A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

mercoledì 6 luglio 2016

           


Mi chiamo Barbara classe 1972, se fossi nata nel 2000 probabilmente sarei stata etichettata come discalculica, iperattiva, affetta da deficit di attenzione... Ho sempre fatto una gran fatica a stare seduta nel mio banco e da sempre mi annoio facilmente e mi piace tanto chiacchierare, fino all'anno integrativo dell'Istituto magistrale non ho mai capito la matematica, poi la svolta...mentre di giorno lavoravo come operaia per pagarmi la futura università la sera frequentavo i corsi dell'anno integrativo, stanca dopo una giornata di lavoro pensavo di trovare un enorme ostacolo nella matematica, ma alla prima lezione si è presentata una giovanissima insegnante neo laureata in materie matematiche che sprizzava passione da tutti i pori...parlava di formule ed equazioni mostrandole in tutta la loro semplicità...nella mia testa è scattato un interruttore e ho capito, non sono sicuramente diventata più intelligente in un istante, ma quell'insegnante ha trovato “la chiave”, l'unico modo a me accessibile per comprendere la materia...ho frequentato la facoltà di Architettura e tutte le volte che non capivo qualcosa di matematica andavo a ripescare i vecchi appunti dell'anno integrativo ed era come accendere la luce in una stanza buia, ho superato brillantemente gli esami e mi sono laureata. Senza etichette, senza scorciatoie solo con un'ottima insegnante e tanto allenamento.
Oggi sono una mamma, prima di ogni altra cosa, ma sono anche un'insegnante e ho aiutato bambini in difficoltà ad amare di nuovo la scuola , tra questi bambini c'è mia figlia... La frase ...”qualche problemino ce l'ha”...mi è stata detta in prima elementare, ho portato a scuola una bambina entusiasta, curiosa, vivace che non sapeva né leggere né scrivere e mi sono ritrovata tra le braccia un cucciolo spaventato convinto dalla sua insegnante che non ce l'avrebbe mai fatta. In una scuola dove tutto va di corsa, dove si chiede alla scuola materna collegata di insegnare a leggere e scrivere ai bambini prima del tempo, dove chi non tiene il passo è marchiato, mentre ti convincono di aiutarti ti sollevano da ogni difficoltà rendendoti impossibile ogni progresso. E' proprio questo che non riesco ad accettare, se il sistema non funziona il problema non possono e non devono essere i bambini. Sono mille le giustificazioni che ho ascoltato da insegnanti e genitori: le classi sono troppo piene, i programmi troppo ampi, i tempi troppo brevi, il lavoro toglie il tempo ai figli, le insegnanti danno troppi compiti, un certificato può fargli avere un sostegno e un programma facilitato per superare l'anno.... ma la soluzione in realtà è sempre la stessa...un'etichetta che dice che tuo figlio è sbagliato e un programmino speciale alleggerito da tutto quello che gli crea difficoltà...a che cosa porterà questo atteggiamento se non a uomini e donne di domani assolutamente impreparati ad affrontare la vita?
Ricordo che quando ero piccola si usava affrontare le difficoltà, allenarsi fino a superarle...ora no...non c'è tempo...Ricordo le ore di arte, di manualità a scuola, ore che sono state completate cancellate, ricordo le recite scolastiche sostituite oggi da semplicil ezioni aperte, ricordo i lavoretti a Natale e per ogni festa comandata ora sostituiti da una fotocopia da colorare e una frase dettata da scrivere all'interno... avevamo un'unica insegnante che si occupava di tutte le materie dall'italiano all'educazione fisica ed eravamo tanti in classe, si usciva all'una, l'attuale modulo e c'era tempo per fare tutto...riguardo i miei vecchi quaderni e c'è un abisso con quelli di mia figlia...scrivevamo in corsivo, scrivevamo tantissimo, ora si completano fotocopie in stampatello, abbiamo disabituato i nostri figli alla fatica, all'esercizio, li abbiamo esonerati dalla manualità e dalla creatività e i risultati sono devastanti...allora perché non tornare a un metodo che funzionava? Un percorso di apprendimento deve essere fatto di esercizio e di divertimento, ma anche di fatica, nel rispetto dei tempi e dell'individualità di ogni bambino, individualità che deve essere ricchezza e non ostacolo.
Oggi mia figlia è una bambina serena priva di etichette, lavoriamo molto cercando la chiave per la comprensione di ogni materia, abbiamo cambiato scuola e insegnanti...ci rimangono dei brutti ricordi che cerchiamo di sostituire con nuove esperienze piacevoli e la volontà di impegnarsi a fondo in un progetto che può aiutare altri bambini! 
Barbara

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