Di Rita Occhipinti
15 gennaio 2013
Ascoltare Mozart rende più intelligenti? Inizia con questa domanda, su Neuropsychologia di dicembre, lo studio svolto all’Università di Milano Bicocca, su musica e cervello. Forse non aumenterà l’ingegno ma, secondo questa ricerca, imparare a suonare da bambini modifica il processo di lettura delle parole e può curare la dislessia.
Già in passato i neuroscienziati si sono interessati al cervello “diverso”, in dimensioni e funzionalità, dei musicisti. Ma quello di Milano è il primo studio comparativo tra musicisti e non musicisti che indaghi la comprensione visiva ortografica,cioè il processo di lettura delle parole.
Lo studio ha coinvolto 30 partecipanti: 15 laureati al Conservatorio e 15 soggetti incapaci di leggere la musica. Ai volontari sono state sottoposte parole e battute musicali, e durante la lettura è stata registrata la loro attività “elettrica” cerebrale. Risultato: nei non musicisti si attiva la sola VWFA (visual word form area) nell’emisfero sinistro del cervello, mentre nei musicisti si attiva un’area simile anche a destra. Questo apre possibilità terapeutiche per la dislessia. «I dislessici – spiega Alice Mado Proverbio, coordinatrice della ricerca – mostrano un’attivazione anomala della VWFA di sinistra e beneficierebbero di una VWFA a destra».
Fonte:
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S002839321200509X
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