Tratto DA "DIRE GIOVANI.IT"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 feb. - Il segreto per aiutare i bambini dislessici? Puntare su didattiche innovative create attorno agli studenti. Di questo si e' parlato al primo incontro nazionale delle associazioni che si occupano di dislessia. Il convegno, organizzato dalla onlus Il Laribinto, raccoglie la sfida lanciata dalla recente legge 170/2010 sulla dislessia: 350-400 mila studenti (il 5% della popolazione studentesca, ndr) con disturbi specifici di apprendimento per dislessia, disortografia e discalculia, dovranno poter raggiungere gli stessi obiettivi dei loro compagni.
"Una cosa che si dice spesso e' che i dislessici stanno aumentando: non e' vero, ci sono sempre stati ma ora iniziamo a riconoscerli -dice Maria Dimita Giombini, presidente de il Laribinto, onlus impegnata nell'organizzazione di eventi culturali e raccolte fondi a favore di associazioni che si occupano di dislessia-. Una volta, quando andavano male a scuola smettevano di studiare, oggi la preparazione e' una tappa obbligata altrimenti e' difficile andare avanti nella vita".
Va poi precisato che i ragazzi dislessici non hanno la dislessia ma "sono" dislessici: "La dislessia non e' una malattia, ma una caratteristica congenita -continua Giombini-. Come un bambino mancino, che ha difficolta' perche' l'ambiente gliele crea e, a seconda dell'insegnante cambia tipo di risposta". Per questo, al convegno di domani non ci saranno soltanto associazioni di volontariato, ma anche scuole.
"L'incontro e' stato pensato soprattutto per gli insegnanti
-proseuge Giombini-: siamo alla ricerca di una didattica pensata per tuti i ragazzi, ma con modalita' tali che gli studenti dislessici, ragazzi intelligenti e in gamba, abbiano maggiore facilitazione nell'apprendimento: se non studiano non e' perche' non vogliano farlo ma perche' la loro fatica e' molto superiore a quella dei loro compagni". Con piu' libri da studiare e continue verifiche scritte, i metodi adottati da alcuni insegnanti, sono molto penalizzanti, con il risultato che i ragazzi dislessici si trovano in crisi.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 feb. - Il segreto per aiutare i bambini dislessici? Puntare su didattiche innovative create attorno agli studenti. Di questo si e' parlato al primo incontro nazionale delle associazioni che si occupano di dislessia. Il convegno, organizzato dalla onlus Il Laribinto, raccoglie la sfida lanciata dalla recente legge 170/2010 sulla dislessia: 350-400 mila studenti (il 5% della popolazione studentesca, ndr) con disturbi specifici di apprendimento per dislessia, disortografia e discalculia, dovranno poter raggiungere gli stessi obiettivi dei loro compagni.
"Una cosa che si dice spesso e' che i dislessici stanno aumentando: non e' vero, ci sono sempre stati ma ora iniziamo a riconoscerli -dice Maria Dimita Giombini, presidente de il Laribinto, onlus impegnata nell'organizzazione di eventi culturali e raccolte fondi a favore di associazioni che si occupano di dislessia-. Una volta, quando andavano male a scuola smettevano di studiare, oggi la preparazione e' una tappa obbligata altrimenti e' difficile andare avanti nella vita".
Va poi precisato che i ragazzi dislessici non hanno la dislessia ma "sono" dislessici: "La dislessia non e' una malattia, ma una caratteristica congenita -continua Giombini-. Come un bambino mancino, che ha difficolta' perche' l'ambiente gliele crea e, a seconda dell'insegnante cambia tipo di risposta". Per questo, al convegno di domani non ci saranno soltanto associazioni di volontariato, ma anche scuole.
"L'incontro e' stato pensato soprattutto per gli insegnanti
-proseuge Giombini-: siamo alla ricerca di una didattica pensata per tuti i ragazzi, ma con modalita' tali che gli studenti dislessici, ragazzi intelligenti e in gamba, abbiano maggiore facilitazione nell'apprendimento: se non studiano non e' perche' non vogliano farlo ma perche' la loro fatica e' molto superiore a quella dei loro compagni". Con piu' libri da studiare e continue verifiche scritte, i metodi adottati da alcuni insegnanti, sono molto penalizzanti, con il risultato che i ragazzi dislessici si trovano in crisi.
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