A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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lunedì 24 giugno 2013

Dislessia, ogni anno diagnosi "dsa" per 100 nuovi bambini

PIACENZA. Nell'anno scolastico 2012-2013 su 2.500 alunni delle Elementari (la scuola primaria) ben cento sono risultati con problemi di dislessia o comunque con una diagnosi di "dsa" (disturbi specifici dell'apprendimento). A renderlo noto è la sezione piacentina dell'Associazione italiana dislessia (Aid) che a Piacenza opera in stretta collaborazione con il Centro risorse dislessia e disturbi dell'apprendimento, integrato nell'Istituto comprensivo di San Nicolò (dirigente scolastico Adriana Santoro). All'Istituto comprensivo di Cadeo si trova invece il Centro territoriale di supporto tecnologico.
A Piacenza l'Aid ha sede presso la Casa delle associazioni di via Musso, dove i soci si ritrovano in gruppi di aiuto per risolvere i problemi dei propri figli. Dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia sono i disturbi specifici dell'apprendimento riuniti sotto la sigla "dsa". «L'importante è sapere che non sono una malattia - spiega Giuseppina Lunardi, presidente Aid Piacenza - ma semplici disturbi. Chi legge, ad esempio, per capire deve sempre decodificare le lettere e metterle assieme come in un puzzle». Il Centro dislessia da dieci anni a questa parte ha attivato un monitoraggio nella scuola primaria dei casi di "dsa". Dei 2.500 bambini di prima elementare monitorati nel 2012-2013, il 15-20% è stato trovato con qualcuno dei disturbi dell'apprendimento. Rimonitorati in seconda elementare, circa il 4% è risultato appartenere al gruppo dei "dsa". La diagnosi vera e propria avviene tuttavia solo in terza elementare, quando il bambino ha ormai automatizzato l'apprendimento. «In dieci anni abbiamo trovato mille bambini affetti da disturbi "dsa"», evidenzia la Lunardi.
«Con lo screening e le prove didattiche allo sportello del Centro si individuano gli "indici di rischio" - mette in chiaro Giuseppina Clini, coordinatrice del centro di San Nicolò -. Gli alunni vengono successivamente inviati ai servizi specialistici per un approfondimento. I bambini con difficoltà di apprendimento possono presentare un solo indice di rischio o più indici contemporaneamente. E' importante che, in presenza di alcuni segnali derivanti dalle prove e dal monitoraggio effettuati, si intervenga precocemente, mettendo in atto le procedure per arrivare alla corretta definizione del problema».
Più si ritarda più aumentano le conseguenze negative. «Un bambino con disturbi nell'apprendimento - continua la Clini -, se non riconosciuto può avere gravi problemi in termini di autostima. Non di rado, infatti, si giunge tardivamente ad una diagnosi perché ci si sofferma a cercare la causa dei problemi psicologici riscontrati nel bambino, o si attribuisce la difficoltà a uno scarso impegno».
Il rifiuto per tutto ciò che riguarda la scuola, la mancanza di interesse, i frequenti "mal di pancia" mattutini, la chiusura in se stessi, l'aggressività o al contrario l'apatia, la sensazione di inadeguatezza, l'ansia esagerata, la frustrazione nell'incapacità continua di eseguire i compiti richiesti, «sono i sintomi più evidenti - è sicura la coordinatrice - che dovrebbero portare la famiglia ad interpellare uno specialista, il quale, nella maggior parte dei casi, chiarisce l'origine dei disturbi. E' importante interpretare correttamente i disagi psicologici, non come causa di disturbi specifici dell'apprendimento ma, al contrario, come la conseguenza». Non tutti sono reattivi nei confronti del problema dislessia. In certe scuole (medie e superiori prima di tutto) si fa fatica - viene spiegato - ci sono insegnanti per i quali la dislessia non esiste o che, di fronte al problema, si dichiarano non competenti.

di Federico Frighi

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