A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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mercoledì 19 giugno 2013

Dsa, Aquino (Aid): ''C'è ancora una grande parte di sommerso''

ROMA. Si stima che sia del 4 per cento l’incidenza dei Disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia) rispetto alla popolazione scolastica in Italia. Lo ricorda Giuseppe Aquino, psicologo e membro del consiglio direttivo dell’Aid, Associazione italiana dislessia, mettendo subito in evidenza la realtà del sommerso: “Poiché di Dsa non se ne sapeva molto fino a poco tempo fa, c’è ancora una grande parte di sommerso in questa percentuale, oltre il 2 per cento”. Per questo l’Aid punta alla sensibilizzazione, e ''molto lavoro è stato fatt"'. Ma molto resta da farne, concorda Viviana Rossi, ex insegnante e dirigente scolastica anche lei nel direttivo dell’Aid, che conta 5 genitori, 2 docenti e 2 tecnici (psicologo e neuropsichiatra): ''Dovrebbe essere prevista formazione obbligatoria per tutti, senza che i singoli docenti debbano pagarsi questo o quel corso".

In questa direzione l’associazione ha stilato un protocollo triennale con il Miur e sostenuto dalla Fondazione Telecom Italia dal titolo “A scuola di dislessia”: 16 mila insegnanti sono stati formati, sia grazie alla piattaforma telematica messa a disposizione dal ministero sia con incontri sui territori. Il protocollo è scaduto pochi giorni fa, il 31 maggio, ma se ci fossero nuove risorse, dicono dall’Aid, si potrebbe rinnovare. La formazione ha riguardato finora la scuola primaria e la secondaria, anche se la legge 170 del 2010 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico) considera anche la scuola dell’infanzia e l’università (“A volte allievi con Dsa hanno un quoziente intellettivo altissimo, perché non dovrebbero accedere all’università trovando persone preparate e strumenti didattici adatti?”, dice Rossi).

Afferma Giuseppe Aquino commentando i dati recenti del Miur che registrano un incremento delle certificazioni di Dsa: “Con la legge 170 è subentrata maggiore attenzione e formazione in ambito scolastico, e grazie ai percorsi che abbiamo messo in campo come Aid è più facile per i docenti capire i segnali di rischio del disturbo, con il risultato che c’è un invio maggiore ai servizi”. Perché i dati mostrano un aumento delle certificazioni soprattutto alle scuole superiori? Per Aquino “nella primaria c’è sempre stata attenzione, per questo l’aumento si registra soprattutto alle medie e secondarie” che, con i nuovi strumenti a disposizione, si sono fatte più attente. Un incremento fisiologico, dunque, che coincide con un progresso in termini di consapevolezza. (ep)

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