Con rammarico sto constatando come la scuola sia andata perdendo, col tempo, la propria funzione di formazione e come non sempre assolva al proprio ruolo, in qualità di genitore di un alunno della Scuola Media di Induno Olona, dislessico, che alla fine dei tre anni (precedente ciclo, sez. C) si è visto nonammesso agli esami.
Ho colto lo stupore, la frustrazione, la rabbia di mio figlio che si è visto liquidare così, anche perchè i voti da libretto non erano catastrofici, a fronte di altri alunni con esiti didattici ben peggiori, ma promossi. Mi viene spontaneo chiedermi perchè a mio figlio e non ad altri ragazzini della sua classe sia stato riservato questo trattamento, constatato che non è un “lazzarone” come definito dalle insegnanti. Non è un asino, non è uno stupido, non è un pigro. E’ dislessico!
Altre riflessioni mi sorgono spontanee sul comportamento adottato nel corso di questi tre anni da alcuni professori. La classe di mio figlio aveva altri soggetti in difficoltà è stata criticata dagli stessi insegnanti che avrebbero dovuto svolgere il ruolo di "educatori"(che dovrebbe essere insito nella loro stessaprofessione), e non l'hanno fatto, che avrebbero dovuto, con autorevolezza e imparzialità, avvicinare i ragazzi, e non l'hanno fatto! ....Devo aggiungere, che i contatti con i professori, negli orari di ricevimento, non sono mai mancati e, anche durante le riunioni di interclasse, ho sempre avuto l'impressione che una buona parte degli alunni fossero un disastro, però l’unico non ammesso agli esami è stato mio figlio, ripeto dislessico.
Allucinante: insegnanti che affermano ai colloqui che ritengono la dislessia una scusa per non studiare, uno stato di comodo. E' amaro anche verificare che nessuno tra gli altri professori si è mai opposto, nei confronti di chi destinava alla classe questo trattamento, non considerando i ragazzini per quel che in realtà sono: esseri delicati, in fase di crescita, bisognosi di rispetto e cure, anche intellettuali, affinchè venga espressa la loro parte migliore. (Non dimentichiamoci che si tratta della scuola dell’obbligo).
Perchè questo avvenga non devono essere bistrattati, devono essere trattati con pazienza, entusiasmati e coinvolti. Gli insegnati hanno un tesoro immenso tra le mani e spesso lo gettano via, hanno la possibilità di far comprendere ai loro ragazzi quali "talenti" possiedono e di valorizzare le loro capacità, e spesso non lo sanno fare: noi genitori ci fidiamo dei Professori! E' un atto di fiducia affidare loro i nostri figli, ma non ci aspettiamo che vengano trattati in questo modo !
Le frustrazioni degli insegnanti non si curano sfogandole sui ragazzi! E' facile per loro pensare e dire "chi mi ama mi segua", ma non tutti gli alunni sono uguali, i ragazzi devono essere "conquistati", devono sentire la passione e l'entusiasmo vibrare nella voce dei loro insegnanti per gli argomenti che spiegano, devono far scoccare la scintilla dell’emozione negli allievi.
La bocciatura è una sconfitta del corpo docente, non la punizione data al ragazzo !
Bocciare è ancora oggi come sparare in un cespuglio, non si sa quali danni puo’ provocare …..!
Sentirsi dire dal Dirigente scolastico, facendo ricorso ad un luogo comune, che questo ragazzino è un "lazzarone", a giustificazione del fatto di non averlo ammesso, è disarmante, mortificante, avvilente, deludente.
In conclusione: mio figlio ha perso totalmente l’autostima; mio figlio odia la scuola, mio figlio odia gli insegnanti, mio figlio frequenterà una scuola professionale allo scopo di svolgere un lavoro manuale, pur di non incappare ancora con chiunque appartenga al corpo docenti, che su di lui hanno praticato del puro terrorismo, pur essendo stato promosso quest’anno.
E' così! Ma spero, in cuor mio, che qualche professore "illuminato" che crede nel proprio ruolo e nel tesoro "in fieri" che gli viene consegnato, ci sia ancora e che riesca a vedere al di là e al di sopra del voto e del giudizio puramente didattico. Per gli insegnanti dell’anno scolastico appena terminato, sezione A, che ringrazio per l’impegno rivolto nei confronti di mio figlio, auspico che continuino a trovare, nella passione per la disciplina che professano, la forza di svolgere il proprio ruolo senza lasciarsi condizionare dai pregiudizi.
tratto da varesenews.it
Nessun commento:
Posta un commento