A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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giovedì 23 maggio 2013

«Non dovete scoraggiarvi, anche tanti vip sono dislessici»

Due testimonianze per fare coraggio agli studenti che ne sono affetti
di Angelica Malvatani


Incontro sulla dislessia (Zeppilli)

Fermo, 20 maggio - LEONARDO Da Vinci, Albert Einstein, perfino Walt Disney e Tom Cruise. Personaggi di successo e di fascino con una cosa in comune: la dislessia. Persone normali, con un quoziente intellettivo superiore alla media, che però hanno difficoltà di apprendimento che vanno superate con appositi metodi e sussidi.
Se n’è parlato sabato scorso in tre scuole della città, dall’Iti Montani all’Ipsia, per chiudere all’Itcg Carducci Galilei, per dire che con la dislessia si convive benissimo, si può avere successo, si trova una strada luminosa se solo c’è il necessario aiuto. La dimostrazione di tutto ciò è nella storia di Giacomo Cutrera, che insieme a Anita Stabellini è passato ad incontrare i giovani fermani e le famiglie dei dislessici, accompagnati da Lucia Iacopini, che è nel direttivo nazionale dell’Associazione italiana dislessia e lavora con decisione e caparbietà per sensibilizzare il mondo scolastico e la pubblica opinione sul problema della dislessia evolutiva.

“Sei dislessico? Non si vede”, è una delle frasi che Giacomo si è sentito rivolgere più spesso, in un mondo come il nostro già piano di pregiudizi e di informazioni distorte: «Io dico sempre che siamo ragazzi come tutti, con un diverso modo di imparare le cose. Non siamo ‘sfigati’, questo vorremmo che si capisse, siamo fatti a modo nostro, un po’ come tutti. Ma non abbiamo tre occhi o quattro mani». Dolce e deciso, Giacomo ha vissuto ben 65 incontri in giro per le scuole italiane, lui che è laureato in ingegneria informatica e oggi lavora con un contratto di alto livello in Germania: «La mia dislessia è stata riconosciuta che avevo 14 anni, grazie all’incontro casuale di un insegnante di matematica che, comprendendo il mio modo di apprendere, mi ha messo nelle condizioni di “praticare” la mia intelligenza.

Io, per esempio, non riesco a memorizzare dove va messa l’h davanti alla a, non riesco a leggere velocemente, per me la lettura è un tormento. E, infatti, la scuola media l’ho sofferta particolarmente». A breve sarà in programma un incontro di Giacomo proprio in quella scuola media e lui non vede l’ora di tornarci per parlare dei suoi successi, per dire che ce l’ha fatta e che oggi è felice.

Anita si occupa di internet, della pagina facebook, di diffondere il più possibile le informazioni, lei che si sta laureando in veterinaria dopo aver superato tutte le sue difficoltà. Ha spiegato la dottoressa Iacopini: «Quella di Giacomo è una testimonianza di successo formativo che si è realizzato attraverso esperienze psicologiche e studi difficoltosi. Il vissuto di Giacomo Cutrera può diventare un punto di partenza per una riflessione degli insegnanti e degli alunni sulle difficoltà scolastiche e psicologiche che devono affrontare i ragazzi dislessici quotidianamente, ma anche uno stimolo per questi ultimi a non mollare la scuola».


Giacomo sulla sua storia ha scritto il libro “Demone bianco”, per poter arrivare a più persone possibile. Un incontro, quello di sabato, di grande emozione, come ha sottolineato la preside dell’Ipsia, Stefania Scatasta: «Sappiamo le potenzialità di questi ragazzi, facciamo il possibile per accompagnarli nel loro percorso di crescita e di formazione, con tutte le occasioni e gli strumenti che serviranno».

Angelica Malvatani

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