PIACENZA. «per rivendicare le emozioni distorte»
Una storia di mala giustizia all'italiana. E' stata questa la molla che ha spinto la scrittrice Gaia Rayneri a raccontare gli ostacoli in cui incappano le famiglie con un figlio disabile, denunciando le pressioni omologanti della scuola e della società. L'incubo vissuto in prima persona è narrato in "Pulce non c'è", romanzo uscito per i tipi di Einaudi tre anni fa e presentato ieri pomeriggio dalla giornalista Barbara Sartori all'auditorium di Santa Maria della Pace, durante un incontro organizzato dal tavolo di coordinamento della disabilità adulta del Comune in collaborazione con l'Azienda dei servizi alla persona. Come Giovanna, protagonista del romanzo, anche la venticinquenne autrice torinese è infatti sorella maggiore di una bambina affetta da autismo, anni fa allontanata dalla famiglia per presunte molestie sessuali subite dal padre. «Ma non volevo ricorrere all'autobiografia» ha precisato Rayneri durante la presentazione. Eppure solo l'esperienza vissuta direttamente, e conclusasi con la piena assoluzione del padre, avrebbe potuto trasmettere efficacemente «la cecità delle istituzioni verso la condizione degli autistici e l'idea utopistica di famiglia perfetta, che finisce però per devastare la famiglia vera». Un'accusa molto forte che nelle pagine del libro è edulcorata dall'ironia della protagonista, la tredicenne Giovanna, e dalla prospettiva deformante attraverso la quale vede la dolorosa realtà nella quale è immersa. Una figura resa con l'espediente del narratore inaffidabile, «un adolescente stralunato che con un linguaggio sgangherato svela quelle verità in cui altrimenti non ci si potrebbe addentrare». «La protagonista è triste quando dovrebbe essere contenta, come me - ha detto Rayneri - che di fronte ai tentativi di omologazione m'intristisco e sorrido di fronte alle tragedie». Una tragicommedia, dunque, che l'autrice ha impiegato per uscire dalle canoniche rappresentazioni della disabilità: «quella strappalacrime in cui questa condizione è relegata al puro dolore e quella più generosa del sensazionalismo, che descrive i disabili come grandi geni». Quello che appare in "Pulce non c'è" è invece «la rivendicazione alle emozioni distorte» propria di entrambe le sorelle, nessuna delle quali reagisce come le istituzioni si aspetterebbero.
Le pagine del romanzo saranno trasposte in un film alla cui sceneggiatura ha collaborato Rayneri, che al momento sta riscrivendo la prima stesura. Dopo la pubblicazione di "Ugone", libro per bambini pubblicato un mese fa da Rizzoli, la scrittrice è al momento al lavoro sul secondo romanzo, "Gender bender" che tratterà di differenze e discriminazioni in una società immaginaria nella quale si coglie tuttavia l'Italia di oggi.
Filippo Columella
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