A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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venerdì 1 febbraio 2013

Tablet per dislessici: a Roma parte la sperimentazione


Panorama del 31-01-2013

La Asl della capitale ha inserito Edi Touch, la prima tavoletta per bambini dislessici ideata da Marco Iannacone, in un progetto che durerà due anni. Soddisfatto l'inventore: "Finalmente si parte. Siamo fiduciosi sui risultati da ottenere".

ROMA. Edi Touch, il primo tablet per bambini dislessici, è pronto per partire con una sperimentazione che durerà due anni. La presentazione ufficiale è avvenuta nel suggestivo Borgo di Ostia Antica, vicino Roma, all’interno di una giornata su dislessia, disgrafia e discalculia organizzata dal Dipartimento di prevenzione della Asl Roma D .

Si tratta della prima sperimentazione in Italia dì uno strumento compensativo standardizzato accessibile a tutti, in questo caso un tablet, per il successo scolastico degli alunni con disturbo specifico di apprendimento (dsa). L’obiettivo di questo progetto, in accordo con la legge 170/2010, è quello di fornire allo studente la strumentazione necessaria e testarne la reale efficacia. “Nel 2008 è partito un progetto integrato tra scuola e Asl per l’applicazione di strategie psico pedagogiche di facilitazione all’apprendimento con l’utilizzo di tecnologie informatiche, ma ancora non conoscevamo Edi Touch – spiega Lorenzo Toni, neuropsichiatra infantile della Asl Roma D -. Venuti a conoscenza della sua esistenza, la direzione si è attivata per avviare un progetto che consentisse di valutarne l’efficacia”.

Secondo gli ultimi dati Istat, la dislessia è un disturbo che colpisce tra il 4 e l’8 per cento dei bambini. Inoltre, il 34,5 per cento degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie non è autonomo. I problemi più frequenti in questi soggetti, ha precisato l’istituto di statistica, riguarderebbero “il ritardo mentale, i disturbi del linguaggio, quelli dell’apprendimento e dell’attenzione”.

Nel progetto romano sono stati riuniti tutti gli attori del progetto, dal Dipartimento di prevenzione della Asl romana, ai medici che operano nel territorio di competenza, all’inventore di Edi Touch e alla cooperativa sociale “Il Geco”, che offre valutazioni per bambini dislessici, percorsi di Sand Play Terapy, progetti di tutela minorile e gruppi di ascolto a tematica precisa. A giugno prossimo si farà una prima valutazione, se i risultati saranno soddisfacenti, si procederà con l’anno scolastico successivo. “Tra sei mesi faremo un primo step in un workshop internazionale per verificare la fattibilità del progetto – spiega Claudio Fantini, direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl Roma D -. In base ai risultati ottenuti decideremo cosa fare in futuro. L’ambizione è quella di promuovere uno strumento compensativo e facilitatore per la didattica, accessibile a tutte le famiglie, da proporre anche a livello europeo e nell’Area mediterranea”.

EDI TOUCH, L’INTUIZIONE DI MARCO IANNACONE. 
EdiTouch è nato come iniziativa personale di Marco Iannacone, papà di un bambino dislessico, il quale non essendo pienamente soddisfatto dalle soluzioni per la dislessia disponibili sul mercato, ha deciso di costruirne una per il proprio figlio. Successivamente l’interesse suscitato dal suo lavoro ed il desiderio di mettere a disposizione di altri ciò che stava aiutando suo figlio, lo ha spinto ad autofinanziare una startup che potesse fornire una soluzione completa di hardware e software ad un prezzo paragonabile a quello dei tablet già presenti sul mercato, ma privi del software specifico per la dislessia. “La storia è piena di personaggi famosi affetti da dislessia, da Einstein a Leonardo da Vinci, fino a Galileo e Napoleone – racconta Iannacone davanti ad una numerosissima platea di genitori che devono fronteggiare ogni giorno la problematica -. La dislessia ha un modo differente di apprendimento e Edi Touch vuole trasferire gli strumenti tradizionali di un pc ad un tablet, che è bello, innovativo e stimolante per i bambini. Il tablet, però, deve rimanere sempre uno strumento: serve se utilizzato in maniera corretta. Anche a mio figlio dico sempre che, come tutti i dislessici, non deve mai dimenticare l’aiuto offerto dagli insegnanti e dagli specialisti”.

di Marino Petrelli 

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