializzato e, ovviamente, una percentuale corrispondente di docenti di sostegno che rischia di perdere il posto.

Ma torniamo all’individuazione. Si è detto in passato che andava superato il concetto di integrazione legata a un certificato medico. Bene, ora viene proposto un modello organizzativo che prevede l’inclusione legata a un numero imprecisato di certificati, riferiti a svariate sigle che corrispondono ad altrettanti BES. Prossimamente potremo ascoltare in sala professori discussioni preoccupate, del tipo: “Nella mia classe ho un DSA, un ADHD e un FIL, è una situazione insostenibile!” “Vuoi scherzare? Faresti a cambio con me che ho due ITA L2 e tre SVANT, di cui uno socio – economico?”

Io resto un nostalgico e preferivo quando in sala professori non usavamo sigle, ma parlavamo dei tormenti, delle difficoltà, delle speranze e degli sforzi di Giulia, Jacopo, Pietro, Lorenzo e Azjri. L’individuazione dei BES rischia di portare all’etichettatura e alla medicalizzazione, con un massiccio ed invasivo intervento sanitario nel momento dell’individuazione e anche in quelli successivi, che andrebbe ad erodere e a svilire la componente didattica e scolastica in genere. Non è una bella prospettiva. Non è decisamente una prospettiva inclusiva.

C’è poi la fase di progettazione, a livello di singolo istituto scolastico (Piano Annuale dell’Inclusività) e a livello di singolo alunno con BES (Piano Didattico Personalizzato). In questa fase gli insegnanti del consiglio di classe potranno contare su un massiccio numero di organismi e di gruppi di lavoro di consulenza. GLH operativo, GLI, CTI, CTS, GLIP, GLHP, GLIR, ecc. ecc., sono le sigle di gruppi di lavoro con cui i docenti dovranno familiarizzare per avere supporto e coordinamento interni ed esterni alla propria scuola. Chi sa di scuola e di risorse finanziarie a disposizione, sa comunque che questi gruppi di lavoro sono legati per lo più a competenze individuali e a spirito volontaristico.

Basti l’esempio del GLI. Si tratta del gruppo di lavoro interno a ogni singola scuola che prima si chiamava GLH (Gruppo di lavoro per l’handicap) e ora si chiama appunto GLI (Gruppo di lavoro per l’inclusione). Devono far parte del GLI alcuni insegnanti della scuola (di sostegno e curricolari) con particolari competenze, personale esperto esterno e genitori, oltre al dirigente scolastico. Il GLI, recita la circolare sui BES del marzo scorso, si deve riunire almeno una volta al mese, ma, visto il numero molto corposo di compiti da svolgere, di fatto dovrà farlo molto più spesso. Il GLI può riunirsi in orario di servizio (come in orario di servizio? In orario di servizio gli insegnanti sono in classe!), oppure fuori dall’orario di servizio, utilizzando i fondi d’istituto (quelli, per intenderci, che non ci bastano per pagare le sostituzioni dei colleghi assenti e che ci creano problemi per l’acquisto di computer e LIM, ma anche di carta per le fotocopie e perfino di carta igienica). Bene, quindi, numerosi gruppi di supporto all’inclusione. Supporto a distanza! Già, perché questa è la grossa novità: bisogna passare da un sostegno in presenza, dall’insegnante di sostegno, segregante e ostacolo alla vera autonomia e all’inclusione, a un sostegno diversificato e di prossimità. “Dal sostegno ai sostegni!” questo è il nuovo slogan.

Nella terza fase, infatti, quella dell’attuazione dell’intervento didattico con i BES, non ci sarà il sostegno tradizionale con insegnante specializzato, ma ci saranno “i sostegni”di consulenza. In pratica, nella fase dell’attuazione didattica in classe, l’insegnante disciplinare, che verrà formato e aggiornato in maniera intensiva ed esaustiva, se la vedrà da solo. Da solo in una classe di 29 alunni.

Da solo con quattro o cinque Piani Didattici Personalizzati da attuare. Da solo con indispensabili metodologie inclusive da adottare, quali l’apprendimento cooperativo, il tutoring, l’apprendimento senza errori, l’approccio metacognitivo, che, da sempre, sono state utilizzate grazie alla contemporaneità e alla stretta collaborazione in classe col docente di sostegno specializzato. Da solo a utilizzare strategie didattiche di cerniera, quali l’adattamento dei libri di testo, la creazione di schede di aiuto disciplinare, la costruzione di mappe e schemi, la creazione di agende del compito, la gestione di laboratori inclusivi, che, da sempre, hanno richiesto l’intervento di docenti realmente specializzati e competenti, come gli insegnanti di sostegno.
Presenza, innovazione e tagli

Metodologie inclusive e strategie didattiche di cerniera hanno bisogno di specializzazione e presenza operativa, non di consulenza a distanza. I nostri alunni con bisogni educativi speciali e con disabilità hanno bisogno di sostegno reale e non di consulenza a distanza.

Quelli che ora chiamano FIL, funzionamento intellettivo limite, i bambini e ragazzi che hanno difficoltà lievi ma che rischiano ogni giorno di perdere contatto con l’attività della classe e di perdere motivazioni e amore per la scuola, hanno bisogno di presenza. Di una presenza specializzata che sappia semplificare e adattare un testo, creare uno schema, creare un’agenda del compito, organizzare un laboratorio inclusivo per la creazione condivisa di materiali didattici. Di una presenza specializzata che sappia ascoltare, sorridere, spronare, motivare, toccare, abbracciare e sudare. Che sappia poi, al momento giusto, staccarsi, allontanarsi, lasciar fare, rendere autonomi. C’è bisogno di una presenza specializzata, c’è bisogno di contatto operativo in classe, non da lontano. Altro che sostegno a distanza! Altro che sostegno di prossimità!

Sono convinto che una nuova cultura inclusiva sia necessaria. Sono convinto che l’attenzione verso tutti i bisogni educativi speciali sia un’esigenza inderogabile della scuola pubblica e dei bambini e dei ragazzi che in essa vivono. Sono convinto che la ricerca e la letteratura sulle metodologie inclusive e sulle strategie didattiche di cerniera debbano moltiplicare i loro sforzi e produrre innovazioni sempre più funzionali. Ma non prendiamoci in giro!

Non proviamo a nascondere dietro a un impianto scientifico e valoriale, come quello dell’inclusione e dei BES, un tentativo di taglio delle risorse finanziarie alla scuola. Di taglio dei posti di sostegno. Non commettiamo, nello stesso tempo, l’errore di sprecare addirittura le risorse che ci sono. Le risorse professionali di chi, per venti o trent’anni, ha costruito una personale specializzazione fatta di studio e di esperienza diretta tra i banchi delle aule della scuola pubblica. Innovare vuol dire far funzionare bene quello che c’è, lavorando sulle criticità, stimolando le idee, la partecipazione, la presa in carico. L’innovazione si produrrà rivedendo l’attuale e nefasto approccio ai BES, eliminando l’etichettatura sistematica e la medicalizzazione, coinvolgendo nell’intervento di sostegno chi è veramente specializzato, non lasciando soli i docenti di classe proprio nel momento decisivo della didattica personalizzata. L’innovazione si attua facendo circolare veramente le risorse professionali che sono numerose all’interno della scuola pubblica, formando veramente tutti i docenti sulle metodologie e sulle strategie didattiche per l’inclusione. Valorizzare le professionalità e le specializzazioni. Questa è la vera innovazione! Questo è il vero sostegno alla scuola pubblica!

Carlo Scataglini - laletteraturaenoi.it

GLI ESAMI DI TERZA MEDIA DEGLI ALUNNI CON DISABILITA' O DSA

L'alunno con DSA e piano didattico personalizzato è equiparato all'alunno con disabilità

Giugno: la scuola finisce, ma per chi è in terza media le vacanze si faranno attendere ancora un po', dato che rimane l'ultimo ostacolo degli esami finali. In questo pezzo vogliamo fare il punto sulle modalità con le quali si svolgeranno le prove finali per gli alunni con disabilità o
disturbi specifici dell'apprendimento.

Poco, a dire il vero, è per ora cambiato rispetto allo scorso anno. In attesa di disposizioni concrete sull'applicazione della recente e controversa circolare sui BES (
circolare Direttiva Ministeriale del 27/12/2012) constatiamo nulla è cambiato rispetto al passato e che molto occorre ancora fare per affermare politiche scolastiche realmente inclusive.

ALUNNI DISABILI E PEI - Innanzitutto ricordiamo che per gli alunni con disabilità sono previste prove di esame specifiche, relative agli insegnamenti impartiti. Le prove possono essere differenziate, basandosi sul PEI piano educativo individualizzato dello studente. Il loro valore è lo stesso di quelle ordinarie, per ciò che riguarda il superamento della prova d'esame finale.

DSA E STRUMENTI COMPENSATIVI - Nel caso di alunni con DSA (Disturbi Specifici di apprendimento), si prevede la possibilità di utilizzare strumenti compensativi previsti dal piano didattico personalizzato (PDP). Per questi alunni è prevista la possibilità di dare più tempo per la conclusione delle prove, e può essere previsto l'uso di strumenti informatici. Per la comprensione di quanto richiesto dall'esame, un componente della commissione può leggere i testi delle prove scritte, inoltre al candidato può essere consentito l'uso di dispositivi per l'ascolto in formato mp3 dei testi registrati.

DSA E LINGUE STRANIERE - Per quanto riguarda le lingue straniere, è prevista una prova orale al posto di quella scritta nel caso in cui il candidato con DSA non abbia seguito un percorso didattico individuale, ma quello ordinario, con la sola dispensa dalle prove scritte di lingua straniera.
I candidati con DSA con percorso didattico differenziato e con esonero dall'insegnamento della lingua straniera, valutati in base ad esso, possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate al solo rilascio dell'attestato di credito formativo. Questo secondo quanto previsto dal D.P.R. n. 323/1998.
Ricordiamo quindi che gli alunni con DSA con piano didattico differenziato ed esonero dagli esami di lingua straniera, sono sostanzialmente equiparati agli studenti con disabilità che svolgono esami in base al loro PEI. E questo vale sia per le scuole secondarie superiori che inferiori.

ATTESTATO - Agli alunni con disabilità o con DSA che non conseguono la licenza è rilasciato un attestato di credito formativo, utile per l'iscrizione e per la frequenza delle classi successive, come previsto dall'
OM n. 90/01 in applicazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 215/87 sul diritto di tutti gli alunni a frequentare anche le scuole superiori.
Dallo scorso anno, nei quadri finali pubblicati con gli esiti dell'esame, nel caso in cui lo studente non consegua il diploma, ma solo l'attestato, viene indicata la dicitura "Esito positivo", così come per la licenza. Così come per la scuola superiore, dall'anno scroso vieene usata questa dicitura al posto di "non licenziato".