A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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mercoledì 27 aprile 2011

Insegnanti e tempo pieno sono 'sprechi' secondo la Gelmini

Tratto da Alessandro Fiorono

Ministero sotto assedio

Il mondo della scuola non accetta la riforma. Ora la ribellione è contro il test di valutazione imposto alle scuole

Il mondo della scuola non accetta la cura dimagrante imposta dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Le proteste si susseguono e il Ministero è ormai teatro di quotidiane proteste. Il Ministro continua  ripetere che non ci saranno dei tagli ma solo uno stop agli sprechi. peccato che tra gli sprechi ci sono anche gli insegnati, che vengono giudicati esorbitanti nel numero, e il tempo pieno indubbiamente ridotto. La Flc Cgil parla apertamente di macelleria sociale mentre, soprattutto a Roma, insegnanti e genitori stanno protestando in diverse maniere, ad esempio rifiutando di svolgere il test di valutazione. Video della manifestazione al Ministero della Pubblica Istruzione.

Refrain gelminiano
«Non c'è alcun taglio. Quello che abbiamo tagliato sono gli sprechi. Abbiamo risparmiato circa 300 milioni di euro riducendo gli appalti esterni delle pulizie senza licenziare personale Ata, abbiamo messo a punto con il ministro Brunetta un progetto di digitalizzazione della scuola che favorirà un risparmio annuo di altri 118 milioni di euro in termini di risorse umane e strumentali». Investita dalle proteste del mondo della scuola la ministra dell'Istruzione Maria Stella Gelmini non lascia passare giorno senza ribadire il refrain che non ci saranno tagli ma risparmi.


Il Ministero sotto assedio
La differenza è difficile da cogliere ma tutto il dibattito sembra ruotare intorno a questo. Chi non è per niente convinto della ''vulgata'' ministeriale sono gli insegnati e i genitori del coordinamento che è tornato di nuovo sotto il ministero di Viale Trastevere a Roma per protestare contro la riforma. Ad essere contestati sono sopratutto la riduzione del tempo pieno e la fuoriuscita dei maestri della scuola elementare. Ma al centro di tutto c'è il timore che ad essere smantellata sia la scuola pubblica e il diritto all'istruzione.


Macelleria sociale
«I nostri figli stanno crescendo con gli insegnati e vogliamo che continuino a farlo. La scuola pubblica non si deve toccare così come il tempo pieno» dice una mamma della scuola Luigi Maglione nel quartiere romano di Primavalle. La Flc-Cgil ha pesantemente criticato la Gelmini, il segretario nazionale Mimmo Pantaleo parla di «colossali bugie» della ministra e di un Documento economico finanziario «che programma una vera e propria macelleria sociale, la spesa per l'istruzione - spiega - cala dal 4,2 del 2010 al 3,7 del 2015, fino al 3,2 nel 2030. La manovra da 40 miliardi produrrà tagli ancora più consistenti del passato alla spesa sociale e agli investimenti: quindi meno risorse per scuola, ricerca e università pubbliche e probabilmente nessun rinnovo dei contratti anche dopo il 2013».


Contro il test Invalsi
Intanto insegnati e genitori mettono a punto forme di lotta diverse come il rifiuto di svolgere il test invalsi. Nella scuola elementare Forlanini di Monteverde, sempre nella capitale, l'11 maggio non verranno fatti entrare i bambini e si rifiuterà proprio quel test di valutazione che dovrebbe certificare la qualità degli istituti scolastici. «Questo - spiegano due mamme - finchè la Gelmini non smetterà di tagliare gli insegnanti e ci ridarà tutto quello che ci sta togliendo». Una protesta che sembra cogliere nel segno tanto che già il Ministero ha fatto sapere che dlibere dei collegi dei docenti che esprimessero la decisione delle scuole di non aderire ai test Invalsi sarebbero «improprie», non solo in quanto «esorbitanti» dalle competenze del collegio dei docenti, ma soprattutto perchè «in contrasto con la doverosità delle rilevazioni».

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