Mentre gli esami di terza media volgono al termine la Flc Cgil ha lanciato un appello per modificarli, con particolare riferimento alla prova Invalsi, quella nazionale uguale per tutti. Per il sindacato non può avere lo stesso peso delle altre prove nella valutazione dei ragazzi.
L'appello è rivolto al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, al presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, al Presidente del Senato della Repubblica Renato Schifani, al presidente della Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali del Senato Guido Possa, al presidente della commissione Cultura, Valentina Aprea.
Nella lettera che lo accompagna si sottolinea "l'incongruenza pedagogica e normativa del meccanismo globale per la costituzione del voto finale dell'esame di Stato della Scuola secondaria di primo grado". Sotto accusa la "prescrittiva media aritmetica tra giudizio d'ammissione, prove scritte e prova nazionale Invalsi".
Per la Flc e i firmatari ai danni dei ragazzi si consuma una "ingiustizia": "un voto di ammissione, che rispecchia una valutazione di tre anni ed un percorso globale, individualizzato e personalizzato, che ha attraversato gli otto anni del ciclo primario, è messo sullo stesso piano di una singola prova scritta o di una prova orale".
L'appello parla di "distorsione della prassi valutativa, in quanto l'elaborazione di un giudizio che tenga conto dell'insieme delle reali competenze acquisite dallo studente, come richiesto dallo stesso ministero, non può basarsi su calcoli di tipo statistico". Si chiede inoltre di eliminare la prova dall'esame.
Infine, si legge, "va considerato che, con ben tre o quattro prove scritte, una prova nazionale Invalsi che insiste sempre su lettere e matematica (già valutati in altre singole prove scritte) ed un colloquio d'esame, gli esami conclusivi del primo ciclo di istruzione risultano più impegnativi di qualsiasi altro esame dell'ordinamento scolastico e non rispecchiano tempi e modalità pedagogiche proprie di tutto il ciclo primario. Per queste ragioni chiediamo che tale ingiusto meccanismo venga radicalmente modificato".
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