A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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martedì 20 dicembre 2011

Apprendimento, i dislessici senza esserlo. Come evitare "recuperi" che non servono

La Repubblica del 20-12-2011
Apprendimento, i dislessici senza esserlo. Come evitare "recuperi" che non servono
L'obiettivo è salvare i bambini dai danni di percorsi di recupero ritagliati su misura a causa di "etichette disgnostiche" che non hanno fondamento nella realtà. L'allarme dell'Istituto di Ortofonologia: un bambino su cinque in Italia è considerato dislessico senza esserlo. Sul 23% degli alunni con disturbi dell'apprendimento, solo il 4% è a rischio
ROMA. Salvare i bambini dai danni di percorsi di recupero erroneamente "ritagliati" su loro misura a causa  di etichette diagnostiche fuori luogo. E' l'Istituto di Ortofonologia a lanciare l'allarme: un bambino su cinque, in Italia, viene considerato dislessico senza esserlo. In percentuale, sul 23% degli alunni segnalati nelle scuole come affetti da "disturbi specifici di apprendimento"  solo il 4% è realmente a rischio.  Che ne sarà di tutti loro?
E i veri problemi restano irrisolti. "Segnalare come dislessici bambini che in realtà non lo sono - spiega  il direttore dell'IdO, Federico Bianchi di Castelbianco - significa condizionarne lo sviluppo. Dare strumenti compensativi e dispensativi ad un bambino che può farcela con le proprie forze vuol dire portarlo ad autodefinirsi incompetente ed incapace: lo si dirotta su percorsi alternativi come portatore di una disabilità che non ha, mentre i veri problemi restano non affrontati. Il che lascerà un vuoto di conoscenze che si ripercuoterà pesantemente sul curriculum studiorum con, tra l'altro, oneri economici non sostenibili e totalmente inutili". 
Non malattie, ma impedimenti. Per la dislessia,  la disgrafia,  la disortografia e la discalculia - che non sono malattie da cui guarire, piuttosto impedimenti all'apprendimento - esiste, dal 2010, una nuova disciplina contenuta nelle nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico (legge pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 18 ottobre 2010). La buona notizia è che questa legge ha il merito di aver colmato un "vuoto legislativo" che riguardava le persone con disturbi specifici dell'apprendimento (in considerazione del fatto che non possono essere applicate in questi casi le disposizioni della legge 104 per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate). La cattiva, spiega il presidente dell'Ido, è che sono aumentate "le segnalazioni, alle quali però non corrispondono casi reali. E' un effetto abbastanza tipico: è come se le insegnanti, le mamme avessero trovato una spiegazione degli errori dei propri figli e dei propri alunni. In realtà spesso si tratta di solo di disturbi comuni".
Cosa fare dunque? La risposta è nella scuola. Più che aumentare la presenza di specialisti esterni bisogna potenziare le competenze dei docenti interni, cioè dare loro la migliore metodologia di supporto per arginare il problema legato alla sproporzionata segnalazione dei Dsa (Disturbi Specifici dell'Apprendimento) nei diversi momenti dell'iter scolastico (materna, primaria, secondaria di primo e secondo grado). Per raggiungere questo obiettivo l'Ido ha messo in piedi un progetto sperimentale durato un anno che ha dimostrato come una maggiore attenzione e proposte diversificate per gli studenti siano strumenti efficaci ed efficienti per evitare false "etichette diagnostiche". Tra i risultati, la necessità di rispettare i tempi dei bambini. Evidente è il caso degli anticipatari, che hanno fatto due anni di materne invece di tre. A loro viene richiesto di imparare a scrivere e leggere prestissimo. "Il 3% dei bambini anticipatari - spiega il direttore - vive un disagio generalizzato che spesso viene letto come un disturbo intellettivo, quando è quasi sempre una evidente questione di maturità".
La competenza degli insegnanti. "Il progetto ha dimostrato - conclude il direttore dell'IdO - che gli insegnanti possono individuare con maggiore sicurezza i bambini a rischio Dsa, ma che tale competenza deve essere ampliata, poiché alcune alterazioni nell'area linguistica, visuo-spaziale ed emotiva non vengono considerate in modo adeguato per la loro reale difficoltà. È sufficiente - conclude - ampliare tale competenza per far calare un allarme sociale e far sì che le problematiche scolastiche vengano risolte all'interno della scuola stessa".
di Anna Maria De Luca

1 commento:

  1. Siete grandi! Le persone che lottano per risolvere i problemi degli altri sono degli eroi! Complimenti!

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