A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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mercoledì 2 maggio 2012

Anche USB aderisce allo sciopero prove Invalsi

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red - Sbagliate sul piano didattico - Le prove Invalsi rispondono ad un obiettivo di standardizzazione degli insegnamenti e degli insegnanti e sono chiaramente uno strumento per una valutazione impropria e differenziata delle scuole, in quanto non fanno altro che fotografare le differenti condizioni di partenza degli alunni e dei diversi contesti con cui gli insegnanti si devono confrontare.
Oltretutto l’Invalsi non tiene assolutamente conto degli alunni con difficoltà di apprendimento e di altra cultura e men che meno degli alunni diversamente abili, che invece influenzano enormemente le scelte didattiche che si effettuano nelle classi in cui questi insegnanti e bambini si trovano ad operare.
Inutile nascondersi: è uno strumento per attaccare gli insegnanti - Le prove Invalsi diventeranno lo strumento privilegiato per l’applicazione del sistema a “fasce”, voluto da Brunetta.
Oltre a tutte le dichiarazioni di parte governativa dello scorso anno, la scorsa estate abbiamo assistito alla lettera della BCE e alle risposte del governo che indicavano lo strumento della valutazione Invalsi per diminuire il debito pubblico. E come pensate che intendano diminuirlo? Con tagli di stipendi e chiusura delle scuole non “meritevoli”, è chiaro. Tra febbraio e marzo, la maggioranza dei Collegi Docenti ha bocciato il progetto Vales che intendeva creare una vetrina dorata per i quiz invalsi; ora numerosi Collegi votano mozioni in cui ci si rifiuta di prestarsi al gioco del Ministero, ribadendo la non obbligatorietà per i docenti della somministrazione e correzione delle prove (se proprio ci tiene l’Invalsi manderà il suo personale ad eseguirle, ma almeno non forniamogli la nostra collaborazione, oltretutto gratuita).
In molte scuole abbiamo assistito negli ultimi anni alla rassegnazione verso il “circo” Invalsi, al punto che tantissimi colleghi hanno svolto il superlavoro legato alla correzione delle prove in modo gratuito, senza batter ciglio. Purtroppo vediamo come la propaganda del potere stia avendo alcuni effetti. Alcuni docenti infatti hanno addirittura invitato le famiglie ad acquistare eserciziari per affrontare i quiz. Ma l'esperienza sulla rilevazione dello scorso anno ha chiarito che tali esercitazioni non cambiano di una virgola i risultati, visto che le prove non fanno altro che fotografare la situazione individuale dell'alunno su capacità personali.
Se nella vostra scuola siete in pochi a voler intraprendere questa forma di resistenza, non vi fate scoraggiare: alla fine conterà il dato globale di insegnanti che si sono rifiutati in tutta Italia e sarà il primo passo, necessario per dare forza a tutti gli altri il prossimo anno.
Chiarito una volta per tutte che non siamo obbligati a somministrare e correggere le prove ne tanto meno a prestare servizio in una classe diversa dalla nostra, nel caso in cui non si sia riusciti ad ottenere una delibera da parte del Collegio dei Docenti di non partecipazione della scuola, ci si può muovere in diversi modi a seconda dei diversi casi:
1) Quest'anno sarà più facile il primo boicottaggio – E' stato proclamato uno sciopero, al quale anche l'USB ha aderito, che coinvolgerà tutti i giorni indicati per la somministrazione dei quiz, tranne il giorno 11, quando sono previste le prove di matematica alla scuola primaria (a causa delle limitazioni inflitte dalla legge antisciopero). Chi fosse indicato come somministratore, potrà così dare un forte segnale di dissenso, non presentandosi al lavoro e mettendosi in sciopero. E’ chiaro che i colleghi che useranno questo strumento dovranno assolutamente astenersi dal comunicare le proprie intenzioni (comportamento assolutamente legittimo, in base alla normativa). Tutti gli altri potranno comunque scioperare, ma se decidono di non farlo, devono essere fermi nel rifiutarsi di sostituire personale in sciopero (assolutamente vietato). Immaginiamo infatti che, presi dal panico, diversi dirigenti
cercheranno di far pressioni in tal senso ai colleghi che non scioperano.
2) 11 maggio e eventuali rinvii delle prove - Sappiamo che i dirigenti, in spregio delle regole di qualsiasi rilevazione statistica, cercheranno di riproporre i quiz in un altro giorno.
Nel caso in cui il dirigente emani una circolare nella quale si comunica che nei giorni previsti si svolgeranno le prove e le modalità organizzative della somministrazione (prevediamo sia il caso più frequente), inviamo una
lettera nella quale comunichiamo la non disponibilità a somministrare e correggere le prove nella nostra o in altra classe
A questo punto il dirigente può inviarci un Ordine di Servizio formale al quale dovremo rispondere con un Atto di Rimostranza che blocca l’esecutività dell’Ordine di Servizio. Il dirigente potrà allora reiterare l’Ordine di Servizio e noi saremo costretti ad eseguirlo, ma avremo comunque creato disagio all’amministrazione e, dove i colleghi saranno disponibili, presenteremo ricorso contro un Ordine di Servizio che ci obbliga a svolgere funzioni non previste dalla legge e dal Contratto Collettivo. In tal modo il prossimo anno ci penseranno due volte prima di emanare a cuor leggero e con arroganza simili Ordini di Servizio. Ricordiamo che lo scorso anno in nessuno dei casi da noi esaminati i dirigenti hanno reiterato l'ordine di servizio.
Spesso capita che non arrivi un ordine di servizio canonico, ma una semplice circolare che indica come dovranno svolgere il servizio i docenti delle classi interessate dai quiz. Questo è a tutti gli effetti un ordine di servizio. In questo caso è inutile inviare la lettera di non disponibilità e conviene procedere direttamente con l’atto di rimostranza.
2) Nel caso in cui non sia pervenuta alcuna disposizione circa la somministrazione delle prove, basterà non somministrarle e svolgere il nostro normale servizio in classe.
In ogni caso, comunicateci ogni eventuale difficoltà per permetterci di intervenire tempestivamente.
Ci rendiamo conto che vi proponiamo uno scontro frontale, scomodo da sostenere specie se non si è tutti compatti, ma la difesa della scuola pubblica e delle nostre condizioni di lavoratori non si ottengono solo andando ogni tanto in piazza il sabato o la domenica, ma assumendosi responsabilità. Nessuna delle conquiste ottenute negli ultimi 60 anni dai lavoratori è stata gratuita; è ora di fare la nostra parte.
- lettera di non disponibilità
- atto di rimostranza

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