Istituti contrari. Gli studenti:" Così boicotteremo i test ministeriali". Le prove verranno consegnate in bianco. E molti genitori terranno i figli a casa
Da La Repubblica di SARA GRATTOGGI
I test Invalsi dividono il mondo della scuola che si accinge a somministrare agli studenti le prove dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema d'istruzione. I primi ad affrontare i quiz, oggi, saranno gli alunni di seconda superiore, seguiti da quelli di medie e elementari, ma in molte scuole romane è scattato il boicottaggio da parte di alcuni studenti, docenti e genitori.
"In più di cento scuole d'Italia, di cui il 40 per cento a Roma, i collegi docenti hanno deliberato di non aderire allo svolgimento dei quiz - riferiscono i Cobas - Ma da quanto ci risulta molti presidi hanno diramato ordini di servizio" per spingere gli insegnanti a collaborare. Alla base del rifiuto, secondo il sindacato, "c'è la contrarietà alla logica di attribuire finanziamenti alle scuole e di valutare i professori in base ai risultati delle prove". Mentre il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando parla di "violazione della privacy" perché con i test "che non sono anonimi, dato che sono riconducibili attraverso un codice ai nominativi dei singoli alunni, verranno chieste a minorenni informazioni personali, dati sensibili, senza l'autorizzazione dei genitori".
"Le scuole dove si segnalano iniziative contro le prove Invalsi sono Giulio Cesare, Socrate, Virgilio, Cavour, Albertelli, Orazio, Giordano Bruno, Aristotele, Visconti, Ripetta, Pinturicchio, Margherita di Savoia, Aristofane Augusto, Rusell, Kant, Lombardo Radice, Pasteur" informa il collettivo Senza Tregua, che ribadisce "l'invito agli insegnanti a non discriminare gli studenti che sceglieranno di rifiutare i test".
Al liceo Cavour, ad esempio, i ragazzi hanno deciso di "consegnare in bianco i quiz - spiega Valerio Carocci, rappresentante d'istituto - Mentre per le classi campione c'è l'alternativa dell'assenza di massa". Anche la maggioranza dei docenti, in un documento, aveva espresso la propria contrarietà ai test a crocette standardizzati, ma la preside assicura che la loro somministrazione si svolgerà regolarmente.
Simile il caso del Mamiani, dove la maggior parte degli insegnanti si era dichiarata contraria alle prove, che però si terranno comunque perché, informa il preside, "sono obbligatorie per l'istituto". Per questo, alcuni genitori hanno deciso di tenere i propri figli a casa: "La cultura non si misura con i quiz - spiega una mamma, Alessandra Carnicella - Scriverò sulla giustificazione di mio figlio che sono contraria ai test Invalsi".
Alla scuola elementare Maffi, invece, il collegio docenti si è spaccato: la maggioranza aveva deliberato "la non adesione" alle prove "anche nei termini della collaborazione attiva", ma una minoranza ha invece chiesto di poterle somministrare.
La preside, Renata Puleo (che aveva espresso il proprio "dissenso di natura epistemologica, educativa, professionale sull'operazione Invalsi"), ha dunque lasciato libertà individuale agli insegnanti, ma spiega: "Alcuni genitori mi hanno diffidata dal somministrare le prove ai loro figli e in quei casi li farò uscire dalle classi".
"In più di cento scuole d'Italia, di cui il 40 per cento a Roma, i collegi docenti hanno deliberato di non aderire allo svolgimento dei quiz - riferiscono i Cobas - Ma da quanto ci risulta molti presidi hanno diramato ordini di servizio" per spingere gli insegnanti a collaborare. Alla base del rifiuto, secondo il sindacato, "c'è la contrarietà alla logica di attribuire finanziamenti alle scuole e di valutare i professori in base ai risultati delle prove". Mentre il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando parla di "violazione della privacy" perché con i test "che non sono anonimi, dato che sono riconducibili attraverso un codice ai nominativi dei singoli alunni, verranno chieste a minorenni informazioni personali, dati sensibili, senza l'autorizzazione dei genitori".
"Le scuole dove si segnalano iniziative contro le prove Invalsi sono Giulio Cesare, Socrate, Virgilio, Cavour, Albertelli, Orazio, Giordano Bruno, Aristotele, Visconti, Ripetta, Pinturicchio, Margherita di Savoia, Aristofane Augusto, Rusell, Kant, Lombardo Radice, Pasteur" informa il collettivo Senza Tregua, che ribadisce "l'invito agli insegnanti a non discriminare gli studenti che sceglieranno di rifiutare i test".
Al liceo Cavour, ad esempio, i ragazzi hanno deciso di "consegnare in bianco i quiz - spiega Valerio Carocci, rappresentante d'istituto - Mentre per le classi campione c'è l'alternativa dell'assenza di massa". Anche la maggioranza dei docenti, in un documento, aveva espresso la propria contrarietà ai test a crocette standardizzati, ma la preside assicura che la loro somministrazione si svolgerà regolarmente.
Simile il caso del Mamiani, dove la maggior parte degli insegnanti si era dichiarata contraria alle prove, che però si terranno comunque perché, informa il preside, "sono obbligatorie per l'istituto". Per questo, alcuni genitori hanno deciso di tenere i propri figli a casa: "La cultura non si misura con i quiz - spiega una mamma, Alessandra Carnicella - Scriverò sulla giustificazione di mio figlio che sono contraria ai test Invalsi".
Alla scuola elementare Maffi, invece, il collegio docenti si è spaccato: la maggioranza aveva deliberato "la non adesione" alle prove "anche nei termini della collaborazione attiva", ma una minoranza ha invece chiesto di poterle somministrare.
La preside, Renata Puleo (che aveva espresso il proprio "dissenso di natura epistemologica, educativa, professionale sull'operazione Invalsi"), ha dunque lasciato libertà individuale agli insegnanti, ma spiega: "Alcuni genitori mi hanno diffidata dal somministrare le prove ai loro figli e in quei casi li farò uscire dalle classi".
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