Sono la mamma di due ragazzi dislessici.
Leggere la lettera che è stata pubblicata dalla prof. Margherita Pellegrino il 15/10/2012 mi ha spinto a scrivere questa risposta, che spero verrà pubblicata.
Purtroppo sono ancora molti gli insegnanti in Italia che pensano che la dislessia sia un’invenzione dei Neuropsichiatri. Però purtroppo per noi non è così.
Io sono sicura che gli insegnati che parlano come lei, non sanno cosa significa passare pomeriggi interi a studiare accanto ai nostri figli,che nonostante le loro difficoltà vogliono imparare A TUTTI I COSTI; non sanno cosa significa passare due o tre pomeriggi a settimana in macchina o sugli autobus per portare i nostri figli nei centri per la logopedia; attraversare la città, perchè di questi centri convenzionati ce ne sono pochissimi e magari non è possibile pagare un logopedista privato.
Questi ragazzi devono lottare non solo contro le loro difficoltà, ma anche contro insegnanti che, come lei ,li invitano a SFORZARSI.
La dislessia è una disabilità silente, che si manifesta solo in ambiti didattici o dove è necessario leggere o scrivere, ma non per questo non invalidante.
Molti ragazzi dislessici , a caro prezzo si sono laureti, affrontando giorno dopo giorno il “ DEMONE BIANCO “ come lo chiama Giacomo Cutrera nel suo libro. Un altro libro che le consiglio di leggere è un libro pubblicato nel 1984 e scritto da un famoso sceneggiatore italiano ,Ugo Pirro, che si intitola : MIO FIGLIO NON SA LEGGERE,
Le segnalo anche un video di SUPERQUARK che la informerà sui studi che stanno facendo per la diagnosi strumentale dei DSA:
http://www.youtube.com/watch?v=P29TzTXPOec
Le volevo inoltre fare presente che l’Italia è indietro sul tema DISLESSIA ,non solo rispetto al resto d’Europa ma anche del mondo, e a proposito di questo ,la invito a vedere un bellissimo film indiano che parla della dislessia che si intitola : STELLE SULLA TERRA, tanto per dimostrarle che sei lei parla di scuola malata di dislessia, riferisce questo non solo alla scuola italiana , ma a quella mondiale.
Concludo questa lettera nella speranza che gli insegnanti che la pensano come lei si ricredano, per il bene dei nostri ragazzi a cui già basta affrontare quotidianamente la battaglia dello studio, e anche nella speranza che in un futuro lei si rivolga con più rispetto verso argomenti che toccano la vita di tante persone.
16/10/2012
Barbara Annibaldi Mamma orgogliosa di due ragazzi dislessici
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