A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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martedì 24 gennaio 2012

Svogliati o disabili l'apprendimento richiede gli strumenti giusti

Il Resto del Carlino del 23-01-2012
BOLOGNA. Quale è la differenza tra un alunno svogliato (il somaro della classe) e un altro che presenta una malattia che gli impedisce di imparare? Il primo può e deve essere recuperato mediante un intervento familiare, pedagogico e psicologico. Il secondo ha bisogno degli strumenti della pedagogia speciale, dell'abilitazione e riabilitazione. La lettura comporta per alcuni bambini una difficoltà enorme, che può essere superata mediante strumenti vecchi, come ad esempio la scrittura a grandi caratteri, e nuovi, come la lettura con voce sintetizzata e piacevoli giochi educativi al computer. L'Associazione Italiana Dislessia (www.aiditalia.org) può aiutare a orientarsi. L'INTERVENTO deve essere il più precoce possibile, perché sia più efficace il recupero. Accelerando i tempi della diagnosi si può incorrere più facilmente in errori di valutazione, ma si tratta di ausili (non farmaci) che facilitano il compito a chiunque senza recare danno a nessuno. Volendo essere precisi, la dislessia nella classificazione internazionale delle malattie dell'OMS viene rubricata come disturbo specifico della lettura, e si trova spesso associata agli altri disturbi specifici dello sviluppo: oltre la metà di questi bambini presentano anche disturbo specifico della scrittura (disortografia), poco meno della metà presentano anche disturbo specifico delle abilità aritmetiche (discalculia) e altri ancora disturbi misti delle abilità scolastiche. Nella stessa classificazione i disturbi specifici vengono contrapposti ai disturbi autistici ed evolutivi globali, come l'autismo, che pervadono in modo generalizzato tutto lo sviluppo psicologico. Ma il fatto che siano specifici di una funzione li rende comunque insidiosi: il bambino che ne è affetto fatica moltissimo a leggere e questo si traduce in un apprendimento scarso nelle diverse materie scolastiche. Se non si provvede con strumenti adatti si rischia fortemente di avere un bambino privo di autostima, disadattato, l'handicappato della sua classe. La dislessia colpisce circa il 3-4 per cento dei bambini, ma il confine fra disabilità e normalità è convenzionale, spesso difficile da distinguere: non esiste come per l'infezione tubercolare l'esame di laboratorio che possa trovare il bacillo, anche se in un quinto dei casi una recente ricerca ha ritrovato un gene che potrebbe spiegare un'organizzazione difettosa di alcune aree del cervello, quindi la genetica della dislessia. Anche l'osservazione epidemiologica accerta una familiarità di questo disturbo. Nonostante la quantità dei bambini colpiti, circa uno per classe, poco si è fatto per aiutarli: soltanto con la legge 170 del 2010 si è provveduto a organizzare un intervento per riconoscere l'esistenza di questi disturbi precocemente e per trattarli. Le équipe multidisciplinari che accertano la disabilità degli alunni a norma della legge 104 del 1992 spesso non sono consultate: un terzo dei casi esistenti viene diagnosticato e anche quando la diagnosi viene effettuata, soltanto con l'applicazione della recente legge si può provvedere a effettuare gli interventi che l'Istituto Superiore di Sanità, le Società scientifiche e le Associazioni dei genitori consigliano di fare. Ora che finalmente la strada è aperta, occorre percorrerla senza esitazioni, per dare a questi bambini la possibilità di annullare o almeno ridurre la loro disabilità.
di Carlo Hanau
Docente di statistica medica e programmazione dei servizi sociali e sanitari Università di Modena e Reggio Emilia

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