A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

giovedì 16 maggio 2013

L’intervista a Henry Winkler: da "Happy Days" ai libri per ragazzi

di Simona Ballatore


L'attore Henry Winkler, interprete di Fonzie in "Happy Days" (Ansa)


Milano, 16 maggio 2013 - «Ero il peggiore incubo dei professori». Henry «Fonzie» Winkler non lo dice con orgoglio ma con la consapevolezza di chi ha scoperto a 31 anni di essere dislessico. Dietro quell’«Hey» che lo ha reso celebre nella saga di Happy days e dietro quel fare da «bulletto» si nascondeva un disturbo dell’apprendimento. Oggi Fonzie ha 67 anni, la brillantina sui capelli non c’è più, il «chiodo» è nell’armadio, ma non ha perso quello stile indimenticabile e quell’ironia che si leggono tra le righe della sua serie di libri per ragazzi Hank Zipzer, che ha venduto tre milioni di copie e che è approdata, insieme al suo autore, alla libreria Feltrinelli di Milano.


Come ha scoperto di essere dislessico?
«Il mio figliastro è entrato nella mia vita quando aveva già 4 anni e mi sono accorto che gli ripetevo le stesse cose che mi sentivo dire io quando non avevo voglia di fare i compiti e di scrivere. Poi gli hanno diagnosticato la dislessia e ho capito, a 31 anni, quello che succedeva a me».


Quanto c’è di lei nel protagonista?
«Hank sono io, è il nomignolo di Henry. Ero una frana nello spelling, non ero bravo a leggere ed ero un disastro anche in storia, matematica e geometria. Non ho mai utilizzato la parola ipotenusa e cosa significhi x o y per me resta un mistero come dove si trovi l’arca di Noè».

Qual era il suo rapporto con i professori?
«La signorina Adolf presente nei miei libri era la mia professoressa, aveva un alito grigio, una pelle grigia, una personalità grigia. Anche il professore Rock era il mio insegnante. Mi disse “Winkler non avrai nessun problema, starai bene” e ho tenuto questa frase nel cuore fino a ieri. Ho riportato sulla carta le emozioni che ho vissuto in prima persona».


Aveva difficoltà nel leggere i copioni?
«Ho ridotto tantissimi paragrafi con quel gesto ripreso dall’impero romano e quell’Hey con cui riuscivo a far capire tutto. Non facevo fatica a leggere solo i copioni ma anche le lettere che mi inviavano le mie fan. Oltre 50mila alla settimana. I miei occhi mi giocavano dei brutti scherzi. Ero talmente terrorizzato da quelle parole nella stessa pagina insieme che non ho letto neanche un libro finché non ho compiuto trent’anni».
Come ha vissuto questi ostacoli?«Ho coperto per anni il mio senso di vergogna e il senso di umiliazione con l’umorismo e ho trascorso tantissimo tempo in presidenza. Alcune professoresse non capiscono ancora che ci sono bambini che hanno un modo diverso per apprendere le cose. Dicono: “Alla tua età devi saperlo fare”. Io avevo tantissimi problemi a scuola ma cercavo di nascondere questo imbarazzo camuffandomi».

E oggi ha superato tutte le sue paure, scrivendo...
«Sì, voglio che tutti i ragazzi sappiano che per quanto la scuola sembri difficile ognuno di loro ha un grande talento dentro di sé».


Anche l’edizione italiana è stata scritta con particolari accorgimenti per aiutare i ragazzi dislessici nella lettura.
«Quello con l’editore italiano (Uovonero) è stato un matrimonio perfetto. Anche la prossima edizione americana avrà una grafica più semplice da leggere. Sono libri per tutti».

di Simona Ballatore

1 commento:

  1. è confortante e stimolante conoscere le esperienze di altre persone, e se poi hanno fatto una bella carriera, danno un senso di speranza per tutti

    RispondiElimina