A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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lunedì 9 maggio 2011

Un gruppo di mamme: "No ai test nelle scuole elementari"

Noi mamme dei bambini e delle bambine della II elementare ci siamo informate sui test INVALSI e abbiamo deciso che non manderemo i nostri figli a scuola nei giorni delle prove. Con questa lettera vogliamo spiegare il perché della nostra scelta e invitare le mamme della V elementare e della I media ad unirsi a noi.
I test INVALSI sono prove standardizzate di italiano e matematica (con risposta a crocette) da svolgersi secondo modalità e tempi rigidamente prestabiliti. A cosa servono? Il ministero afferma che servono a migliorare la qualità delle scuole, molti dicono che in realtà serviranno a tutt’altre finalità, tra cui fare una classifica delle scuole e degli insegnanti.
Diciamo no come mamme perché c’è un’assoluta mancanza d’informazione alle famiglie: al contrario di quanto avviene normalmente per tutte le attività programmate dalla scuola, dei test non ci sono mai stati comunicati il contenuto, le modalità esecutive e le finalità e anche le insegnanti si sono presentate come esecutrici di compiti prescritti dall’esterno;mperché le prove non sono anonime: ogni prova è contrassegnata da un codice, che sarà conservato dalla scuola, che identifica l’alunno; tali codici dunque permettono una tracciabilità nel tempo delle prove dei nostri figli, perché, oltre ai test, viene chiesto ai nostri figli di compilare un questionario in cui si chiedono informazioni sia sulle risorse disponibili in famiglia sia su questioni anche delicate. E’ davvero incredibile che ci venga chiesta l’autorizzazione per qualsiasi tipo di attività proposta dalla scuola (anche una foto di classe) e poi, nel giorno delle prove invalsi gli alunni siano sottoposti a questionari sulla loro vita familiare senza che i genitori ne siano preventivamente informati, perché questi test creano ansia: per la seconda elementare è prevista la prova di lettura di 2 minuti (con il cronometro!) e anche per le altre prove e le altre classi i tempi sono rigidamente prefissati; gli alunni devono fare bene e in fretta. L’ambiente diventa quello da concorso pubblico: neppure i bimbi della II elementare possono allontanarsi dall’aula per andare in bagno; perché i nostri figli dislessici, portatori di handicap, immigrati, insomma tutti coloro che presentano una qualche difficoltà, diventano invisibili e vengono esclusi dalla rilevazione.
Diciamo no come cittadine perché questi quiz non hanno nulla a che vedere con la didattica della scuola che conosciamo; perché queste prove non possono registrare le capacità creative, le capacità critiche, i pensieri non standardizzati; se i quiz acquistano centralità, finiranno per farla assumere anche alla didattica delle crocette; perché i quiz diventeranno sempre più importanti: al Nord alcune scuole si sono fatte pubblicità sbandierando i loro risultati alle prove INVALSI; di fatto serviranno a creare una classifica delle scuole e degli insegnanti e perciò spingeranno sempre di più i docenti a modificare la propria programmazione, elaborata sulla realtà concreta della classe e dei singoli alunni, piegandola invece all’addestramento ai quiz; perché non è questa la scuola che vogliamo per i nostri figli; perché vogliamo una scuola che coltivi l’unicità dei nostri figli, che si faccia carico delle loro difficoltà e delle loro conquiste, una scuola che aumenti davvero la propria qualità e che non finga un sistema di qualità quando nelle classi manca il minimo indispensabile.
Per tutto questo non solo non permetteremo che il ministero utilizzi i nostri figli per le prove invalsi, ma organizzeremo due giornate “didattiche” per dire che la scuola cosi’ come e’ non ci basta, che vogliamo di piu’ per i nostri figli e per la scuola italiana.
Alcune mamme della II elementare Scuola di Fosdinovo – plesso di Caniparola

1 commento:

  1. Sono d'accordo, anche io non manderò a scuola mia figlia Dsa che frequenta la classe V.
    Arianna Pinton

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