A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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martedì 14 gennaio 2014

Che cosa s'intende con il termine "dislessia"?



E' uno dei disturbi più comuni dell'apprendimento, diagnosticato quando i bambini mostrano accentuate difficoltà di lettura e ortografia.
Il problema di coloro che sono affetti da dislessia è legato ad una difficoltà basilare di "decodificazione" di singoli suoni o fonemi che compongono le parole di una determinata lingua.
Solo nella Gran Bretagna e negli USA, il 5 - 10 % della popolazione è affetta da dislessia, mentre in Europa la percentuale sale addirittura fino al 45%.
Circa una persona su dieci soffre di dislessia, ma non bisogna confondere i problemi d'apprendimento tipici di quest'affezione, con una mancanza d'intelligenza. Molte personalità scientifiche, politiche o storiche erano dislessiche, basti pensare a Richard Branson, Steve Jobs, Walt Disney o Eddie Izzard.


Secondo una nuova teoria scientifica - pubblicata sulla rivista "Science" - la causa dietro i problemi d'apprendimento della dislessia sarebbe un'errata comunicazione cerebrale e non l'incapacità naturale di decodificare determinate parole o suoni.
La dislessia non è associata ad alcuna compromissione evidente della vista, dell'udito o dell'area intellettiva in generale. Tuttavia il problema è reale e richiede un intervento pronto e immediato.
Recentemente, alcuni ricercatori hanno suggerito che il problema dei soggetti dislessici potrebbe essere legato ad un'errata comunicazione tra l'area del cervello che acquisisce le varie rappresentazioni fonetiche del linguaggio e quella dedicata alla loro elaborazione.
Un'interruzione nella continuità di tale processo causerebbe - appunto - lo sviluppo del deficit d'apprendimento riscontrato nei soggetti dislessici.

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