di Cristina Manetti
In un mondo di baby-cybernauti, bambini conquistati dal computer e piccoli maghi dei videogiochi, la lettura sembra aver perso il suo appeal. Si legge poco, giusto quello che serve per la scuola. Il risultato è “un impoverimento del linguaggio e, va da sé, anche del pensiero”, come spiega la psicologa cognitiva Alessandra Finzi. Un vero disastro, soprattutto per quei bambini che soffrono di dislessia (il 5% della popolazione scolastica, secondo l’Associazione italiana editori) e per quel 50% di ragazzi in età scolare che ha comunq
ue difficoltà con la lettura e non legge altro che libri di testo.
Ma se la scuola non trasmette passione per la lettura, ecco che per avvicinare alla narrativa anche i più pigri sono scese in campo alcune case editrici. Tre di queste, come Bianconero, Sinnos e Angolo Manzoni, hanno infatti dato alle stampe volumi ad “alta leggibilità“, nati cioè sulla base di criteri condivisi con genitori, insegnanti e terapisti che si traducono in una serie di accorgimenti linguistici (lessicali e sintattici) e tecnici (tipografici e d’impaginazione), che rendono la lettura più facile per tutti. Ma è soprattutto la nuova font di Bianconero, un tipi di carattere elaborato grazie alla collaborazione della stessa dottoressa Finzi e di Daniele Zanoni, esperto di metodi di studio e di disturbi dell’apprendimento, ad avere reso possibile un vero passo in avanti nella “lettura facile”.
La font Bianconero, usata nella nuova collana per ragazzi, Zoom, è la prima italiana ad alta leggibilità. Come spiega Irene Scarpati, direttrice della casa editrice romana, “sarà a disposizione, gratuitamente, di tutte le istituzioni e i privati che la utilizzino per scopi non commerciali”. Ma come nasce la font? “Si è lavorato sul disegno della singola lettera - spiega Finzi - in modo che non si confonda con le altre, in particolare nel caso delle lettere speculari come b-d, p-q, a-e. E questo, per i bambini dislessici, è un enorme vantaggio”.
Daniele Zanoni, colonna importante del progetto, una laurea in fisica e un curriculum di rilievo, è anche lui dislessico. “Ho sempre avuto difficoltà ad automatizzare la lettura e so quanto per noi sia importante ogni piccolo accorgimento. La dislessia, pur essendo un fenomeno evolutivo, non ha niente a che fare con l’intelligenza di una persona, associare le due cose è quindi un grave errore. Purtroppo, specie nelle scuole elementari, da parte degli insegnanti c’è un approccio sbagliato al problema. Per aiutare un bambino che ha difficoltà nella lettura bisognerebbe evitare i dettati, coinvolgerlo in attività che utilizzino il ragionamento e farlo sedere in prima fila. Utilizzare la font di Bianconero soprattutto alle elementari, cioè nell’età in cui si consolida la lettura, può essere davvero un contributo importante contro la dislessia”.
Da sempre impegnata in questo campo è anche l’Associazione italiana dislessia, che lo scorso luglio ha vinto un’importante battaglia legale: il Tar ha dato ragione e ammesso alla seconda elementare una bambina dislessica bocciata in prima. Come spiega la presidente dell’Aid, Rosa Bianca Leo, “l’associazione ha da poco attivato un servizio di consulenza legale on-line a disposizione di tutti i genitori di bimbi dislessici, che abbiano bisogno di capire come difendere i loro diritti”.
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